(Antonina Cascio) Stranamente la Spagna, in materia di cittadinanza, mette in campo strategie che l’Italia, o meglio la sua classe dirigente, per essere più chiari il partito della maggioranza, sta cercando di dimenticare. Finalmente gli spagnoli si sono decisi a dare la cittadinanza ai nipoti di spagnoli che emigrarono in altri tempi per motivi economici o politici.

 Ma anche la Spagna, ripete il modello in uso, discriminando la discendenza di parte femminile riconoscendo soltanto quella degli uomini, permette che i nipoti degli emigrati politici possano avere la cittadinanza anche se il nonno ha preso la cittadinanza del paese di accoglienza, ma non lo permette ai nipoti di quelli che emigrarono per fame. Stabilisce anche un limite temporale di due anni perchè un milione e mezzo di persone possano risolvere la situazione. Viene da domandarsi che cosa succede con il concetto di democrazia in Europa. Perchè è tanto difficile per gli europei rispettare le donne, capire che sono all’altezza di essere umani,? Perchè non si riesce a capire che è tanto difficile la vita di un uomo perseguitato dalla fame, quanto lo è quella di uno perseguitato per le sue idee? Che cosa ci vuole per capire che una persona che arrivata in un paese che non è il suo, per avere un lavoro e per aver una pensione deve essere cittadino di quel paese o potrebbe, almeno in passato, non averne il diritto? Certo, può presentarsi il caso di chi ha la propria Pyme*, come mio padre, ad esempio, che resistette fino agli anni ’60 ma dopo fu costretto a prendere la cittadinanza argentina, perchè una delle tante crisi subite lo lasciò senza un soldo e ha dovuto incominciare un’altra volta, provando con un impiego dello stato sommato alla sua piccola Pyme, per assicurarsi di avere qualcosa da mangiare se tornavano le crisi,che ce ne furono tante ancora. Dal momento che oggi, essere cittadino di un paese europeo, significa essere cittadino d’ Europa, siamo arrivati al punto di pensare ( o al meno così dovrebbe essere), che i paesi d’ Europa, quelli che ebbero emigrazione fuori del continente, cioè, Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Germania,ecc, dovrebbero sedersi a studiare una legge unica sulla cittadinanza, stabilendo dei limiti come è comprensibile, ma per il futuro, dopo aver messo alla pari tutti i discendenti che ad oggi ne hanno diritto, in maniera giusta ed equa, basata sulla parità di diritti, senza differenze sociali né di sesso. Bene farebbe l’Italia a cercare di migliorare le proprie leggi, invece di individuare strade dalle quale poi si allontana, mentre gli altri le utilizzano come modello, a parte la evidente carenza di democrazia della quale si sino macchiati anche loro. Parecchi paesi, stanno apprendendo con successo a trattare l’emigrazione come risorsa, sorpassando l’Italia, che su questa strada era all’avanguardia. Il nostro caro cavaliere, che scrive canzoni d’amore alle belle ministre e segretarie che lo circondano e ad altre donnine che gli gironzolano attorno, pur avendone certamente tutto il diritto, dovrebbe ricordare che ha anche alcuni doveri. Doveri che gli derivano dal fatto di essere stato scelto per governare l’Italia, per farlo riscuote anche un altissimo stipendio, quelli di mettere a punto, di perfezionare delle leggi , non solo quelle che gli danni fastidio, ma anche quelle che hanno bisogno di recuperare democrazia e pari dignità tra uomo e donna, tra emigrato ed emigrata e così via.

* pequegna y mediana empresa (piccola e media impresa) .