(Dott.ssa Aurora Bomprezzi) L’importanza di un paese si nota anche attraverso la diffusione della sua lingua, dell’immagine completa del paese, capace di dare, a chi si accosta alla stessa e alla cultura, le informazioni essenziali per comprendere ed apprezzare la realtà italiana, questo è il discorso che generalmente si dedica sia agli italiani all’estero di 2º e 3º generazione,

 figli e nipoti degli emigrati, ormai stabilmente trapiantati in altri Paesi e desiderosi di ritrovare le proprie radici, sia ai cittadini stranieri di ogni latitudine che, in numero sempre maggiore, sono attratti dalla cultura e dalla civiltà italiana. Italia, un paese che vanta una delle più antiche e tuttora valide culture e civiltà, che si perderà se non si daranno più corsi di lingua. Tenendo in conto la premessa mi faccio la domanda del titolo di questo articolo. Questa è una domanda che oggi si ascolta moltissimo. Se i tagli previsti dalla Finanziaria già sono indetti per il prossimo anno, logico è supporre che diminuiranno i corsi ed anche gli insegnanti MAE che vanno all’estero, certo che qui il governo farà un bel risparmio. Sapevate che un insegnante MAE (Ministero degli Affari Esteri) prende 3 o 4 stipendi per il fatto di lavorare all’estero (dai 4.000 euro.........), facendo lo stesso che farebbe in Italia, ossia insegnando la lingua italiana come lingua madre perchè non sono stati preparati per insegnare una LS, non hanno imparato la didattica e la metodologia. Nella mia provincia, Mendoza, ci sono 3 MAE e 1 dirigente scolastico, 2 di queste fanno le lettrici all’università e l’altro insegna nella scuola Italiana e in corsi della ex-legge 153, immaginate che se solo in Argentina ci fossero 20 MAE, che risparmio sarebbe per il governo? Quanti sarebbero nei 37 paesi dove s’insegna l’italiano?. Quanti corsi spariranno?. Certo che lo faranno solo quelli che siano fatti dai MAE, perchè gli insegnanti in loco non sono pagati dal governo italiano e potrebbero continuare. Ma cosa succederà se le assocciazioni, le regioni, i COMITES ecc, avranno un 60% di ruduzione delle risorse, allora chi pagherà questi corsi, perchè molti di loro sono gratuiti per gli alunni, per motivare l’apprendimento. Capite qual è la problematica? È tutto un circolo, se non ci sono risorse, non ci saranno insegnanti nè MAE nè in loco, non ci saranno corsi e pertanto non ci saranno alunni e poco a poco si perderà non solo la lingua ma anche la cultura che si trasmette in queste lezioni, per poter capire la società italiana, potervisi inserire e confrontarla con diverse realtà del mondo odierno, che serve di motore, di imput, per imparare e sapere di più, perchè si sa che chi ha più conoscenze ha più possibilità di avere potere di chi non ce l’ha.