(Antonina Cascio) - Ogni anno si ripete a Mendoza la situazione , di questi tempi: marzo, e lo stesso anche dopo le vacanze di luglio: sul giornale appaiono le supplenze lunghe per i docenti, e dopo i primi giorni, quando si coprono una parte di queste supplenze, quelle piu vantaggiose (a sentir di che scuola stiamo parlando, in quale quartiere e con quale popolazione di allievi),

le altre supplenze appaiono e tornano a apparire un giorno ed altro giorno sul giornale, senza esito. Finalmente, sono le vecchie e stanche docenti che hanno bisogno di soldi per i magri stipendi, che fanno lo sforzo e prendono queste supplenze, portando avanti due carichi. Sempre stanchi,di malumore, amareggiati, che cosa possono offrire ad allievi già difficili per il loro contesto di vita? Ma non c’è opzione: i docenti non bastano e tutto diventa un circolo vizioso, docenti che lavorano senza volontà di aiutare e cambiare nulla, allievi e scuole la quale fama di cattivi aumenta e che non avranno docenti decisi ad andarci l’anno seguente. Ma, in primo luogo, chi vuole essere docente in un contesto simile? Quelli che hanno il titolo si decidono per altri posti di lavoro, meglio pagati e meno esigenti all’ora di metterci il corpo, il cuore, la vita quasi per nulla. Intendiamoci, non che noi pensiamo che insegnare ,aiutare i bambini ed i ragazzi a crescere con dignità e ad imparare le elementari regole di convivenza e supervivenza non sia importante. Però vivere, mantenere la famiglia, sostenersi degnamente, poter studiare, avere i mezzi per acquisire ogni giorno più cultura, sono passi fondamentali e vanno prima dell’altro. Purtroppo, da quando è tornata la democrazia, dopo una tanto forte e dura dittatura, i governanti di Mendoza sembra che seguano i principi fondamentali della vecchia dittatura riguardo l’educazione e la cultura. Sono beni di lusso questi, aree dove si può risparmiare, investimenti che non producono assai votanti, perchè sono invisibili. “L’esenziale è invisibile agli occhi”, ricordate questa frase? Mai così vera come applicata alla educazione. Grazie a questa politica di trascuratezza verso l’educazione, abbiamo l’insicurezza, non abbiamo docente giovani perchè sono pochi ad avventurarsi a questa carriera disprezzata da quelli che dovrebbero privilegiarla, e gli allievi corrono una gara sempre vinta dalla inadeguata preparazione a scuola, si trasformano in individui violenti ed ignoranti, o viceversa, ai quali poco interessa la vita degli altri dato il fatto che non interessi la propria. Purtroppo, questo succede già dentro le scuole, dove il bullismo, la violenza, la delinquenza, hanno un posto preponderante, quello che avevano anticamente i docenti.