Quello che succede nel mondo non può certo passare sotto silenzio. Gravi sono le cose che stanno accadendo in Cile, in Brasile, in Venezuela ed in Argentina, tanto per fare alcuni esempi, come gtave continua ad essere la situazione dei paesi africani ed in altre parte del mondo come la Cina e l’India.

E’ per questo, che abbiamo deciso di inserire una nuova rubrica settimanale che parli di questi avvenimenti e dell’ondata di violenza che ormai investe gran parte del mondo. Questa settimana, abbiamo, dopo le dichiarazioni del figlio di Bolsonaro anche lui deputato e si direbbe più radicale del padre presidente. Per parlare del Brasile , ci serviamo dell’articolo del periodico Raiawadunia che riportiamo qui di seguito. (SA)

EDUARDO BOLSONARO PROPONE DITTATURA E FASCISMO SE IL POPOLO BRASILIANO SI RIBELLERÀ COME QUELLO CILENO

Uno dei figli del presidente brasiliano, il deputato Eduardo Bolsonaro, minacciò di ristabilire la dittatura in Brasile se la sinistra si “radicalizzasse”. A suo avviso, porre fine a tutti i diritti civili della popolazione è un’opzione sul tavolo. “Verrà un tempo in cui la situazione sarà la stessa della fine degli anni ’60 in Brasile, quando dirottavano aerei, giustiziavano e rapivano autorità, consoli, ambasciatori, assassinavano poliziotti e soldati … Se la sinistra si radicalizza dovremo dare una risposta, e la risposta può avvenire tramite un nuovo AI-5, attraverso la legislazione passata attraverso un plebiscito come è successo in Italia … “. L’IA-5 (Atto istituzionale numero 5) fu approvato dal governo militare del generale Arthur Costa e Silva nel 1968 e diede inizio al periodo più duro della dittatura militare brasiliana (1964-1985). Durante i dieci anni in cui fu in vigore, le persone sospettate, di crimini politici o contro la sicurezza nazionale, potevano essere detenute dalla polizia senza un mandato giudiziario, il presidente della Repubblica aumentò il suo potere fino a poter decretare la chiusura del Congresso Nazionale, annullare i mandati parlamentari e sospendere i diritti politici di qualsiasi cittadino, tra le altre misure. Insomma, carta bianca per il regime militare nella repressione e soppressione dei suoi avversari politici. Il plebiscito italiano a cui fa riferimento Bolsonaro è quello organizzato dal Partito fascista in Italia nel 1929, quando le libere elezioni furono abolite. Gli elettori potevano votare solo “sì” o “no” per approvare l’elenco dei deputati nominati dal Gran Consiglio del fascismo. Bolsonaro ha parlato di queste opzioni quando gli è stato chiesto della vittoria del peronismo in Argentina e delle proteste del Cile. Ha descritto la sinistra come un “nemico interno di difficile identificazione”. Ha detto di non augurarsi di dover arrivare a certe misure, ma di ritenerle un’opzione. Lo stesso martedì, in seduta plenaria della Camera dei deputati, il figlio del presidente aveva già accennato a un ritorno alla dittatura militare in Brasile, affermando che la storia “può essere ripetuta” perché il governo di Bolsonaro non tollererà mai manifestazioni come quelle in Cile . Non è la prima volta che il figlio di Bolsonaro fa questo tipo di dichiarazioni. Durante la campagna elettorale dell’anno scorso affermò che chiudere la Corte Suprema era molto facile, perché bastavano “un caporale e un soldato” per farlo. L’intera famiglia Bolsonaro è nostalgica della dittatura. Il presidente e i suoi figli citano spesso il colonnello Carlos Alberto Brilhante Ustra, uno dei massacratori del regime, come uno dei suoi eroi. by Raiawadunia