(Antonina Cascio) - Messi a parlare di storia non si pù discutere la lunga storia dei paesi europei,anche di quelli come l’Italia che si è costituita in unità soltanto150 anni indietro . Ma se vogliamo parlare d’intensità della storia, della vita politica di un continente negli ultimi duecento anni, dovremo parlare senza dubbi delle Americhe e credo sia stata la America Latina quella che più sbalzi politici ha dato e più tappe di crisi ha sopportato.

Dopo di chè, se io vi dico che ho seguito gli ultimi 62 anni della politica latinoamericana (avevo un anno e poco più quando arrivai a Mendoza), capiresti che le sorprese sono state il mio pane di ogni giorno fino a diventare quotidiano sussulto. Certamente non sono stata una bambina prodigio, ma avevo un padre che a mancanza di amici adulti con i quali condividere rifessioni, parlava con mè di “uomo a uomo”(non che non sia stata una dolce ragazzina pour la galerie, ma per la mia famiglia sono stata adulta e risoluta “come un uomo” dal giorno che ho messo piede in questo continente, miracoli dell’emigrazione questi di far crescere i bambini cosí presto). Perciò come vi dicevo, da 62 anni seguo la politica latinoamericana, prima sui punti di vista di mio padre, ma in pochi anni ho sviluppato i miei propri punti di vista, sempre più filando verso la sinistra, cosa che a mio padre spaventava per l’implicito pericolo per mè, ma anche faceva sentire orgoglioso del mostro creato. Dopo tanti anni di esperienze e di situazioni che sembravano portarci a buon porto e dopo ci precipitavano in profondi buchi di militarismo e di autoritarismo feroce, noi siamo qui tutti sfiduciosi delle meraviglie della democrazia e non ci finiamo di credere mai, finchè non ci siano garanzie di verità affidabili. Oggi Bolivia ha partecipato un’altra volta ad elezioni di presidente e vice ed una novità per loro che noi già conosciamo, hanno anche votato i boliviani all’estero. In Argentina, Stati Uniti, Spagna e Brasile, paesi dove più boliviani sono emigrati, sono andati anche a votare. Certamente una vera democrazia. Il Governo di Evo Morales ha tanti simpatizzanti e tanti detrattori¡ Per mè è stata una esperienza interessante, anche una logica e sana compensazione( se ci potrebbe essere una compensazione a 500 anni di distruzione e di torture, di perdita d’identità anche, a mani di ladri europei ed i loro discendenti) ad un popolo che viene cercando un governo democratico ed una migliore situazione per la sua popolazione che deve andare a cercare il pane lontano della sua terra (qualcosa mi unisce a questa gente senza dubbio). Certamente adesso viene il tempo più difficile. Quando Castro ed il Chè entrarono in Cuba, portavano i migliori sogni e progetti e non c’è dubbio che cambiarono la vita di schiavi dei cubani. Ma in qualche punto ( e speriamo che questo non arrivi inessorabilmente) la strada si spaccò e Castro cambiò il destino di Cuba, di una Cuba libera e democratica. Ed il Chè se ne andò a cercare i suoi sogni giusto a Bolivia dove trovò la morte. E vero che in quei tempi c’era la Unione Sovietica a voler arrivare al punto di cambiare la strada.E c’erano gli Stati Uniti (che ci sono ancora) ad evitare ogni possibilità di libertà e democrazia. Se questa volta vince Evo le elezioni, dovrà dimostrare la sua vocazione democratica al mondo ed a tutti noi in Latinoamerica. Bolivia è una luce di speranza in questo momento per noi tutti. Anche noi dovremo lavorare a favore della democrazia in Bolivia, sforzandoci per credere e per evitare l’intromissioni di nessuna superpotenza in decadenza. Buona fortuna cari fratelli boliviani¡