(Antonina Cascio) “El 25 de Mayo planté un zapallo/ me salió podrido, / se lo di a mi caballo” (il 25 maggio ho piantato una zucca, è riuscita poco buona, gliel’ho data al mio cavallo), ancora oggi, i bambini giocano con questi versi assurdi e irrispettosi che si tramandano di generazione in generazione in Argentina.

Ma attenti a giudicare in fretta, la mancanza di rispetto non è verso la celebrazione, ma è giustamente contro le migliaia di versi declamati malamente, a volte bugiardi ed esagerati che ricordano queste feste, sopratutto nelle scuole. Da tempi lontani la storia si dedica ad interpretare gli eventi in accordo con il punto di vista di chi guarda, com’è logico aspettarsi, ma, ai fini del secolo XIX, ci fu la moda di nascondere gli eventi, di camuffarli e farli diventare tutti gloriosi agli occhi del popolo, di quelli che “non avevano capacità di accorgersene “ che la storia è stata scritta da uomini e perciò come tale la si deve giudicare. Vittima di questa smania di nascondere il sole con le dita siamo stati tutti, chi più chi di meno, in tutto il mondo. E la smania ancora continua (Vediamo se non è così le motivazioni di Berlusconi, filantropiche, solidali e patriottiche di farsi chiamare ‘papi’ dalle velini e di chiamare velina’qualsiasi donna in buono stato che le si metta davanti). Va ancora avanti così a scuola, dove s’insegna che il 25 maggio del 1810, a Buenos Aires fu dato il “primo grido di libertà”. Domani è 25 Maggio .Noi in Argentina, salvo poche eccezioni, festeggiamo sempre la nascita, l’inizio di tutto, l’inizio della libertà. Non c’è male in questo, c’è male a mio avviso, a festeggiare l’inizio di una guerra, come lo facciamo noi italiani oggi 24 (ancora mi suonano in testa le note della Canzone del Piave che mio padre ha imparato alla seconda guerra mondiale e che m’insegnò). Ma torniamo in Argentina, domani 25 Maggio, noi celebriamo, non il primo grido di libertà, ma sì un primo passo che in quel momento nemmeno lo si sognava dare. In effetti, quello che si festeggia non è certo la libertà, ma il fatto di essere già una colonia spagnola, cha aveva respinto gli inglesi (Invasione degli Inglesi al Rio de la Plata) perchè non se la sentiva di cambiare padrone e non volva nemmeno i francesi o Napoleone come padroni. Ma una cosa importante successe, quel 25 maggio fu importante perché fu il primo passo nella direzione verso la quale si voleva andare: l’indipendenza.. Quella libertà che si dichiarò 6 anni dopo. Ma fu un passo verso la indipendenza assoluta o fu solo un passo verso la dipendenza economica dall’Inghilterra che preparò i militari che ci vennero ad aiutare ? Questo, non si studia nemmeno a scuola, non se lo sognerebbe quasi nessun professore di dirlo ai propri alunni, salvo onorevoli eccezioni, alcune delle quali io ho conosciuto e si trovano già sotto terra. Riguardo alle declamazioni, alla fatua abitudine di adornare le qualità dei protagonisti storici, sopratutto quelle negative, di belle e pompose parole che finiscono in lunghissimi pezzi di retorica, ricordate i versi della zucca ed il cavallo, vi prego. Feliz 25 de Mayo para todos