(Antonina Casccio) “Ogni casa è un mondo”,sentivo dir da bambina e mi sembrava immaginare ogni casa come una piccola replica del mondo. La frase in verità voleva significare che ogni casa, ogni famiglia ha caratteristiche diverse e problemi diversi.

 Ma la mia immaginazione non era mica tanto sbagliata. Ogni casa è nello stesso tempo una piccola copia del mondo. Così come lo è ogni gruppo umano, ogni scuola,ogni impresa, ogni città ed ogni paese. Certamente Mendoza non potrebbe mancare a questa caratteristica e nemmeno la sua gente. Perciò, anche la collettività italiana di Mendoza è una copia della collettività italiana d’Italia. In pochi mesi è arrivata a perfezionare la sua somiglianza all’attualità del nostro europeo paese. Dunque, la FEDERAZIONE degli ITALIANI in Mendoza (FEDIME) che altro potrebbe essere se non una piccola, insignificante ma significativa copia dell’attuale Governo Italiano? Dobbiamo essere giusti e dire che nel seno della federazione si lavora in questo senso da anni. Ma la percezione, e con basi serie e agevolate dal diritto di essere maggioranza, sta arrivando adesso. Basta presentarsi ad una delle lunghe e noiose riunioni dell’ultimo martedì del mese. Là dentro c’è di tutto. Ci sono quelli che dicono difendere il diritto alle tradizioni e affermano che la pizza è patrimonio culturale dei calabresi, i “cannoli” dei siciliani e la pasta dei marchigiani, ad esempio. Perchè sono stati loro a vendere questi componenti gastronomici della cultura per 25 anni alla Festa in Piazza di Mendoza. Ma non contenti di questo, adesso che sono cresciute altre fiere in altri comuni, con la presenza e lo sforzo di alcune associazioni in maniera indipendente, adesso che queste altre fiere diventano negozio sicuro, loro sorgono come i padroni di tutte le fiere della provincia. E non ci fermiamo qua, anche del Cuyo (Mendoza, San Juan e San Luis) perchè se il Consolato ha tutta questa estensione perchè loro no? In conclusione, dobbiamo chiedere il permesso a FEDIME per andare alle fiere, pagare Il...no, non il pizzo, per carità! Ma, una percentuale per il suo mantenimento! E poi, domandare se vogliono che facciamo la pizza , come dobbiamo vestirci e se è corretto che facciamo amicizia col sindaco giustizialista o con quello radicale (peccato non ce ne sia uno di sinistra) perchè FEDIME è una istituzione apolitica. Il che vuol dire che fa più politica di tutti, ma nel proprio interesse,voglio dire l’interesse di quelle della commissione direttiva. Certamente,per arrivare alla perfezione del cavaliere, manca ancora, però lo sforzo c’è ed è costante. Finalmente, nell’ultima riunione, le discussioni si sono ampliate. Ora si discute anche tra quelli del Nord e quelli del Sud. Ho visto un simpatico vecchietto del Nord, che diventato un Mussolini in potenza in maniera rapida ed esplosiva, dirmi che siccome noi siamo troppo superbi (quelli della Trinacria,dell’USEF, della Sicilia) è sicuro che se loro ci ordinassero di non andare alla fiera noi non rispetteremo questa direttiva!?. Ho risposto che se lo Statuto permettesse a FEDIME questo,lo farei. Ma lo statuto di FEDIME, peccato, non dà queste attribuzioni all’organizzazione. Se così fosse, noi non avremmo partecipato. Ho visto nella stessa riunione una della Puglia andare contro una gentile signora del Nord, che si occupa di fatti politici come cercare di salvare la proprietà della Società Cristoforo Colombo per noi italiani, attaccandola perchè lei non crede che una del Friuli come lei dia importanza alla cultura del Sud, precisamente alle opere d’arte dei pugliesi. Allora, qualcuno ha suggerito che alla prossima riunione potremmo invitare Bossi (sì quello)per essere al completo. Tutte questi tristi ed oscuri pettegolezzi, mi portano a due conclusioni: una, devo ripensare con la gente della associazione (e lancio l’appello), se c’interessa veramente partecipare a queste fiere (per il momento per nostra decisione, non andremo alle prossime due, Guaymallèn e Godoy Cruz) pagando il prezzo dello sgomento e la vergogna che ci causa stare assieme a gente che agisce in questo modo. L’altra, se non c’è una prontissima reazione in favore del criterio e del buon senso, della giustizia e la democrazia, l’Italia sarà persa in poco tempo, come nazione, ma anche come cultura all’estero, dove non dà esempio e non può essere additata da modello da parte di nessuno.