BUENOS AIRES - “Questa settimana pubblichiamo in bella evidenza, in questa stessa pagina, la notizia dell’omaggio della Provincia di Buenos Aires alla nostra comunità, dichiarando la città di La Plata, “Capitale Provinciale dell’Immigrante Italiano”. La Plata è la capitale della Provincia di Buenos Aires. La sua capitale, ora diventata anche Capitale dell’Immigrazione italiana, è una città moderna, creata tutta da un pezzo, progettata e costruita in meno di un decennio, come nuova capitale provinciale, quando nel 1880 la città di Buenos Aires, originalmente capitale della provincia alla quale dava il suo nome, divenne distretto federale, per diventare sede del governo nazionale, mettendo fine all’antica rivalità tra lo stato nazionale e quello provinciale che fino ad allora avevano la stessa città come capitale, in un paese federale come l’Argentina”. Così scrive Marco Basti nell’editoriale che apre il nuovo numero della “Tribuna italiana”, quindicinale che dirige a Buenos Aires. “La Provincia di Buenos Aires oltre ad essere la più grande, popolata, ricca e determinante nella storia dell’Argentina, è anche quella che ospita il maggior numero di cittadini italiani e loro discendenti. Oltre a La Plata, anche Mar del Plata e le varie città che circondano Buenos Aires (tra le altre San Isidro, San Martin, Ramos Mejía, San Justo, Lomas de Zamora) ospitano le più alte proporzioni di abitanti di origine italiana, insieme a Rosario nella provincia di Santa Fe e alla stessa Città Autonoma di Buenos Aires. Sono una eredità enorme e poco conosciuta, al di là del dato risaputo dell’alta percentuale di argentini che hanno un avo italiano. Ma la FAILAP, la Federazione delle Associazioni Italiane della Circoscrizione Italiana di La Plata, ha saputo cercare il modo di rendere visibile un dato storico la cui portata si protrae fino ai nostri giorni, per cui è giusto riconoscere la meritevole iniziativa a quell’attiva federazione. L’iniziativa, che l’anno scorso ha ottenuto il consenso del parlamento provinciale è, come hanno sottolineato sia il presidente della FAILAP Daniel Gasparetto, sia il console generale Iacopo Foti, che ha dato valido ed entusiasta sostegno all’iniziativa dell’associazionismo italiano della sua circoscrizione consolare, una tappa di una strada che è stata riaperta. Un cammino verso un maggiore riconoscimento del ruolo della nostra comunità, nella Provincia di Buenos Aires, come protagonista della società argentina e come ponte ideale tra l’Argentina e l’Italia, i cui rapporti bilaterali potranno diventare ancora più profondi e proficui nella misura in cui venga rafforzato e ampliato il citato ponte ideale. E in questo senso la collaborazione tra la struttura organizzata della comunità e le autorità diplomatiche e consolari italiane a La Plata, è un esempio virtuoso. Guardando dall’alto l’Argentina, troviamo in altre città e province tante altre iniziative il cui risultato è rendere omaggio al passato, alla presenza, al contributo dato dagli emigrati italiani in oltre un secolo di presenza in Argentina. Spesso, come si propone adesso la FAILAP, tale omaggio vorrebbe essere un primo traguardo, verso altre tappe più concrete, a livello culturale, economico, sociale o politico. L’esperienza insegna però, che non è semplice andare oltre al primo meritato e accettato riconoscimento. Perché quasi tutti i politici e le autorità argentini sanno bene che il contributo degli italiani e la loro massiccia presenza è un dato del passato acquisito e accettato dalla storia argentina. Si possono ottenere ulteriori risultati anche in campo culturale e di questa possibilità ne danno atto gli accordi firmati tra università argentine e italiane, a partire dall’interessamento di associazioni e federazioni italiane in varie città dell’Argentina. E’ poco complicato ottenere l’assenso delle autorità locali per organizzare manifestazioni generalmente di carattere essenzialmente folkloristico, come sono “Buenos Aires Celebra Italia”, “Italia Para todos” a La Plata, “La Festa in Piazza” a Mendoza e altre ancora. Ma per superare il limite dell’omaggio al passato e ottenere maggiori e più consistenti risultati per contare oggi e proiettarci verso il futuro, ci vogliono un ambito di coordinamento, di dialogo, di incontro, di dibattito, tra le svariate realtà che nella nostra comunità hanno ruoli di rappresentanza o che, comunque, vengono identificate con l’italianità in Argentina. Finché ogni dirigente o istituzione o esponente della nostra comunità penserà di contare da solo, continueremo a ottenere soltanto diplomi, riconoscimenti, e poco più di questo. Dobbiamo lavorare a un progetto di rilancio dell’italianità che coinvolga tutti o la stragrande maggioranza delle espressioni della nostra comunità. Non dobbiamo accontentarci degli omaggi al passato. Per essere degni eredi di quanti ci hanno preceduto, dobbiamo costruire il futuro dell’italianità in Argentina”. (aise)