(Dott.ssa Aurora Bomprezzi) Sono sentimenti contrastanti e non tanto degli emigrati che sanno che ritornare in Italia a mani vuote sarebbe stata una vergogna perchè si sarebbe saputo che avevano fallito nel loro obiettivo che era tornare dopo “aver fatto l’America” e poter aiutare tutti i parenti ad avere un benessere importante grazie a loro che erano riusciti. emigrando in America, a fare un sacco di soldi. Un amico di mio padre, dopo cinque anni di stare in Argentina, (nella foto la cattedrale di Cordova) vinse la vergogna e con moglie e due figli ritornò in Italia, al suo paese, Iesi- nelle Marche, credeva che sarebbe stato accolto con le braccia aperte da parenti ed amici, amara fu la realtà, l’indifferenza e l’individualismo, la burla, le fecero soffrire le pene dell’inferno, rimasse due anni e non potè sopportare più la risa di quelli che prima erano i suoi amici ed adesso lo canzonavano dicendogli- dov’e l’America?, quanti soldi hai fatto? Perchè non li hai portato con te? Cosa sei venuto a fare?. Ritornò in Argentina, a Mendoza. Lui era venuto nel ’47, subito dopo la guerra, era un falegname qualificato, costruiva mobili bellissimi, di stile, guadagnava molto bene, ma con l’avvenimento del “peronismo” al governo, la classe alta e la classe media soffrirono una importante riduzione nel modo di vita e molti lasciarono i lussi (come farsi mobili stile Luigi XV) e questo falegname perse subito la sua posizione economica e dovette per quello ritornare. Finita così la sua prima emigrazione. Quando ritornò a Mendoza, piangendo ancora per l’umilliazione subita in Italia, che raccontava a tutti, perchè non poteva superare quello che le era successo, dovette iniziare da zero e questa fu la seconda emigrazione e l’ultima, perchè dopo cinque anni, morì in un incidente stradale. Sua moglie chiese una pensione in Italia, perchè suo marito aveva lavorato più di dieci anni, tra quelli lavorati prima della venuta in Argentina e quei due anni del ritorno. Ancora la sta aspettando, sono passati 40 anni. Ecco un’ altra vergogna, ma questa è dell’Italia e della sua burocrazia. La maggioranza degli emigrati, pensavano come questo falegname, che se riuscivano a vincere la vergogna e si mettevano l’orgoglio in tasca, sarebbero potuti ritornare. Pochi ci sono riusciti, moltissimi fallirono e allora per orgoglio, per non far sapere la verità, ruppero i legami con la madre patria e sono rimasti in ballia, in un paese che non può offrire a loro quello di cui hanno bisogno e sì devono chiedere, supplicare ellemosina al loro paese, io mi chiedo, che faranno adesso che tutto si è ridotto grazie ai “tagli”, a chi chiederanno aiuto, andranno forse a chiedere ellemosina per le strade, persone capaci, lavoratori, ignoranti che non hanno saputo cogliere le occasioni quando si sono presentate e sono rimasti in campagna, a lavorare la terra come facevano i loro antenati, lontani dalle città, senza contatto con i suoi connazionali e nemmeno con i consolati, senza pensare nemmeno a fare i versamenti per avere nel futuro una pensione che gli permettesse di vivere poveramente ma con dignità. Poveri quelli che non hanno avuto la grinta, la forza per ingoiare l’orgoglio e vincere la vergogna, dove andranno a finire?