“Oggi, 23 gennaio, nella mia qualità di Presidente dell’Assemblea nazionale, invocando gli articoli 333 e 350 della Costituzione, davanti a Dio onnipotente e al Venezuela, giuro di assumere i poteri dell’esecutivo nazionale come presidente incaricato”, ha dichiarato davanti ai suoi sostenitori concentrati dal mattino in piazza Giovanni Paolo II,

nel municipio di Chacao, zona di opposizione della capitale venezuelana Il deputato, su una pedana, con la mano destra alzata, e tra gli applausi dei manifestanti, ha ‘celebrato’ il suo atto di giuramento “per la fine dell’usurpazione, un governo di transizione e libere elezioni”. Guaidó ha anche promesso di “rimanere in strada fino a quando non sarà raggiunta la democrazia”. “Chiedo a tutto il Venezuela di alzare la mano destra e giurare che non ci fermeremo finché non avremo raggiunto la libertà”. Intanto, la Camera costituzionale del TSJ (Tribunale Supremo di Giustizia) ha affermato che l’AN (Assemblea Nazionale) ignora i poteri venezuelani. Quello giudiziaio ignorando le sentenza emesse dal Tribanula Supremo di Giustizia; l’elettorale, perché non rispetta i risultati delle elezioni in cui Maduro è stato rieletto con il 67% delle; l’esecutivo, non riconoscendo la validità del suo mandato; e il popolo venezuelano che ha partecipato alle elezioni e ha scelto il presidente. Elezioni a cui il partito di Guaidò, Voluntad Popular, decise di non prendere parte. Dagli USA, dove la strategia golpista dell’opposizione viene orchestrata, Donald Trump ha fatto sapere di riconoscere Guaidò come nuovo presidente del Venezuela. Mentre Mike Pompeo invita Maduro ad abbandonare l’incarico. Nella stessa opposizione regna il caos. Lo scorso 13 di gennaio, il quotidiano di opposizione El Nacional, informava che Henrique Capriles, già candidato contro Chavez e Maduro, ritiene che l’Assemblea Nazionale non possieda le prerogative per assumere il governo ed esautorare il legittimo presidente Nicolas Maduro. FONTE: lantidiplomatico.it  

RETE EUROPEA DI SOLIDARIETÀ CON LA RIVOLUZIONE BOLIVARIANA: “RIFIUTIAMO L’INGERENZA IMPERIALISTA, ESIGIAMO IL RISPETTO PER LA SOVRANITÀ DEL POPOLO VENEZUELANO E OGGI, 23 GENNAIO, MANIFESTIAMO IL NOSTRO SOSTEGNO AL VENEZUELA BOLIVARIANO.”

Ieri sono definitivamente cadute tutte le maschere e l’Impero USA, per bocca del suo vicepresidente Mike Pence, ha promosso apertamente un colpo di stato in Venezuela. L’intenzione è quella di dare legittimità alla figura di Juan Guaidó come presidente di un governo di transizione, benché non sia stato eletto dal popolo. Il tutto si accompagna a nuovi scenari di violenza organizzata da gruppi fascisti appoggiati dagli Stati Uniti, ad appelli ai militari affinché rompano l’ordine costituzionale e ai lacchè del Gruppo di Lima, che se ne vanno in giro per i paesi parlando del Venezuela, quando in realtà cercano solo copertura per i loro loschi affari.Uno scenario amplificato dall’apparato mediatico delle grandi corporazioni. Non possiamo distogliere lo sguardo. Tornano alla mente le violenze (le guarimbas) del 2014 e, più recentemente, quelle del 2017 in cui ad essere colpito è stato soprattutto il popolo venezuelano (morti, feriti, blocchi stradali, attentati alle strutture pubbliche, alle università, agli asili nido, ai mezzi di trasporto, agli spazi culturali, il blocco delle forniture di alimenti, medicine, bancomat, servizi pubblici…). Vediamo che, ancora una volta, si cerca di trascinare il Venezuela in un’altra fase di tensione e scontro senza preoccuparsi del popolo, della democrazia o della libertà, perché ci sono davvero altri interessi in gioco . Non possiamo tacere. Ecco perché, dalla Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana vogliamo nuovamente denunciare: le manovre degli Stati Uniti con i loro appelli per promuovere un colpo di stato in Venezuela; l’insistenza dell’Unione Europea nel parlare di “elezioni libere”, quando il popolo venezuelano ha deciso, il 20 maggio 2018, di ratificare nelle urne Nicolás Maduro come legittimo presidente costituzionale. Le oltre 80 organizzazioni che compongono la RED, esigono inoltre che qualunque “gruppo di contatto” eventualmente creato dalla Unione europea solo si adoperi ad accompagnare il popolo venezuelano in un processo di dialogo e di pace, nel rispetto delle azioni e delle misure che egli solo ha il diritto di decidere all’interno delle proprie normative. Per questo motivo, rifiutiamo l’ingerenza imperialista, esigiamo il rispetto per la sovranità del popolo venezuelano e oggi, 23 gennaio, manifestiamo il nostro sostegno al Venezuela bolivariano.Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana Bruxelles, 23 gennaio 2019

IL VENEZUELA BOLIVARIANO SOTTO ATTACCO

di Giusi Greta Di Cristina - Ieri gli USA hanno buttato via la maschera: radunatevi, oh fieri oppositori del socialismo, e dichiarate di non ricoscere il legittimo presidente Maduro, eletto ancora una volta presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela. La farsa che si ripete: come in Iraq, come in Libia, come in Siria. Si sceglie un Paese di cui necessitiamo per ragioni economiche e si tenta di distruggerlo, in ogni modo. E se con qualcuno non ci riusciamo al primo colpo, ordiniamo sanzioni economiche che inginocchino il popolo, dicendo al resto del mondo che è il Presidente che li affama e non fa arrivare i medicinali. E se non fermiamo il Paese neppure con questo, armiamo i nostri amichetti di estrema destra, organizziamo rappresaglie, ammazziamo qualcuno, dicendo al mondo che è il Presidente che uccide attraverso l’esercito rivoluzionario. Ma se neppure questo funziona, che facciamo? Semplice: ripetiamo fino alla nausea che trattasi di elezioni false, sebbene gli osservatori internazionali giurano che il voto elettronico è, semplicemente, inattaccabile. E, al culmne di tutto questo, scateniamo golpe un giorno sì e l’altro pure… Anzi, facciamo di meglio! Proclamiamo presidente quello dell’opposizione che non ce l’ha fatta! Ora io lo scrivo nero su bianco: i difetti e gli errori compiuti dal legittimo governo bolivariano riguardano il popolo bolivariano. Gli USA e i suoi sporchi servi stiano fuori dagli affari dei Paesi del mondo. E se si scatenerà un’altra guerra di destabilizzazione – come se ancora il mondo non stesse piangendo per le dittature latinoamericane degli anni Settanta, per l’ex Jugoslavia, per l’Iraq, per l’Afghanistan, per la Libia, per la SIria – sarà inutile battervi il petto. Voi tutti, donne e uomini di destra, donne e uomini della sinistra imperialista, voi tutti che vi state schierando con la maledetta narrativa sanguinaria statunitense, siete degli assissini, perché state appoggiando dei criminali assassini.