Tragedia. Una parola che si è fatta comune in tutte le lingue durante il secolo scorso. Una tragedia la guerra, una tragedia le bombe preparate da diversi gruppi terroristi per distruggere vite ed edifici, una tragedia se una persona aspetta in agguato e spara contro i cittadini indifesi. Segnati da grandi “tragedie” quello scorso ed il presente secolo, hanno tracciato per la società mondiale, o globale, una lunga strada di mancato rispetto

 verso i diritti degli altri, sopratutto il diritto alla vita, cioè il diritto a continuare sulla terra malgrado si pensi e si senta in maniera diversa degli altri. Invece, la situazione attuale è che la vita è sotto ricatto e se vuoi continuare a vivere devi pensare come lo vogliono alcuni, e se non lo fai, puoi finire senza vita come effetto di strane e terribili “tragedie”. Credo che arrivati a questo punto dobbiamo avere chiaro il concetto della parola “Tragedia”, una tragedia non può essere mai una cosa pianificata, organizzata, perchè se è così stiamo parlando di assassini e allora si tratta di semplici ( complicatissimi) omicidi, individuali o di massa. Un ciclone, l’eruzione di un vulcano, un terremoto, possono provocare tragedie, sino ad un certo punto. Non è tragedia se queste cose abbiamo potuto accertarle (può succedere) e abbiamo nascosto l’informazione. Non è tragedia se le case di un paese sono state costruite illegalmente e non sopportano un terremoto grado 6 che da altre parti passa quasi senza conseguenze. Tragedia è che Otello sia tanto geloso da credersi cornuto senza esserlo. E anche in questo caso dobbiamo avere dei dubbi, perchè forse avremmo dovuto mandare Otello dal psichiatra a fare una cura. In Argentina, “ La tragedia di Cromagnon” ha dato tanto da parlare in questi giorni. Un locale da ballo...il doppio delle persone che dovrebbero esserci dentro...le porte chiuse per evitare che qualcuno entri o se ne vada senza pagare(il giusto dovrebbe essere la quantità adeguata di personale di vigilanza)...le autorità che ricevono il “pizzo” e guardano altrove...la notte di fine d’anno che fa che i vigili del fuoco siano a divertirsi...e come loro il personale delle ambulanze ed i medici di guardia ed i poliziotti della sezionale di vigilanza vicina...Ed un paio di ragazzi che amano il pericolo e non danno retta ai consigli ed accendono una bengala... Questa non è una tragedia, è una notte di 193 omicidi, è una strage, una strage che dovrebbe farci capire che non possiamo permetterci più queste situazioni, che dobbiamo essere noi a controllare, per non piangere dopo. La tragedia? Sì, esiste, ma è per i genitori, i fratelli e le sorelle, i sopravissuti. Non ci sarà mai una decisione della giustizia abbastanza giusta ,che possa consolarli e conformarli. (Antonina Cascio)