L’amministrazione Bolsonaro risponde all’accorato appello di Sebastian Salgado sul genocidio dei popoli indigeni dell’Amazzonia brasiliana. Nelle stesse ore in cui tante personalità del mondo della cultura mondiale aderivano alla denuncia

delle politiche assassine del governo brasiliano operata dal grande fotografo, Bolsonaro e i suoi hanno sostituito due dirigenti dell’Istituto brasiliano dell’ambiente e delle risorse naturali rinnovabili, i due più attivi nelle operazioni di controllo e repressione delle attività illegali dei cercatori di oro e tagliatori di alberi in Amazzonia. Renê Luiz de Oliveira e Hugo Ferreira Neto Loss sono stati costretti a lasciare i loro posti di lavoro due settimane dopo aver condotto un’importante operazione per combattere l’estrazione e il taglio illegale in Amazzonia. Sono stati sostituiti da uomini di fiducia del governo Bolsonaro come un ex colonnello della Rota, Rota la sanguinaria truppa d’élite della polizia militare di San Paolo, già responsabile di aver permesso, l’anno scorso, esportazioni di legname senza licenza. I due dirigenti esonerati avevano messo a segno più operazioni contro chi sta distruggendo la foresta amazzonica e mettendo a rischio la vita delle popolazioni indigene ivi residenti propagando tra loro l’infezione da coronavirus. Nell’ultima loro operazione erano stati arrestati numerosi cercatori d’oro e taglialegna. I loro macchinari erano stati dati alle fiamme. Bolsonaro aveva immediatamente fatto conoscere la sua irritazione per l’accaduto. Per lui gli strumenti dei saccheggiatori non dovevano essere distrutti e aveva fatto arrivare, come sempre, la sua solidarietà a chi dell’Amazzonia vuole fare cenere in nome degli affari. by Raiawadunia