Salvatore Finocchiaro, Presidente del Centro studi e ricerche dell’USEF di Rosario (CEIA-USEF), fa pervenire alla Direzione un intervento scritto quale contributo alla discussione. Intervento che qui sotto riportiamo in versione bilingue così come ci è pervenuto.

Riflettendo sulla proposta di partecipare a questo incontro di fine anno, non riesco a smettere di pensare alla storia, per me la U.S.E.F. è stata ed è una istituzione importante nella mia vita, che ha segnato un prima e dopo, penso che nella vastità del territorio, un modo importante di pensare la migrazione, non solo come soggetti transumante, che per vari motivi hanno lasciato il luogo di origine, pensare le migrazioni come territorio occupato di elemmenti materiali e immateriali, geografie che nascono nel corpo delli migranto, mezzi sul corpo della famiglia; per arrivare alla geografia dove hanno stabilito. Penso che il numero che rappresentato quantità è molto più di questo, sono storie che ripercorrono la storia della vita, con nomi ed cognomi; che a loro volta hanno dato significato a questi territori che hanno tenuto alla loro cultura, con i loro sentimenti, ama e strazi,sofferenze e trionfi. Oggi nella storia ci troviamo in un momento diverso. Le istituzioni sono composte da uomini con la loro storia, con la differenza che rende storie collettive, e stampa un'impronta queste istituzioni, di desiderio, di desideri, di aspettative, di progetti, della visione future. Queste istituzioni sono costituiti da problemi concreti, ma la colonna vertebrale sono quelli intangibili, legato a questo strano bisogno di proiettare piu lontano esistente oltre il nostro tempo transitorio nel costruire il racconto dell'istituzione. Questo è un momento di transizione, in un tempo di crisi (modifica) nel senso greco del termine. Oggi più che mai dovremmo considerare la proiezione al momento della nostra istituzione, proiezione che supera il nostro tempo naturale. Questa è la sfida etica, a mio avviso, dobbiamo percorrere Meditate le possibilità di rafforzamento e di proiezione. E 'il mio desiderio di fornire uno stimolo e progetti che rafforzano lo sforzo fatto in questi lunghi anni di costruzione un'istituzione che oggi deve crescere per camminare a destinazione di trasformazione e approfondimento nella battaglia di quella grande risorsi Umani che è la Migrazione. Nella speranza di contribuire che la crescita necessaria e di priorità, rinnovo le mie energie nelle sfide future che il per venire offre. Lasciando un grande abbraccio ai Compagni membri del Consiglio di Generale. Affettuosamente. Hasta la Victoria Siempre.

 Reflexionando sobre la propuesta de participar en este último encuentro del año, no puedo dejar de pensar en la historia, para mí la U.S.E.F. ha sido y es una institución relevante en mi vida, que ha marcado un antes y un después, pienso esto en la vastedad del territorio, una forma importante de pensar la emigración, no sólo como sujetos trashumantes, que por distintos motivos partieron de su lugar de origen, pensar la emigración como un territorio ocupado de elementos tangibles e intangibles, de geografías que nacen en el cuerpo del emigrado, se entiende sobre el cuerpo de la familia; para llegar a la geografía donde se han establecido. Pienso que ese número que representa en cantidad es mucho más que eso, son historias que trazan la trayectoria de las vidas, con nombres y apellidos; que a su vez han dado sentido a esos territorios que han ocupado con su cultura, con sus sentimientos, amores y desamores, sufrimientos y triunfos. Hoy la historia nos encuentra en un momento diferente. Las instituciones están formadas por hombres con su propia historia, con la diferencia que esa historia se hace colectiva, e imprime a esas instituciones una impronta, de deseo, de anhelos, de expectativas, de proyectos, de visión de futuro. Esas instituciones están formadas por cuestiones tangibles, pero su columna vertebral son aquellas cosas intangibles, ligadas a esa extraña necesidad de proyectarse en la existencia mas allá de nuestro tiempo transitorio en la construcción de ese relato hecho institución. Estamos en un momento de transición, en un momento de crisis (cambio) con el sentido griego del término. Hoy más que nunca debemos pensar en la proyección en el tiempo de nuestra institución, proyección que supere nuestro tiempo natural. Ese es el desafío ético, a mi entender, que debemos transitar. Reflexionar las posibilidades de afianzamiento y de proyección. Es mi deseo aportar un estímulo y proyectos que afiancen el esfuerzo realizado en estos largos años de construcción de una institución que hoy debe crecer para caminar hacia su destino de transformación y profundización en la lucha de ese gran recurso Humano que es la Emigración. Esperando contribuir a ese crecimiento necesario y prioritario, renuevo mis energías en los futuros desafíos que el porvenir nos presentará. Dejando un fuerte abrazo para los integrantes de Nuestro Consejo de Dirección. Afectuosamente. Hasta la Victoria Siempre.