(Antonina Cascio) - Ho seguito alla RAI, a Internet e su Facebook i risultati delle Regionali in Sicilia. A dir la veritá, penso che ancora sono troppo credulona, pensavo che sarebbero in piú a celebrare tra i siciliani di facebook, sopratutto quelli di Mendoza ed Argentina che sono tanti. Ho manifestato la mia soddisfazione per i risultati e mi trovo con gente che

–essendo del PD e dicendosi in privato socialista- mi fá i complimenti come se loro fossero soltanto vicini o amici e non commilitoni. Mi sono trovata su facebook, in maniera strepitosa, con un silenzio fortissimo, profondo, si direbbe cautelativo. Da queste parti la gente non ha perso la paura della mafia. Mi dicono alcuni che sono troppo temeraria e che dovrei tacere le mie idee politiche. A ché servirebbero allora? A dar posto alla destra, alla destra mafiosa mi riferisco, ai padroni senza dubbio. Quei padroni che molti siciliani portano nel dna, che ancora dopo tre generazioni non dimenticano. Certamente questa caratteristica siciliana é relativa alla nostra storia di sottomessi- da tanti popoli - che per sopravvivere e salvaguardare l’identitá hanno dovuto tacere e nascondersi. Mi son trovata con espressioni su facebook di personaggi che manifestano contro i politici dicendo che preferiscono i militari nel parlamento. Che pur per non muover un centimetro il sedere dalla sedia dove ce l’hanno da anni preferirebbero essere sottomessi per un’ennesima volta. Paura di cambiare? Vigliaccheria secondo me. Ma con me la vigliaccheria non va e manifesto apertamente la mia soddifazione per il risultato di questa elezione nella quale la destra si é divisa giocandosi le prospettive di vittoria, una elezioni nella quale sono stati pochi a votare perchè alcuni illuminati hanno creduto di far danno ai politici rimanendo a casa (mentre hanno perso cosí la possibilità di esprimersi, di partecipare al cambiamento), una elezione nella quale di tutti quelli che sono andati a votare e con i quali mi congratulo, mi congratulo ancora di piú con la maggioranza che ha votato Crocetta. Ricordo agli amici siciliani che, sebbene ho una straordinaria memoria fino al momento e spero mantenerla ancora per lungo tempo, non li criticheró quando – se le cose vanno come spero e mi auguro, cioé un pó meglio, non tanto, ma abbastanza- li veda schierarsi apertamente per quelli che faranno la loro convenienza. Questa sera, lontana, in una provincia di Argentina dove molti siciliani hanno trovato lavoro e si sono fatti la casa per allevare i figli, io festeggio la possibilitá di risorgimento della Sicilia, celebro la possibilitá di una relazione e comunicazione piú matura e giusta tra il governo siciliano e gli emigrati e mi auguro che in un tempo vicino, i siciliani di Mendoza e del mondo si sentano capaci di schierarsi apertamente per quello che sentono e pensano, in modo da essere loro a controllare i governi e ad esigere il rispetto per i propri diritti.