Mendoza, il 18 febbraio 2010

OGGETTO: festa in piazza 2010.

Al Sig. Console Generale Dr. Tombaccini - MENDOZA

Alla Commissione Direttiva Di FEDIME - S E D E E’

Con vero rammarico, che la Commissione Direttiva di TRINACRIA OGGI – USEFMza (Unione Siciliana Emigrati e Famiglie),

si vede costretta a decidere di rinunciare a prendere parte alla prossima festa in Piazza. A tale decisione arriviamo, dopo avere preso atto che non ci sono sufficienti margini di democrazia nella gestione della festa. Anzi, ci duole notare, che si sono sempre più sviluppati atteggiamenti arroganti, che spesso rasentano anche la cattiva educazione da parte di qualcuno ed il cattivo gusto. In questa crescente deriva, FEDIME, non solo non ha dato segni di equilibrata ed obiettiva gestione, ma ha sempre più dato la netta impressione di difendere diritti e privilegi illegittimamente accaparrati. Ci riferiamo al metodo dell’esclusiva nella vendita dei prodotti, che invece dovrebbero essere lasciati liberi, per affermare la qualità e non certo immeritate ed incomprensibili priorità. FEDIME, inoltre, non solo non verifica la reale rappresentatività delle singole istituzioni, ma consente a personaggi che nulla e nessuno rappresentano, di arrogarsi diritti di rappresentanza mai riconosciuti da nessuno. E’ il caso, ad esempio, di quel personaggio che dice con arroganza di rappresentare Sicilia Mondo, quando le autorità siciliane di questa organizzazione, non sanno nulla e sono ferme all’ultimo rappresentante nella persona dello scomparso Janni. Un altro aspetto della deriva, che FEDIME finge di non vedere o semplicemente tollera, è la così detta terziarizzazione sempre crescente della festa. Ossia, il fatto che ci sono enti che danno lo stand o chiosko in gestione a terzi, in cambio di un utile sicuro. Questa è una pratica, che cambia il significato della festa, che dovrebbe essere, così come in passato è stata, una occasione di socializzazione, di integrazione tra culture diverse, di visibilità delle varie associazioni attraverso un lavoro di volontariato, attraverso il quale garantire la sopravvivenza dell’ente stesso. Questa festa, quindi, a nostro avviso, si è sempre più trasformata in un mercato. Per altro è FEDIME stessa a perseguire questa strada, dal momento che impone ai partecipanti di pagare una tangente pari al 15% del fatturato. Quest’anno ad aggravare ancora di più questo aspetto, FEDIME impone il solito 15%, e per la prima volta fissa obbligatoriamente un limite minimo di 1.500 pesos. Una somma esorbitante di 500 pesos al giorno, ad enti che spesso non superano 5 – 6.000 pesos di vendite lorde, enti che in questo modo verrebbero messe in condizione di perdere subito una cifra non sopportabile, oltre che ingiustificabile. Una decisione inqualificabile, che nulla ha a che vedere con lo spirito sociale della festa, che in questo modo si trasforma in un affare solo per FEDIME. Questa ultima decisione di “contributo obbligatorio” a FEDIME, va aggiunta al fatto che si ignora che la cucina siciliana ha una enorme varietà di piatti tipici, che portano alla preparazione spesso anche molto diversa della stessa pietanza. Ad esempio, chi ha detto che le vere arancine sono quelle messinesi? E quelle palermitane, o trapanesi o catanesi o agrigentine, come si chiamano allora? Eppure sono simili ma non eguali. La stessa cosa vale per la pizza. La Sicilia, conosce e produce svariati tipi di pizza, tanto che uno stesso ristorante o pizzeria, o volte offre un menù dove si possono leggere almeno una ventina di varietà di pizza diverse, senza parlare dello sfincione palermitano. Potremmo continuare così all’infinito, ma ci limitiamo a ribadire il principio, che una pietanza, un prodotto tipico, si debbono affermare per il loro gusto, e la loro qualità e non certo per decreto legge o per decisione di un gruppo di potere, che siede in FEDIME e che si fa forte dell’appoggio di discutibili rappresentanti. Per questi motivi, per la mancanza di un minimo margine di democrazia, per protesta contro una tangente gravosa ed ingiusta, TRINACRIA OGGI – USEF, decide di non prendere parte alla festa in piazza 2010, ribadendo la necessità di un ripristino delle regole e della democrazia, che debbono essere i fili conduttori di una associazione. Da canto nostro, continueremo a stare in mezzo alla nostra gente, alla comunità, portando avanti con dignità, con amore e con dedizione, quella che noi riteniamo la nostra missione. La Commissione Direttiva