“Eramos muchos y parió la abuela” dice un proverbio spagnolo molto usato tra noi. (Eravamo troppi e la nonna per di più ha partorito).Vuol dire che ci mancava soltanto un fatto tanto assurdo come quello successo al Governo di Sicilia,cioè, in un paese sconvolto dalle differenze etniche, la crisi economica, la cecità e la paralisi dei cittadini,

com’è l’Italia, a noi siciliani ci mancava soltanto la crisi politica nella regione! A pochi giorni della celebrazione dei 63 anni della Repubblica, la Sicilia presenta una situazione di precarietà governativa nella quale tutto si è fermato e si dovrà aspettare sino a dopo le europee di giugno per sapere cosa succederà. Non è di fondamentale importanza il perchè della questione, o forse sì, quello che vorrei far capire è che una situazione come questa, in un paese di governo democratico non si dovrebbe presentare, che il perchè, sia quello che sia, non è ragione sufficiente perchè una regione come la Sicilia rimanga sospesa “nell’aria”, certamente fin quando converrà al governo Berlusconi. Un grande poeta latinoamericano, morto pochi giorni fa, Mario Benedetti, diceva “infine la morte non è altro che un segno che c’è stata la vita”. Se è così, allora la morte delle idee politiche, degli obbiettivi e dei progetti di Governo in Italia, è un segno di che ci sono state idee politiche , progetti ed obbiettivi di grande rilevanza in Italia ed anche in Sicilia. Allora, se come dice un’altro proverbio “donde hubo fuego, cenizas quedan”(dove c’è stato fuoco, resta la cenere), spero sia arrivato il momento che da questa cenere vedremo rinascere l’opposizione, una opposizione forte, seria, sicura, con l’unico obbiettivo di non permettere la distruzione totale del” sistema Italia”, una realtà che è stata ammirata ed invidiata non tanto tempo fa in tutto il mondo. Sarà arrivato già il momento? O ancora ci saranno percorsi duri e tortuosi da percorrere per noi italiani, anche e sopratutto, quelli all’estero? Antonina Cascio