(Antonina Cascio) Gli anziani, quelli ch’erano anziani quando io ero bambina, usavano il linguaggio dei proverbi per farsi capire meglio. Quello era un linguaggio che mi colpì in un modo speciale, che mi fece capire tanto della vita. Quei proverbi rimasero archiviati nella mia mente e adesso vengono a galla quando mi fanno bisogno. Io ascoltavo con attenzione gli anziani quando ero piccola, proveniente com’ero da un paese dove gli anziani per fortuna vengono rispettati anche oggi, abbastanza in più che in altri paesi del mondo. E per questo che ho capito che gli anziani conoscevano la biogenetica in maniera empirica. Guardate se non è così:

 di tale legno tale scheggia; dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. E sapevano anche di psicologia: chi pratica con uno zoppo all’anno zoppica. Tutto questo viene al caso perchè io abito a Mendoza e sono presidente dell’USEF di questa città. Perciò ho la sapienza che mi dà la esperienza, empirica ma non per questo meno saggia, riguardo le capacità che purtroppo, i figli di certi personaggi della nostra collettività, dimostrano avere sin dall’inizio della loro vita pubblica e politica, malgrado loro non la chiamino politica, ma attività sociale, o con altri nomi tutti soffici,”light”come i cibi che offrono alcune imprese. A Mendoza, un gruppo di giovani discendenti d’italiani, di seconda e terza generazione incominciarono circa tre anni fa, un percorso indipendente, seguito da giovani di tutte le regioni e di varia età, che noi, come associazione, aiutammo, lasciandoli però agire liberamente, limitandoci solo a rispondere alle loro domande ed aiutando la nascita di una associazione alla quale l’USEF ha dato parecchie volte la possibilità di lavorare, organizzarsi, partecipare, occupare un posto nella collettività senza chiedere nulla in cambio. Purtroppo, una volta organizzata e con le proprie autorità, l’istituzione non andò avanti ,con l’aiuto di altri, interessati a farla sparire e dallo stupido uso del “potere” che fecero alcuni della commissione direttiva. Miracolosamente, un’altra associazione incominciò la sua marcia con i propri giovani, convocando i figli di quelli che hanno gli stessi interessi da anni e che vogliono mantenere il” posto”(il kiosco si dice qua) per se stessi e le proprie famiglie. Bene, essendoci la possibilità che i giovani lavorino ed apprendano come farlo, fino a quando passeranno ad di altre responsabilità Abbiamo deciso all’USEF di ignorare certe ostilità subite, dimenticare che in quel gruppo c’è in maggioranza una istituzione di una certa tendenza politica e abbiamo mandato due ragazzine carine, di 19 anni, a rappresentare l’USEF nella discussione della preparazione della Conferenza per i giovani che si terrà a Roma nel prossimo dicembre. L’intenzione era quella già detta: far conoscere alle ragazze come si lavora, come si discute, far perdere la paura della discussione che sempre porta chiarezza se è fatta con rispetto, far in modo che votassero per il nostro candidato, ecc. Prima riunione:votazione. Il candidato che non era presente non si poteva votare, dovevano sfilare davanti alle ragazze/i come modelli e farsi vedere per essere votati Il nostro candidato era al lavoro, perciò... Allora qualcuno ha suggerito che dovevano votare il figlio del presidente di FEDIME. Le ragazze intimidite hanno votato Seconda riunione ieri sera, comunicata a me, che l’ho comunicata alle ragazze. Chi mi parla, prima vuole intimidirmi con frasi del tipo: “non so, se lei vuole...”,”non se lei potrà...”, “non so se lei è... o che fa...”, ”non se è lei che si chiama così...” Io non rispondo a questioni tanto banali. Tanto lui il mio telefono ce l’ha, vuol dire che qualcuno glielo ha dato e che chi glielo ha dato mi conosce e sa chi sono. I ragazzi che andranno a Roma sono stati scelti già. Il nostro candidato non ci andrà. Era nervoso all’esame di scelta, già, perché bisognava sottoporsi ad un esame. Sarà per un’altra volta Noi abbiamo mandato il ragazzo a partecipare perchè avevamo fiducia nelle persone che dovevano far la scelta. La modalità era chiara, anche le condizioni richieste. Perciò, tutto a posto. Ma non tanto. Il ragazzo che ha votato il gruppo dei giovani non ci andrà. Allora si organizza una protesta, si scrive un verbale e si vuol far firmare tutti. Le nostre ed altri non firmano. Allora vengono convocati tutti per questa sera quando ci sarà anche un notaio e “dovranno “firmare tutti. Nel frattempo le ragazze vengono interrogate su chi sono, che fanno, chi sono io, perchè al mio telefono chiama tanta gente, chi le ha mandate, perchè prendono nota di quello che si discute e finalmente anche seguite quando il loro telefonino suona ed escono fuori per parlare. Le ragazze, stanche di questa stretta sorveglianza, non andranno più a queste riunioni, lavoreranno con noi, dentro l’associazione USEF impareranno e ci aiuteranno a crescere e lavoreranno liberamente , così come noi facciamo. Dei loro genitori e dei nostri soci, per fortuna nessuno di noi ha vocazione nazista. Gli anziani avevano ragione e dobbiamo proteggere la gioventù da questi tristi e vergognosi modelli.