La crisi alla fine, colpisce in maniera brutale, anche bella se si può dire, bella incorniciata nella sua bianca freddezza di quella neve oggi presente a Mendoza. Un ondata di freddo polare ha invaso l’Argentina, paese di avanzata o di fine (del mondo). Mentre avanziamo attraverso alcune leggi moderne e democratiche, continuiamo a soffrire la miseria e l’economia di guerra che permanentemente è stata la nostra caratteristica.

Leggevo l’altro giorno un articolo nel quale l’autore diceva una frase veramente ragionevole che mi ha convinto della sua chiarezza di pensiero: “non possiamo dire che un paese è stato tra i primi o i più ricchi del mondo se la sua popolazione `è stata sempre sommersa nella miseria più assoluta”. Ed è così. Sebbene è vero che l’Argentina arrivò negli anni ’30 ad essere al 7º posto nel mondo per la sua ricchezza, la popolazione non è mai stata al di sopra della soglia della miseria per almeno il 60%. Per essere un paese ricco bisogna avere una popolazione nella quale la maggioranza abbia lavoro e la possibilità di una casa dove abitare con la famiglia e la possibilità di avere una vita degna, nella quale i figli vadano tutti a scuola per libera scelta dei genitori e non per sfruttare il contributo che il governo per ogni figlio che freguenta la scuola. Cifra che si può riscuotere solo se il bambino è a scuola e che poi, magari, il genitore spende in alcol o in festini di birra e” asado”, ma mai nella educazione dei bambini. Oggi i tetti di Mendoza e di molte altre città dell’ Argentina, si sono svegliati carichi di neve congelata. E sebbene erano soltanto 10 cm. Di spessore che a un tetto normale non può fare danno, questi 10 cm sfondano un tetto di plastica sotto il quale dormono i bambini di queste famiglie che non ne sanno di cultura della salute e della vita sana, che non sanno spendere i soldi che arrivano senza sforzo di lavoro, che come diversivo, , usa anche come se fosse droga, per dimenticare il proprio stato d’indigenza. Molti bambini di Argentina in questi giorni si ammalano di bronchiti e purtroppo, molti di loro, come tanti anziani, moriranno di una malatia che in questi giorni del secolo XXI si dovrebbe sanare con una semplice medicina e un pò di letto caldo, due cose che, malgrado le publicità del governo , non hanno. La crisi in Argentina, e in Amèrica Latina, non è soltanto una crisi economica, anzi, non dovrebbe esserlo, chissà non dovrebbe esistere, ma è anche una crisi culturale, una crisi morale, una crisi politica. Quando tutti noi riusciremo a capire questa situazione nella sua vera e completa dimensione, forse saremo capaci di trovare una soluzione per i nostri indigenti, per i nostri “immigranti nella propria terra”, immigranti dalla povertà e dalla ineguaglianza.