(Antonina Cascio) Una pagina in bianco e niente più. Questo ci sembra il futuro dell’emigrazione italiana. E vero che l’attuale Governo italiano, la sua maggioranza , ha fatto un grande sforzo Per colorare questa pagina, se non in nero, almeno in grigio. Sì, certamente mi riferisco ai tagli, ai duri ., grotteschi e dolorosi tagli alle già magre risorse per la politica diretta all’emigrazione.

Ma mi riferisco di più all’indifferenza verso le chiamate di attenzione di diversa indole che le tante comunità all’estero hanno fatto sul problema. Mi riferisco alla maniera come i giornali ed i mezzi orali, TV e radio, hanno fatto il vuoto alla Conferenza dei Giovani a dicembre ed in conseguenza tutta la comunità italiana della penisola non essendo informata, non si è nemmeno accorta dell’importante evento. Certamente sto guardando verso l’atteggiamento del ministro Frattini verso le autorità del Brasile (che possono sbagliare ma dovrebbero essere rispettate e si dovrebbe cercare una intesa) e come, per esempio, Mantica afferma, assieme ad altri come La Russa che nemmeno una partita di calcio amichevole si dovrebbe giocare con i brasiliani (sebbene dopo si scusi del detto). Sto valutando, meravigliata e sbalordita, il disprezzo che i funzionari di questo governo ci fanno conoscere giornalmente verso i Governi dei paesi della America Latina, ignorando ,con supina ignoranza , che questi sono paesi dove l’Europa verrà presto a battere la porta per chiedere aiuto. Dovrei averne molte di pagine in bianco per stampare il lungo elenco dei disprezzi, colpi ai diritti umani ed a quelli legali e le disgraziate attitudini di superbia che ci regalano i ministri, presidenti di regioni, sindaci, ecc, appartenenti alla squadra berlusconiana, nonché quelli dei parlamentari, anche quelli della destra eletti all’estero, che votano a favore di misure addirittura di origine, non diciamo nazista, ma quasi. Ma che possiamo aspettare gli emigrati da un Governo che non soltanto calpesta in patria i diritti umani degli immigranti, ma che li confina a Lampedusa, trasformando una piccola e bella isola turistica così, in un ergastolo , calpestando in conclusione anche i diritti degli abitanti di Lampedusa, per non parlare di quelli che ci vorrebbero andare a fare una gita e probabilmente, continuando così, dovranno rinunciarci. E non stiamo parlando di pettegolezzi quando ci riferiamo alla distruzione delle risorse economiche di un comune del proprio paese dove abitano questi signori del Nord, ma che indubbiamente non lo considerano parte di quello. Che possiamo aspettare da un gruppo politico che considera che ha lo stesso diritto all’esenzione delle tasse uno che è miliardario e quello che è un misero pensionato al minimo? Che possiamo aspettare di un Governo che non fa niente per cambiare nulla che non sia nell’interesse della classe dirigente e che carica il peso della crisi sull’educazione, sulla sanità e sui vecchi che già non servono alla società come loro la concepiscono? Ieri ho sentito spiegare in una riunione nella quale si progettava la Festa in Piazza a Mendoza 2009, un dirigente calabrese, che lui crede che non è giusto pagare un porcentuale uguale per tutti alla federazione (spese di organizzazione). Mettiamo ad esempio, il 15% che è quello che si paga se si vuole partecipare alla festa. Questo egregio signore ci sgridava e ci diceva che è ingiusto che uno che guadagna in tre giorni per esempio, 100 mila pesos, ne paghi 15.000, perchè quello che ne guadagna 1.000 ne pagherà 150.L’argomento è che chi guadagna di meno lo fa apposta, per pagare meno. Ho capito finalmente la logica della destra berlusconiana, basata come si vede in principi di “giustizia”, “solidarietà” e faccia tosta, senza virgolette quest’ultimo pregio perchè detto con assoluta franchezza e purtroppo senza nessuna ironia. Casini, leader dell’ UDC ha detto giorni fa che presto la gente incomincerà a tirare loro dietro dei pomodori ed altri elementi. I pomodori di sicuro, perchè fra tre o 4 mesi, a primavera, ce ne saranno tanti e chi li potrà pagare? Riguardo noi, gli emigrati,credo sia arrivata l’ora di lasciare la pigrizia nascosta dietro la rassegnazione, la pigrizia nel prendere decisioni, la pigrizia nel difendere i nostri diritti, la pigrizia che ci porta a pensare “ormai siamo persi”, abbandonare l’atteggiamento di vittima delle circostanze ed agire nell’interesse comune. Sono stati i nostri genitori, i nonni di alcuni di voi, siamo stati noi stessi a fare l’America. Senza di noi italiani, .né l’America del Nord, né quella Meridionale sarebbero quello che sono ( e non parliamo di Oceania e dell’Europa). Siamo stati noi a scrivere a grandi caratteri la storia, riempiendo molte pagine in bianco. Ne abbiamo un’altra davanti, che cosa aspettiamo per riempirla?