(Antonina Cascio) - Così chiamano la distruzione di un tessuto che serviva al sistema Italia non solo come rappresentanza dello stato italiano e come unione tra l’Italia ed un luogo lontano, ma anche come presenza della Patria e come luogo di riferimento per le attività collegate alla cultura, la lingua e l’economia tra il nostro Paese e nuove collettività inserite in paesi altrettanto importanti

da giustificare il mantenimento di questa rete. Certe volte, i numeri non sono sufficienti a parlare del guadagno ,del profitto di una attività e di una presenza che una volta smantellata soltanto dopo tempo si avrà la misura del danno fatto. Il nostro Governo razionalizza e lo fa senza pensare al futuro, lo fa castigando un’altra volta noi emigrati, italiani all’estero, tagliando il filo dove lo crede più debole. Questa cecità amministrativa e strutturale dell’attuale governo italiano tramandata anche a tanti cittadini ignari della storia italiana, ma anche e purtroppo della storia universale, della geopolitica e delle caratteristiche dei paesi dove gli emigrati italiani sono andati a finire, non fa altro che offendere e ledere l’intelligenza di quelli che anni fa stabilirono questa magnifica rete di collegamento e di unione, ma anche di commercio e di turismo internazionale . Ma il peggio è che lede il futuro del paese, il futuro dei giovani italiani che farebbero bene a studiare, ad entrare in Internet a cercare elementi ,dalle scuole e dalle università italiane ,per difendere il futuro che viene loro distrutto. Non tanto tempo indietro, soltanto due mesi, ho dovuto spiegare a parecchi italiani dov’è l’Argentina, come si vive in Argentina, come belle e moderne sono le nostre città e quello che si ottiene dalla terra. Posso rassicurarvi che in Argentina, non c’è un abitante, qualunque sia la sua origine, che non sappia dov’è l’Italia, quali sono le sue ricchezze culturali, che cos’è la pasta e le ricette basilari del Mediterraneo. Chi non capisce che questo apre all’Italia un campo ampissimo di future attività di crescita economica, è di sicuro diventato scemo, chissà forse infatuato dalla forza che da la gestione del “potere”, un falso senso di onnipotenza che nasce dalla stupidaggine di non sapersi uomini, e come tali, “imperfetti e finiti”. Certamente si deve ridurre la spesa dello stato, anche in Italia. L’avrà capito il premier ch’invita le velinie e gli amici nella sua villa e li trasporta con veicoli statali? L’avranno capito gli italiani che continuano a guardare a bocca aperta quanto è “macho” e furbo il cavaliere? “In bocca chiusa non entrano le mosche”, insegna un proverbio. Quante mosche abbiamo già dentro lo stomaco, o meglio, quante bugie e balle ci ha raccontato già il nostro capo del governo?