(A.C.) - Abitare in Sicilia, in un paesino della riva ionica, ad esempio, o in una delle sue belle città, ti fà sentire come parte della montagna, un essere talmente collegato ai monti come lo è una pietra. Si è” parte di...” si sfida il proprio elemento in maniera abituale e quotidiana, al punto di dimenticare questa permanente presenza della natura nella vita di ogni cittadino.

Abitare a Mendoza invece, in una apparente pianura che è invece un altopiano, con la presenza assoluta e schiacciante del massiccio andino, presenza contundente che segna una barriera verso il Pacifico, è diverso. La montagna è una sfida certamente, ma è anche un pericolo evidente, è una limitazione ed è anche un segnale del carattere dei mendosini, cioè, di quelli che per molti anni ci abitiamo. La montagna a Mendoza, puoi amarla u odiarla, mai incorporarla indifferentemente alla tua vita. Se impari ad amarla, a percorrerla, a sfidarla da bambino, l’amerai e sarà anche un magnifico murale, una bella opera della natura che ti ricorda ogni giorno, quando ti alzi, che la vita è una lotta, che bisogna affrontare con fiducia e con allegria, e vedrai allora il tramonto del sole al dilà del colosso che sembra soffermarti ma che apre le sue braccia e ti segnala una strada da seguire. Può succedere anche ai cittadini del posto, quello che succede ad alcuni visitanti, che mai affronteranno la situazione e avranno sempre paura di quella enorme presenza, scoraggiante e inabilitante , e non potranno mai andare oltre quella barriera. Pensando alla montagna, qui, a Mendoza, mi vengono in mente tutte le paure ed i timori che accompagnano l’umanità da alcuni anni e che attraverso i mezzi, alcuni in maniera cosciente ed altri stupida ed inconsciamente, fanno crescere e collaborano a disabilitare ogni pensiero positivo negli esseri umani, trasformandosi in una inutile barriera altro che in una informazione utile alla propria protezione In questi giorni,anteriori alla prossima votazione legislativa, il tema più importante da proporre per molti è quello del possibile pericolo di contagio dell’influenza se andiamo a votare. Questo pericolo c’è certamente. C’è sempre nella nostra esistenza, c’è se andiamo a lavorare, se andiamo in cinema o se andiamo al mare. Scometto che in Italia ancora non ci si pensa all’influenza suina, che dicono stia mutando verso caratteristiche più agressive.Tanto adesso c’è il caldo e l’elezioni finirono e la gente adesso vuole un pò di sollievo. Ci sarà tempo dopo, a novembre o dicembre di parlarne e di utilizzarla per far zittere alcuni rivoltosi. Allora sarà pericoloso fare manifestazioni contro il governo ad esempio, e trovarsi in molti per strada a far conoscere il proprio disagio. Il punto è che questi cavalletti di battaglia che utilizzano le forze del potere economico Stanno andando oltre ogni diritto degli esseri umani , il diritto alla verità, il diritto ad esprimere le opinioni, il diritto non soltanto a mangiare e bere ma a farlo con degnità. Io vorrei gridare dalla piazza principale, ma non quella di Mendoza, nè quella di Argentina, quella del mondo,(sebbene non ce ne sia una vera fisicamente, una immaginaria allora): NON abbiate paura all’influenza, nè ai terrorirsti, nè ai terremoniti, nemmeno al inchinamento naturale(sebbene si deve evitare).Muore più gente di fame al mondo, e non c’è nessuno che vi faccia prendere atto di questo¡¡¡