(Antonina Cascio) - Oggi, in Argentina, celebriamo il giorno del Giornalista. Un 7 giugno del 1810 Mariano Moreno inaugurò “La Gazeta de Buenos Ayres”.  Era un politico, che faceva parte della “Primera Junta de Gobierno Patrio”, come si usa chiamare il gruppo che quel 25 maggio si era costituito al “Cabildo”(cioè la Casa di Governo di allora) per promuovere il primo governo nelle Provincie “Unidas del Rio de La Plata”,

che ancora non si sapeva cosa sarebbe. C’erano i monarchici, c’erano i repubblicani, c’erano quelli che volevano la liberazione dai francesi (Napoleone aveva preso possesso del governo in Spagna) e c’erano quelli che volevano la liberazione definitiva. Nomi tanto diversi come Saavedra (militare spagnolo), Juan Manuel Belgrano (avvocato figlio di un emigrante italiano), Castelli (figlio di un commerciante veneto, parente di Belgrano, anche lui avvocato ed amante delle belle donne) che partì presto per il Nord a partecipare della lotta armata come dopo lo fece il cugino, morendo entrambi troppo giovani. Castelli nel 1812 e Belgrano nel 1820, come conseguenza della terribile vita che dovettero affrontare senza preparazione per la lotta, vita che provocò loro delle malattie mortali. Tra altri, con loro c’era Mariano Moreno, scomparso tragicamente su una nave che viaggiava verso l’Europa, a marzo del 1811, a soli 33 anni. In questi giorni se ne parla come mai di Moreno, si sono pubblicate le lettere della moglie,una ragazza di soli 20 anni (all’epoca le donne sposavano a 13 e 14 anni), Maria Guadalupe Cuenca, che seppe della morte del marito molto tempo dopo. Mariano Moreno faceva parte del gruppo più rivoluzionario della Primera Junta, nel quale c’erano anche Belgrano, Castelli, Paso. Chissà perché, d’allora, la caratteristica di rivoluzionario, la possibilità di cambi troppo profondi, portavano paura e diffidenza alla gente. Mariano Moreno era un tipo intelligente, colto, preparato e con ambiziosi progetti per la nuova patria che nasceva. Nel suo primo numero della Gazeta, scrisse: "El extranjero no viene a nuestro país a trabajar en nuestro bien, sino a sacar cuantas ventajas pueda proporcionarse. Recibámoslo en buena hora, aprendamos las mejoras de su civilización, aceptemos las obras de su industria y franqueémosle los frutos que la naturaleza nos reparte a manos llenas. Pero miremos sus consejos con la mayor reserva..." Un giusto consiglio per un paese che doveva crescere e aveva bisogno della partecipazione di altre nazioni senza perdere l’autonomia. Purtroppo, misteriosamente per alcuni storici, Moreno morì sulla nave ed ebbe l’oceano come tomba Un anno dopo morì Castelli. Belgrano perse l’appoggio del governo di Buenos Aires e lottò malato e senza ricevere mai la sua paga, nel Nord, tornando a Buenos Aires in uno stato calamitoso. Il giorno che morì, c’era una rivolta contro il governo a Buenos Aires. Solo, povero, e deluso, nessuno lo accompagnò fino alla sua ultima dimora tranne la famiglia ed un paio di amici. Per il ruolo che la stampa ha compiuto da quel tempo in Argentina e nel mondo, è stato scelto da noi il giorno della prima apparizione della Gazzetta come giorno del giornalista. Certamente unendo la personalità del fondatore a questo giorno . Io, che mi considero giornalista, anche se trovo spazio per quello che scrivo , soltanto fuori dall’Argentina ( uno spazio del quale mi sento onorata), e che appartengo ad una famiglia di giornalisti, vorrei poter onorarne della situazione della stampa in Argentina ed anche in Italia. Vorrei pensare che tutti assomigliamo un poco a Mariano Moreno. Purtroppo, la stampa, nel mondo, in Italia ed in Argentina, soffre le variazioni di umore dei capi di stato, dei politici di turno, e dei padroni delle imprese, tante volte anche nel ruolo di capi di stato. E noi siamo piccoli, siamo deboli, siamo umani, ma ancora abbiamo la parola, la penna, il PC e l’immagine, per fortuna. Buona giornata per i giornalisti di tutto il mondo. Un saluto speciale a Luigi Vajola, ad Agostino Spataro, a mio figlio, Adrián Salvador Sgroi ed a Salvatore Augello. Ed il ricordo per mio marito,Carmelo Sgroi, che si potrebbe dire che morì giornalista.