(Antonina Cascio) - “Questi sono tempi nei quali è meglio pensare al suicidio”. Chi parla è un uomo di 36 anni, personale di sicurezza della banca dove sono stata poco tempo fa un paio di ore ad aspettare la soluzione di un errore “di sistema”.

Il ragazzo (per me lo è) mi conosce per avermi visto tante volte entrare ed uscire, e quando quasi non rimane nessuno in banca, si avvicina a chiacchierare. Ma perchè – domando- se sei un giovane ancora con tanti progetti da portare avanti? Progetti? Quali progetti? -mi dice-, Io non ho progetti, nemmeno un figlio credo di voler avere. Impazzisco all’ idea di portare un bambino in questo mondo. Ricordo che negli anni ’60 , essendo io una adolescente, la terribile moda dei suicidi terrorizzò il mondo per alcun tempo. Padri che ammazzavano i figli e dopo si ammazzavano loro, giovani che cercavano il posto più alto di una città per buttarsi giù. Fu una tappa di grandi cambi sociali e della scienza. C’è sempre paura di quello che non si capisce. Credo che ora succeda qualcosa del genere. Troppo forte il cambio, tanto difficile di processare ed adeguare alla vita di una persona e di una società.. C’è tanto che ancora gli esseri umani non capiscono (e quello che riusciamo a capire ci produce tanta insicurezza) che il suicidio sembra un’uscita logica, non soltanto per i giovani, anche per i vecchi che non vedono davanti a se stessi altro che dolori e stanchezza. Ma credo sia arrivato il momento di riflettere più profondamente sul fatto che la morte ci risulta logica e naturale quando avviene così, in maniera “naturale”, cioè, quando la gente si ammala e arriva al punto di non voler lottare a favore della sua salute (non importa che età abbia),quando i vecchi si addormentano per sempre, ma non in un incidente stradale o come risultato di una droga (vino, fumo, LSD o qualsiasi altra), o per un assassinio o una mala prassi e meno ancora per un suicidio. Qualche notevole informazione ci deve essere nelle cellule della nostra mente, un’informazione che viene da un lontanissimo passato, indubbiamente relazionato alla conservazione della specie, ma anche collegata al senso della nostra esistenza sulla terra e di quello che è il nostro ruolo dentro la natura. E possibile, d’accordo alle notizie che si hanno da tutti i paesi del mondo, che dovremo prevenire al più presto una ondata di suicidi violenti , che sommati al suicidio attraverso le droghe, saranno parte di una terribile statistica che potrà sconvolgerci duramente. E arrivata l’ora di pensare alle persone, alle loro necessità affettive prima che a quelle materiali. Troppi bambini abbandonati e troppi adulti che hanno sbagliato strada e pensano più alla forma che al fondo. Chissà, forse siamo ancora in tempo. Bisogna provarci.