Riflettevo stamattina sulle situazioni della storia umana e come ognuna di queste cambia la vita di tutti noi. Mi son trovata sul mio facebook e quello dell’USEF Internazionale, un video filmato realizzato dal mio caro amico Rosario Castelli, professore dell’Universitá di Catania che ci ha visitati lo scorso mese di novembre.

Noi, la Trinacria Oggi, USEF, ci troviamo a Mendoza, Argentina. Lui a Catania in Sicilia. Il video ci da un panorama appassionato della cittá di Buenos Aires, capitale dell’ Argentina. Rispecchia la meravigliosa sensazione di ammirazione e sorpresa che provoca questa cittá, alla fine del mondo quasi, in tutti quelli che arrivano dall’Europa. Certamente é stata costruita guardando verso Parigi, Roma, Londra, etc. In questi giorni nei quali ricordiamo,specialmente gli italiani i 150 anni di unitá geografica e politica del paese, si puó forse capire meglio come l’emigrazione ha fatto la differenza in tutto il mondo, ma sopratutto l’emigrazione della seconda metá del secolo XIX. L’Italia lottava in quegli anni per riuscire a dare forma ad una unitá politica. Tanti uomini del Sud, dell’antico regno delle due Sicilie, davanti ad un panorama di morte, fame e devastazione sono partiti per la lontana America. Con loro anche molti lombardi, piemontesi e veneti, anche loro trovatisi in una situazione disperatamente grave dopo le guerre di unitá, quando ancora il sistema feudale premeva per tornare ed in quelle zone la fame prevaleva, senza la moderna e posteriore meccanizzazione. Tutti questi italiani arrivarono a Buenos Aires e scelsero diversi destini all’interno di questo grande e giovane paese. Un paese minato da una lunga guerra tra fratelli discendenti di Spagna che si univano soltanto per distruggere gli abitanti locali, primitive e pacifiche culture che amavano la natura e non erano in grado di difendersi ancora. Se l’Italia non avesse intrapreso quella lungua guerra che la portó all’unificazione, se non ci fosse stato Garibaldi, mercenario in cerca di buoni stipendi, chi puó negarlo, ma importante e strategico personaggio con una ampia visione del mondo globale di allora (sí, la globalizzazione esisteva giá ai tempi della guerra di Troja con l’antica Grecia), chissá i nostri emigranti dove avvrebbero potuto finire il loro percorso! Senza i nostri emigranti l’Argentina non sarebbe quello che é. Ma attenti cari connazionali,, senza l’Argentina e gli emigranti italiani che se ne sono venuti a lavorare in Argentina,senza le leggi di apertura di questo paese verso i nostri poveri e nostalgici viandanti che dovettero abbandonarlo tutto, nemmeno l’Italia sarebbe quello che é. Come a San Cataldo il nostro segretario, in tutte le scuole italiane quest’anno, si dovrebbe insegnare dov’é l’Argentina, come ha influenzato la vita della nostra patria, come si é perfezionata ed é riuscita a fare bellissime cittá ( il video di Rosario Castelli, e non solo questo, ma uno che ha filmato a Mendoza sull’Aconcagua potrebbero aiutare abbastanza, sommati al film ”La terra é nostra” del quale ha parlato il segretario generale a San Cataldo). E come ancora, con la partecipazione degli emigrati ed i loro discendenti puó collaborare intraprendendo una interrelazione sociale, culturale ed economica tra entrambi paesi. Siamo ai 150 anni di unione ma non solo italiana, d’Italia con Argentina e tanti altri paesi di Latinoamerica e del mondo. Qua, in Argentina, attraverso l’USEF, ci sono tante scuole nelle quali allievi e docenti sarebbero contenti di stabilire un rapporto piú stretto. Come docente di tanti anni, sono sicura che é attraverso i bambini che i genitori imparano di piú. Chissá dobbiamo affidare a loro non soltanto la celebrazione adeguata dei 150 anni d’Italia, ma anche il nostro futuro, fuori di ogni metafora. (Antonina Cascio)