Cefalù (RasMelkart in fanico in , Κεφαλοίδιον in  greco, Cephaloedium in
Latino,Gafludi in arabo, Cifalù in siciliano) è situato sulla costa siciliana settentrionale, a circa 70 km da Palermo, ai piedi di un promontorio roccioso. È uno dei maggiori centri balneari di tutta la regione;

nonostante le sue dimensioni, ogni anno attrae un rilevante flusso di turisti locali, nazionali ed esteri che, nel periodo estivo, arrivano a triplicare la popolazione, rendendo affollate le principali piazze e le strade più importanti del paese.
La cittadina, che fa parte del Parco delle Maadonie, è inclusa nel club de I borghi più belli d’Italia, l'associazione dei piccoli centri italiani che si distinguono per la grande rilevanza artistica, culturale e storica, per l'armonia del tessuto urbano, la vivibilità e i servizi ai cittadini. Cefalù fa anche parte della rete dei comuni solidali.
Il duomo della città inserito nel sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale nel 2015 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanitàdall’Unesco.


CEFALU' LA STORIA


Tracce di frequentazione del sito risalgono all'epoca preistoria, in particolare in due grotte che si aprono sul lato settentrionale del promontorio su cui sorse la città. A un insediamento pre-ellenico si riferisce la cinta muraria di tipo megalitico, datata alla fine del V secolo a C., che circonda l'attuale centro storico ed è in gran parte ancora conservata, e il contemporaneo Tempio di Diana, un santuario costituito da un edificio megalitico, coperto con lastroni di pietra di tipo dolmenico che ospita una precedente cisterna più antica (IX secolo a C.).
Nel IV secolo a C. i Greci diedero al centro indigeno il nome di Κεφαλοίδιον(Kefaloidion), dal greco kefa o kefalé, ovvero «testa, capo»; riferito probabilmente al suo promontorio. Non è da escludere tuttavia la ripresa fonetica dall'aramaico (lingua cananaica strettamente affine al fenicio) kephas («pietra, roccia»), dunque sempre in riferimento al promontorio.
Nel 307 a.C. venne conquistata dai Siracusani e nel 254 a.C. dai Romani, che le diedero in latino il nome di Cephaloedium. La città ellenistico-romana  ebbe una struttura urbanistica regolare, formata da strade secondarie confluenti sul principale asse viario e chiusa ad anello da una strada che segue il perimetro della cinta muraria.
Nel periodo del dominio bizantino l'abitato si trasferì dalla pianura sulla rocca e restano tracce di lavori di forrtificazione di quest'epoca (mura merlate), oltre a chiese, caserme, cisterne per l'acqua e forni). La vecchia città non venne tuttavia del tutto abbandonata, come prova il recente rinvenimento di un edificio di culto cristiano, con pavimento in mosaico policromo risalente al VI secolo.
Nell'858, dopo un lungo assedio, venne conquistata dagli Arabi, che le diedero il nome di Gafludi, e fece parte dell'emirato di palermo. Di questo periodo si hanno tuttavia notizie scarse e frammentarie e mancano anche testimonianze monumentali.
Nel 1063 fu conquistata dai Normanni di Ruggero I e, nel  1131, grazie a Ruggero II, fu rioccupato l'antico abitato sulla costa, rispettando la struttura urbana preesistente: a questo periodo risalgono parecchi dei monumenti cittadini, quali:
•    La chiesa di San Giorgio e il lavatoio di via Vittorio Emanuele
•    Il chiostro del duomo e il Palazzo Maria (sede trecentesca dell'allora Palazzo Comunale) sito in piazza del Duomo.
•    L'Osterio Magno sul corso Ruggero sede dei Ventimiglia a Cefalù.
Precisamente al 1131 è datata in particolare la basilica cattedrale.
Tra la metà del XIII secolo e il 1451 passò sotto il dominio di diversi feudatari e da ultimo divenne possedimento del vescovo di Cefalù.
La storia successiva di Cefalù si può assimilare a quella della Sicilia e del resto dell'Italia. Nel 1752 vi si iniziano a stabilire i consolati stranieri (Francia, Danimarca, Paesi bassi, Norvegia e Svezia) e la città diventa meta del Grand Tour. Durante il Risorgimento, vi venne fucilato, il 14 marzo 1857, il patriota Salvatore Sminuzza. Dopo lo sbarco di Giuseppe Garibaldi del gennaio 1861, la città proclamò la sua adesione al Regno d’Italia.
Oggi è una località marina e una meta turistica per le sue spiagge e le opere d'arte che conserva.


MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE


Il centro storico di Cefalù ha un impianto medievale caratterizzato da strade strette, pavimentate con i ciottoli della spiaggia e il calcare della Rocca di Cefalù.
Viene considerata dal Walled Towns Friendship Circle un prestigioso circolo inglese, una città murata]; cioè una città dove ancora, all'interno del centro storico circondato da mura (anche se parzialmente inglobate in alcune abitazioni), si vive stabilmente con negozi e altre attività commerciali e dove ha ancora sede, il palazzo comunale.
Il sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale nel 2015 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.


ARCHITETTURE RELIGIOSE
BASILICA-CATTEDRALE


LA CATTEDRALE DI CEFALÙ


Secondo la leggenda, il duomo di Cefalù sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza.
Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell’abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita.Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.
Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell’umanità (Unisco) nell'ambito dell'"Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale".


ALTRE CHIESE


•    Basilica di Sant'Agata, chiesa parrocchiale in contrada Caldura; ha la dignità di basilica minore
•    Ex chiesa e monastero di Santa Caterina, quest'ultimo riadattato a sede del municipio;
•    Chiesa di San Leonardo, medievale, restaurata nel XVI secolo;
•    Chiesa della Santissima Trinità, quattrocentesca;
•    Chiesa di San Sebastiano, cinquecentesca;
•    Chiesa della Santissima Annunziata, cinquecentesca;
•    Chiesa del Purgatorio, o chiesa di Santo Stefano;
•    Chiesa dell'Itria, ricavata nel 1961 da due chiese cinquecentesche preesistenti;
•    Cappella di San Biagio, formata dall'unione di due chiese cinquecentesche;
•    Chiesa dell'Immacolatella, seicentesca;
•    Chiesa di Santa Maria, seicentesca;
•    Chiesa di Sant'Oliva, settecentesca;
•    Chiesa di Maria Santissima della Catena, o chiesa dell'Addoloratella, settecentesca;
•    Ex chiesa di Sant'Andrea;
•    Oratorio del Santissimo Sacramento;
•    Chiesa del Santissimo Salvatore, fuori le mura, detta anche chiesa del Salvatorello o chiesa del Salvatore alla Torrepoiché nelle vicinanze anticamente sorgeva una torre difensiva.


ALTRI EDIFICI RELIGIOSI


Palazzo vescovile

•    Seminario vescovile


ARCHITETTURE CIVILI


•    Osterio Magno
•    Palazzo Atenasio Martino dei baroni di Rocca e Valdina
•    Palazzo Legambi
•    Palazzo Maria
•    Palazzo Pirajno
•    Palazzo Villelmi de Fallesia


ALTRO
MONTE DI PIETÀ


Fondato sulla Via Mandralisca nel 1703 dal vescovo Matteo Mascella. Presenta un prospetto in pietra grigia, con portale barocco in pietra lumachella. Al secondo piano sono ancora conservati gli arredi settecenteschi e una cassaforte che serviva alla custodia degli oggetti più preziosi depositati.


LAVATOIO MEDIEVALE

Dettaglio dell'antico lavatoio
In via Vittorio Emanuele si trova il lavatoio pubblico conosciuto come Lavatoio medioevale, presso il tardo-rinascimentale palazzo Martino. Nel 1514 fu demolito e ricostruito in posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine e il fiume che scorreva a cielo aperto venne coperto nel XVII secolo. Nell'estate del 1991 sono stati ultimati i lavori di restauro.
Il lavatoio si presenta con una scalinata in pietra lavica e lumachella che conduce ad una pavimentazione levigata dal tempo e ad una serie di vasche che si colmano con le acque che scorrono da ventidue bocche di ghisa (di cui quindici teste leonine) disposte lungo le pareti sovrastate da basse volte. Attraverso un piccolo antro, l'acqua raggiunge il mare. Nelle vasche sono evidenti gli appoggi che servivano per strofinare i panni.


TEATRO COMUNALE


Sito in via Spinuzza, di proprietà dei baroni di Bordonaro, ha avuto una storia travagliata: chiuso e riaperto parecchie volte, fu addirittura adibito a lazzaretto in occasione di un'epidemia di peste. Dagli anni venti fu utilizzato anche come cinema. Fu abbandonato negli anni ottanta e passò in proprietà del Comune che ne ha iniziato i restauri di recente ultimati. È ora intitolato al Maestro Salvatore Cicero, musicista e 1° violino dell'Orchestra Sinfonica Siciliana.
La sala ha tre ordini di palchi. Conserva una decorazione pittorica del 1885 di Rosario Spagnolo (tela del soffitto, fondali e sipario).


TRADIZIONI E FOLCLORE
FESTEGGIAMENTI DEL SANTISSIMO SALVATORE


Statua del SS. Salvatore il 6 agosto, durante la processione a lui dedicata.
Dal 2 al 6 agosto si svolge la festa del SS. Salvatore, titolare della Basilica Cattedrale e protettore della città. Nonostante sia l'Immacolata la patrona di Cefalù, il SS. Salvatore è stato sempre festeggiato come patrono di Cefalù.


ANTINNA A MARI


Il pomeriggio dell'ultima giornata dei festeggiamenti del SS. Salvatore, si svolge una gara chiamata Antinna a mari o 'Ntinna a mari. La gara vede giovani ed anziani pescatori protesi alla conquista di una bandierina colorata attaccata alla punta di un lunghissimo tronco, reso scivoloso da grasso e sapone, che viene sistemato orizzontalmente al mare e saldamente fissato alla banchina.


'A VECCHIA STRINA


Secondo il folklore cittadino, la vecchia strina è una figura di vecchia benefica che la notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio porta doni ai bambini buoni e carbone e cenere per quelli cattivi, come in altre città siciliane fanno i morti. Nei giorni precedenti ai bambini si raccomanda di non fare troppo rumore perché la vecchia strina r'u casteddu si 'nna adduna: la sua dimora è infatti immaginata sulla rocca. La sera della vigilia i ragazzi più grandi girano per le strade suonando i rinali (latte e vasi rotti), mentre ai bambini che vanno a dormire si raccomanda di tenere gli occhi chiusi, se non vogliono che la vecchia venga c'u spitu infucatu a bruciare loro gli occhi.


L'OTTAVA DEL CORPUS DOMINI


L'Ottava del Corpus Domini corrisponde agli otto giorni del mese di giugno, da un giovedì al successivo giovedì, nei quali si celebrava la festa del Corpus Domini, con le processioni degli aderenti alle varie corporazioni che portavano i grandi stendardi custoditi all'interno della Cattedrale.
Le corporazioni riconosciute dalla città, che si alternavano nei giorni di festa erano:
•    i mastri nichi: i giovani "mastri" delle varie categorie artigiane;
•    i ucciera: ossia i macellai;
•    i piscatura: i pescatori, un tempo considerato la forza economica della città;
•    i viddani: i contadini, ai quali era affidata l'organizzazione dei carri allegorici ispirati alla vita dei campi e ai prodotti della terra, le primizie;
•    i marinara di viliera: i marinai di velieri, che nonostante provenissero per la maggior parte dal ceto dei pescatori si distinguevano per la loro esperienza di navigazione;
•    i parrini: i sacerdoti, che avevano un particolare riguardo sociale, oltre – s'intende – un certo rilievo economico;
•    i galantuomini: un ceto aristocratico che in Sicilia, come pure a Cefalù, assolveva un ruolo di primo piano;
•    i mastri ranni: letteralmente i maestri grandi, ossia la maestranza per eccellenza, che si esprimeva perlopiù nel settore edile ed artigianale, specificatamente, nel settore dell'ebanisteria.
In occasione dell'ottava, ed esattamente la domenica si faceva la frottola, termine con cui si intendeva non una poesia suscettibile d'essere musicata, ma la sfilata di carri allegorici lungo le vie del paese, con in testa un tamburo rullante costantemente. I carri rappresentano con i fiori, il Santissimo Sacramento e la vita contadina. Subito dopo il suonatore di tamburo (tamburaro) vi sono frotte di bambini che portano i cucciddati, pani a forma di ciambella realizzati con la farina del primo frumento dell'anno, che vengono appesi su dei bastoni, e i bambini gridano l'espressione augurale: Viva u pani. Anticamente, quando ogni strada aveva il nome di un santo, la frottola si fermava e venivano recitate delle nenie inneggianti alle virtù dei cristiani.


CULTURA
MUSEI


Il Mandralisca è un museo che si trova nell'omonima via. Il museo, oltre a conservare dipinti quattrocenteschi e altri reperti archeologici, conserva l'opera che ha contribuito a rendere famosa la città: il celeberrimo Ritratto d'ignoto marinaio, il dipinto di Antonello da Messina. Oltre a questi, vi si possono trovare una vasta collezione di monete antiche e un'importante collezione malacologica.


LIBRI E FILM SU CEFALÙ
LIBRI


•    Il mare colore del vino di Leonardo Sciascia (1973), racconto "Apocrifi sul caso Crowley".
•    Il sorriso dell'ignoto marinaio di Vincenzo Consolo (1976)
•    Nottetempo, casa per casa di Vincenzo Consolo (1992)
•    Le confraternite di Cefalù e i loro inediti argenti di Sandro Varzi (2006)
•    L'isola senza ponte di Matteo Collura (2007)
•    Il paese di dentro: Tessere di un piccolo mosaico cefaludese di Angelo Culotta (2001)
•    Storia vera e terribile tra Sicilia a America di Enrico Deaglio (2015)


FILM E DOCUMENTARI


•    Vacanze d'amore di Jean-Paul Le Chanois (1953)
•    Comizi d'amore di Pier Paolo Pasolini (1965)
•    A ciascuno il suo di Elio Petri (1967)
•    La schiava io ce l'ho e tu no di Giorgio Capitani (1972)
•    L'insegnante di Nando Cicero (1975)
•    Ondata di piacere di Ruggero Deodato (1975)
•    Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1989)
•    Mario e il mago di Klaus Maria Brandauer (1994)
•    Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio (2005)
•    Tutti i santi giorni di Paolo Virzì (2012)
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