Salvare la vita. L’istinto di conservazione degli essere umani per fortuna ancora resiste. La specie ha segnato nel nostro dna l’obbligo di lottare per la propia conservazione e quella del genere. Ma indubbiamente la vita nelle grandi cittá ad alta tecnologia e superpopolate del mondo attuale è diventata

una mostruosa sfida permanente, una lotta dove vince il piú forte e chissá anche un tortuoso gioco a scacchi. Per non dire che ci sono quelli che la sfida la fanno giocandosi per soldi, piacere personale o potere, la vita degli altri, cioé di tutti noi, comuni mortali che popoliamo questi grandi quartieri allo stile di formiche che fanno sempre la stessa rotta insieme, quella che tracciano alcuni per poi portarci dove conviene loro. Ieri sera, a Buenos Aires, propriamente a San Miguel, un posto della popolatissima Gran Buenos Aires, cioé della enorme e distesa periferia della capitale argentina, un treno si è scontrato ad altissima velocitá un’altro treno che era fermo sui binari, la macchina di uno, si è incastrata dentro l’ultimo vagone dell’altro, fino quasi a metá. I due treni erano pieni di passeggeri che tornavano a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Raccontano i vicini della zona che hanno sentito il boato ed hanno visto l’incidente, notando anche che prima che l’altra macchina arrivasse, i passeggeri del vagone del treno fermo saltavano giù dal treno, per salvare la vita. Il fatto é che hanno trovato soltanto 4 morti e piú di 50 feriti, alcuni logicamente quale conseguenza della fuga per scampare all’incidente. Questo fatto, ci da la misura dell’istinto, della reazione naturale, che viene dalle proprie origini quasi animali ed istintivi, di preservarci. Salutare reazione, meraviglioso istitnto da coltivare e cercare di far rinascere in tutti quelli che abitiamo le chiamate “selve di cemento”, questi enormi quartieri , pieni di enormi edifici, di grandi palazzi e di risorse tecnologiche che ci fanno credere di essere piccoli dei, che premendo un tasto otteniamo quel che vogliamo, l’ istinto di conservazione. Ma come agire con i criminali che giocano con la vita degli altri? Come risolvere questa problematica prima di arrivare a conseguenze disastrose? Quello di ieri in Argentina non é stato un incidente. C’era un treno dello stato , pieno di persone, che rispettando i segnali di controllo, si era fermato ad aspettare per avere il passo libero. E ci fú un’altro treno dietro, sulla stessa via, un treno di una impresa privata (di quelle a cui Menem ha venduto la ferrovia), che non ha rispettato il segnale, avanzando velocemente fino a provocare lo scontro mortale. Perché vi domandate, perché é stato un atto criminale e no un incidente? Vi spiego brevemente; questi treni procedono a 4 freni, cioé a 4 congegni che servono a frenare il treno. Ci vuole un personale attento perchè uno di questi freni, a carico del machinista, deve essere tutto il tempo premuto sotto il suo piede, l’altro freno inutilizzato, a carico dell’aiutante, era il freno a mano , che aveva un lucchetto. E che invece doveva essere pronto ad essere abbassato per evitare lo scontro in caso che gli altri freni non funzionassero. Il primo freno, quello del machinista, era assicurato al pavimento della macchina con chiodi arruginiti. Cioé da molto tempo¡ Chissá quante volte ci siamo salvati di un fatto cosí per miracolo e non per l’istinto di conservazione. Sono i due machinisti ora ad essere in prigione, ma dovrebbero trovarsi lí gli azionisti di questa impresa, che di sicuro sapevano questa strategia e non la proibivano perche per farlo dovevano pagare piú personale, piú persone a lavorare sullo stesso treno e fare questo lavoro cosí stressante che esige un’ attenzione permanente¡ Capito il motivo? Soldi. Questa situazione, purtroppo, si ripete ad altri livelli, anche quello famigliare, anche quello dei sentimenti. In questo caso non per risparmiare soldi ma per risparmiare affetto, dedizione, interesse e sforzo sull’aspetto personale, tanto poco valorizzato nella vita moderna. Tutti abbiamo il “difetto” di caricare gli sforzi e le piú grandi aspettative sul piano sociale e lavorativo, dimenticando quello intimo, personale ed affettivo. Perché? Chissá, questo comportamento forse è prodotto della vita bugiarda che conduciamo quasi tutti, basata sulle premesse delle apparenze, sulle regole di relazioni imposte dalla societá globale, pacata, falsamente diretta verso un equivoco sentimento di”moralitá immorale” per il quale dobbiamo fingere quello che non é, trasformando la vita in un inferno di bugie e di sentimenti negativi, cercando di nascondere il sole con le dita di una mano e seppelendo ogni possibilitá di una vita degna di chiamarsi tale. Purtroppo, cosí, ci facciamo anche male gli uni agli altri, soffrendo in silenzio , credendo di fare del bene, mentre invece provochiamo tanti dolori. Forse tante maschere, ora che é carnevale, dovremmo lasciarle per strada, buttarle a mare o nei fiumi o i canali e riservarci il diritto di dire ogni tanto la veritá a chi dobbiamo dirla, anche a rischio, come diceva, Camus, di perdere la propria “dignitá”, ma salvando la vita dei sentimenti, anche questi scritti sul nostro dna e perció importantissimi. Antonina Cascio.