(Antonina Cascio) - Anche a Mendoza avremo il referendum. Le votazioni legislative si faranno in Argentina il 28 giugno. Dunque anche noi voteremo a Mendoza, ma con una differenza. 0ltre la scelta dei senatori e deputati nazionali e provinciali, oltre la votazione per i consiglieri dei municipi, ci sarà il referendum. Chè cosa chiede questo referendum?

Veramente non è il caso del referendum italiano. Quello mendosino è di una semplicità e perciò una chiarezza straordinarie. Dovremo scegliere se vogliamo che i sindaci siano rieletti in maniera indefinita per la loro carica o se vogliamo che lo siano soltanto per una sola rielezione ininterrotta. Questo voto per il Si o per il NO dovrà risolversi lo stesso giorno degli altri e andrà anche nella stessa busta, in maniera separata. E vero che la decisione è stata presa per evitare che la gente si occupi dell’argomento e perche non s’interessi affatto. Ma poco a poco il tema è uscito a galla e già c’è la pubblicità su tutti i giornali. Dunque, speriamo che con un risparmio enorme la gente lo stesso voti per il SI e possiamo finire col regno dei sindaci che incominciano a sentirsi padroni a casa sua, e regalano proprietà, fanno sparire i soldi e cacciano i giornalisti e gli impiegati che fanno troppe domande. Intanto , la campagna elettorale continua e sul giornale UNO di Mendoza ho visto oggi una indagine fatta a 23 personalità del nostro mezzo, tra le quali politici, ex governatori, presidente di sindacati, rettori di Università, commercianti, industriali e giudici. L’inchiesta è stata chiamata:Mendoza, idee per uscire della negatività, dia 3 azzioni concrete. Di tutti loro si sono ottenuti 69 risposte. Di 23 intervistati, soltanto 5 hanno detto che ci vuole rafforzare l’educazione, cioè 5 risposte su 69. Uno di questi cinque, ed un an’altro del resto, hanno parlato di lavoro, di salario e d’inclusione sociale. Cioè 2 risposte, su 69. Scoraggiante ,no? Più scoraggiante sarebbe parlare di percentuale, è per questo che non lo menziono. Ma adesso ditemi, non è questa una buona indagine per farla in Italia? Meglio ancora in Sicilia, chissà che risultati ci saranno. Perchè siamo realisti, A chi interessa in questo momento, nel mondo , veramente l’inclusione sociale e quindi per primo passo l’educazione se vogliamo arrivarci a questa inclusione? Provate a domandare a Berlusconi, Bossi, La Russa, ecc. Sicilia la dobbiamo ricostruire prima politica ed amministrativamente e dopo ci proviamo. La speranza è l’ultima cosa a perdere in un mondo che ci ruba ogni dignità ed illusione.