Il Venezuela è di nuovo al centro di un'attacco mediatico con pochi precedenti. Le Fake News globali si rincorrrono nel tentativo di mostrare il carattere antidemocratico del governo in carica, eletto invece con consultazioni perfettamente democratiche e certificate dagli organismi internazionali. Come ha avuto modo di affermare l'ex presidente dell'Uruguay Pepe Muijica, "il problema del Venezuela è forse che è un paese fin troppo democratico". Se la Costituzione italiana è la più bella del mondo, quella venezuelana, la supera in termini di garanzie di libertà civili e sociali. Bisognerebbe leggerla. Se in qualsiasi altro paese occidentale si fosse creata la situazione di violenza di strada oggi in atto in Venezuela, le reazioni degli stati che si considerano interpreti della tradizione democratica sarebbero state ben più forti del timido tentativo di contenimento che le autorità venezuelane stanno operando. Il problema venezuelano consiste nella grande ed oggettiva difficoltà di emanciparsi da colonia esclusivamente erogatrice di petrolio e gas al nord del mondo per oltre 200 anni, ad un paese in grado di trasformare le sue formidabili risorse in investimenti che consentano di trasformare il paese. Per fare questo sarebbe necessaria la presenza di una classe di produttori che abbia a cuore il destino del paese e non l'accaparramento - ed oggi la serrata - delle sue risorse e il loro trasferimento verso USA e altri paesi. In realtà l'obiettivo delle oligarchie locali continua ad essere quello di rimettere le mani - per conto terzi - sulla grande impresa petrolifera del Venezuela (che ha le più grandi riserve mondiali, superiori a quelle dell'Arabia Saudita) e di assicurarsi, come ha sempre fatto nella sua storia, le misere royalties sufficienti alla sua agiata sussistenza, mentre l'80% della popolazione versava in condizioni di indigenza. La grande innovazione di Hugo Chavez, che era stato il primo leader a rilanciare un progetto di emancipazione continentale dell'America Latina - la Patria Grande - seguita dalle vittorie di Lula e di Roussef in Brasile, dei Kirchner in Argentina, del Movimento di Partecipazione Popolare di Muijica in Uruguay, del Movimento al Socialismo in Bolivia capitanato da Evo Morales, dal Paraguay del vescovo Fernando Lugo, della Revolucion Ciudadana di Rafael Correa e Lenin Moreno in Ecuador, rischia di essere abbattuta sotto il tiro incrociato delle menzogne globali che imperversano sulla quasi totalità degli organi si stampa e dei media mainstream occidentali e dall'azione della peggiore delle oligarchie del subcontinente, fatta di una pseudo-borghesia nullafacente e affezionata alla rendita gratuita sul petrolio e sul gas. Al di là dei possibili errori della classe dirigente chavista attualmente al governo, la posta in gioco è oggi quella di un Paese che, assieme all'Ecuador è l'unico paese che ancora resiste alle ingerenze nord-americane e al ritorno di prospettive neo-coloniali su uno dei continenti più ricchi di risorse naturali del pianeta. Un'ultima considerazione va fatta sulla comunità italiana e di discendenti italiani presenti in Venezuela, i cui esponenti di destra vengono continuamente accreditati dai media italiani come interpreti credibili della situazione del paese. Si tratta, di operazioni mediatiche a senso unico, che non considerano che gran parte degli italiani in Venezuela sostengono invece il governo di Maduro, come hanno sostenuto l'esperimento di Chavez, grazie al quale il Venezuela, per riconoscimento dell'ONU, è il primo paese al mondo ad aver abbattuto, negli ultimi 20 anni, la povertà e l'indigenza, la mortalità infantile e l'analfabetismo, ad aver quasi decuplicato il tasso di scolarità primaria, secondaria ed universitaria e allargato l'assistenza sanitaria pubblica; un paese che ha oggi un tasso di disoccupazione, del 6,5%, cioè la metà di quello italiano e francese. Diamo spazio, negli interventi che seguono, a quanto ci raccontano dal Venezuela, gli italiani che vivono in questo paese, quelli esclusi dalle correnti del mainstream dell'informazione cosiddetta indipendente, cioè la Cnn, la Fox da cui emanano le Fake News universali che appestano il pianeta e che vengono riprese senza alcun approccio critico dalla inetta "informazione" italiana.
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