(Dott.ssa Aurora Bomprezzi) Mio nonno diceva “è meglio dare che ricevere” perchè se tu dai, vuol dire che stai bene e lo puoi fare e invece se tu ricevi, vuol dire che stai male e hai bisogno degli altri. Questa sapienza popolare è molto saggia e dovrebbero applicarla tutte le persone che hanno potere sia politico, religioso, economico ecc. Non vi sembra? ...

 Mi è venuto in mente questo detto quando ho letto un comunicato del Patronato Inca dove si pregano i pensionati italiani di compilare un modulo via internet, facendo la dichiarazione dei reditti degli anni 2006, 2007, 2008, (MOD. RED.) sebbene loro glieli compilano devono fare lunghe file, aspettare ore e non capiscono perchè devono fare queste dichiarazioni tanto complesse per le esigue pensioni che ricevono. Mi domando come faranno queste persone, anziane, alcune non sanno nemmeno scrivere perchè sono venute essendo analfabete e certamente qui non sono andate a scuola, perchè dovevano lavorare da sole a sole. Italiani che non sanno leggere nè scrivere la propria lingua, che parlano un dialetto che già non è nemmeno dialetto, perchè ha subito l’influenza della lingua castigliana e allora parlano un “cocoliche” e sicuramente non sanno leggere e scrivere nemmeno questa lingua. Come dovrebbero fare per compilare questi moduli per lo più con linguaggio burocratico, è possibile che il governo tutti gli anni invii lettere con i moduli, a cui la maggioranza della gente non risponde, per quanto abbiamo detto. E invece quest’anno vuole che lo facciano via internet, certamente per rendere più veloce la comunicazione e l’informazione richiesta, e sebbene saranno quelli dell’INCA o dell’INAS a riempirli a Mendoza, si sono domandati come lo possono fare,quanto tempo ci vuole perchè trè persone in una intera provincia facciano questo lavoro? Se l’Italia paga tante pensioni, che il più delle volte, sono miserabili, non pensa, invece di rendere le pratiche più semplici, invece di complicarle si più .....? Penso a mia mamma con i suoi 86 anni che quando le leggo gli e-mail di mia cugina in Svizzera, sempre mi domanda- ma, dov’è il cavo che mi porta questo messaggio?... Va bene Voi direte, ma che cosa vogliono se gli stiamo dando una pensione, magari magra però che a qualcosa serve. Mi chiedo- Non si pensa che questi emigrati, anziani , che hanno bisogno di questa pensione per sopravvivere e che la ricevono per necessità, non possono nemmeno per sogno adempiere questi moduli con questo linguaggio così difficile per loro, benchè sappiano leggere e scrivere. Non ci sarebbe un modo più semplice, come per esempio, che andassero in Consolato o in uno di questi patronati, e facessero una dichiarazione che l’impiegato addetto a questo compito, la compili, gliela faccia firmare e così attesta che sono vivi?.E sicuro che le loro ricchezze non sono cresciute in questi trè anni. Potrebbe essere un modo di “dare”, senza renderli consapevoli delle proprie mancanze.