(Antonina Cascio) - riunione al Centro Italiano, di numerosi rappresentanti della comunità italiana di Mendoza: consiglieri COMITES, presidenti di associazioni, dirigenti di FEDIME e del Centro Italiano, giovani di tutte le regioni, ecc. Erano le 19.00. Siamo stati convocati dal console d’Italia in Mendoza, Pietro Tombaccini, il sindaco di Godoy Cruz,

Alfredo Cornejo e la presidente del centro, Maria Antonietta in Tuninetti. L’argomento: il recupero della Società Cristoforo Colombo, una antica Cooperativa della quale si appropriò durante il governo di Menem, un sindacato, che poi l’abbandonò ai topi ed ai malviventi. Questa antica Cooperativa, nata nel 1900 , con un edificio che fu costruito dalla collettività italiana con caratteristiche di netto stile italiano e del quale si vuol mantenere il fronte ricostruito, con le due aquile imperiali e la statua della Patria in mezzo, rappresenta un lungo periodo della storia dell’immigrazione italiana in Mendoza. Periodo che senza dubbi finì con la seconda guerra e con l‘arrivo della nuova ondata di emigrati, quelli che venivano da una crudelissima lotta che a visto scorrere il sangue dei propri fratelli ed assistito alla distruzione delle loro abitazioni. Persone, cioè, più diffidenti, meno solidali, più individualista che non formarono cooperative né società, in un primo tempo utilizzarono quelle esistenti e dopo si dedicarono a lavorare per se stessi, sempre più chiusi nel proprio mondo di paure incarnate nell’opposto e nel simile, aprendosi un pò negli anni ottanta, quando le associazioni regionali incominciarono a cercare nel mondo dell’emigrazione le persone adatte per aprire i nuovi paesi alla nuova realtà italiana. Di questo mondo cupo senza dubbio siamo noi, quelli della mia generazione e quelli più vecchi , che questa sera abbiamo riproposto come al solito, la vecchia scena : voglio il progresso, ma non voglio sacrificare niente al progresso. Voglio tutto, la proprietà della Cristoforo Colombo, ma voglio anche che il municipio paghi il costo operativo, e dopo voglio anche l’aiuto del governo italiano: in una `parola: non vorrei sforzarmi mica tanto, ma mi piacerebbe avere questo gioiello. Il progetto della Cristoforo Colombo è spettacolare: un’ ala per la comunità italiana, una per il municipio, un salone polivalente in comune, un gran cortile con teatrino per tutti. Cosa importante. La facciata principale dell’ edificio manterrà la sua caratteristica noriginaria. Il prossimo passo, come abbiamo segnalato dall’USEF Mendoza, è la discussione all’interno di ogni istituzione. Dobbiamo capire se questo progetto ha un valore e un futuro, ma profondo per noi , tanto da volerlo vedere e sognarlo realizzato o se non ci interessa affatto. A nostro modo di vedere, dovrebbe interessarci. Mendoza è l’unica città dell’Argentina che non ha conservato nessuna gloria italiana del passato, ma più che per nostalgia, per intelligenza, si tratta di un edificio antico ma rifatto, che avrà una lunga durata e comodi spazi per la cultura, spazi dei quali abbiamo di bisogno. Dopo, una volta deciso questo, per essere precisi dopo il 4 luglio, mentre si studia L’accordo più conveniente col Municipio, potremo pensare a eventuali sussidi chiesti alla Comunità Europea, o alle regioni, pensare a gemellaggi o a vendere la proprietà del Centro Italiano, vetusto e brutto edificio, senza nessun valore architettonico ma con un alto valore di ubicazione del terreno, per portare avanti la Cristoforo Colombo. Forse questa volta ci riusciremo.