Pochi giorni fa, ho scritto sul determinismo ed ho detto che non esiste. In epoche di crisi, come questa, quando tutto quello a ciò che credevo mi provoca dubbi e quando tutti quelli nei quali credevo cambiano di atteggiamento o di attitudini, penso al mio paesetto di montagna, quello che guarda all’Etna e si arrampica verso l’alto partendo da una piccola pianura accanto all’Alcantara.

 Nata in quel paese, la mia vita doveva trascorrere d’accordo alla teoria del determinismo, in una maniera. Invece, c’era un mio zio che se n’era venuto in America ,in una America tanto diversa all’altra, ma tanto più bella! E questo mio zio scrisse a mio padre dopo la mia nascita e passato poco più di un anno, arrivai a Mendoza. Cresciuta in questo paese, una emigrata siciliana, ebbi un padre amante delle tradizioni e una Madre un pò “pazza” per l’epoca. Una madre che mi fece studiare tutto ciò che ho voluto studiare e che quando ha voluto chiudere la porta, se n’è accorta che era già troppo tardi. Ho partecipato sempre alla vita culturale, sociale e politica della provincia di adozione, ho cercato sempre il meglio per questo paese, per la gente con la quale ho lavorato, mi sono avvicinata al lavoro politico, ma mai mi sono lasciata coinvolgere da un partito, dalla passione per una idea rispetto all’Argentina e quando mi offrirono la possibilità di partecipare in una lista politica per elezioni, parecchie volte ho detto di no. La mia storia non è diversa di quella di tante donne della mia età. Una emigrata in più. Così la pensavo fino a poco tempo fa. Oggi riflettendo sul determinismo ricordai un episodio accadutomi a marzo, in Sicilia, a Mongiuffi Melia,(nella foto) un paesetto dietro Taormina dove abitano i parenti di mio marito, morto più di un anno fa. Chiacchieravo con i cugini sulla sinistra, su Berlusconi, che ancora non aveva vinto ma già lo pensavamo e certamente ho dato come al solito la mia opinione (Chi potrebbe evitarlo?). La cugina di mio marito (una donna, per questo mi è rimasta la sua opinione impresa nella mente,le donne non sono gentili se non c’è di bisogno, perciò l’opinione di una donna sempre mi colpisce di più), la cugina ha detto: avete visto, ve l’ho già detto, se Antonina fosse rimasta in Italia oggi sarebbe un personaggio politico importante. E vero che io non ho la nonna, perciò mi sono sentita lusingata, ma non soltanto. Da questa frase ho capito perchè lavoro con tanta forza ed entusiasmo per l’emigrazione, perchè mi sono lasciata trascinare dall’USEF verso un mondo nel quale mi sento indifesa a volte, dove in tante maniere ricevo schiaffi in certe occasioni da altri emigrati, dove ci sono quelli che non mi conoscono (a me che ho una lunga storia di partecipazione in questa parte del mondo) e tante volte sfidano la mia intelligenza o mi voltano le spalle prendendomi per sorpresa come ad una ragazza. E vero che il determinismo non esiste. Dovevo crescere in Italia e sono cresciuta in America. Dovevo partecipare della Politica Argentina e invece partecipo alla politica italiana attraverso l’emigrazione. Avrei dovuto arrendermi già, d’accordo a certe volontà ed a certi intenzioni, ma non lo farò. Il determinismo no. Ma la determinazione sì esiste. Io sono determinata a lavorare politicamente per la mia patria, per la mia gente. Parlo dell’Italia e degli emigrati, è questo che sono decisa a fare. Purtroppo la sfida è difficile di più ancora grazie a questa crisi della quale Berlusconi è la faccia, una crisi economica, ma anche di valori umani, di valori culturali e sociali. Anche per questo questa sfida mi piace di più. (Antonina Cascio)