*NEW YORK - È stato presentato lo scorso 8 dicembre all’Istituto Italiano di Cultura di New York il volume: “Gli italiani in Usa: nuove prospettive di una diaspora secolare”, il primo di una serie di quattro approfondimenti sulle comunità negli Stati Uniti, Canada, Australia e Sudafrica, commissionati dal CGIE al John D. Calandra Italian American Institute della City University of New York,
il più grande sistema universitario urbano degli USA, con 25 campus di eccellenza nella Città metropolitana, 500.000 studenti e 13 premi Nobel. Alla presenza di esponenti del mondo accademico, dell’associazionismo, dei frequentatori dell’IIC e di alcuni autori del testo, fra cui Peter Carravetta, il Direttore dell’Istituto, Fabio Finotti, si è dichiarato lieto di ospitare la presentazione in anteprima di questo lavoro, che verrà offerto in occasione della IV plenaria della Conferenza permanente Stato – Regioni – PA – CGIE a Roma, e ha ringraziato il Consiglio Generale per la sua lungimiranza nel sostenere da tempo l’inclusione di tutte le forze delle comunità nella rete italiana nel mondo. L’Istituto e i rappresentanti del Sistema Paese a New York condividono questa politica di apertura e di lavoro comune con tutta la collettività senza distinzioni o separazioni fra nuova mobilità, rappresentanti dell’emigrazione tradizionale e italodiscendenti. Il volume, che si apre con i messaggi di plauso dell’Ambasciatrice d’Italia in USA, Maria Angela Zappia, e del Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone, è stato prodotto a cura del Dean del Calandra, Anthony Julian Tamburri, e di Silvana Mangione, che ne hanno raccontato ai presenti l’elaborazione e i contenuti, confermando che “l’italianità viene ridefinita e reinterpretata sulla base del tempo e del luogo di ogni individuo e perciò è sempre diversa rispetto alle sue specificità storiche vis-à-vis la cultura dominante”. L’auspicio di un dialogo più profondo e del coinvolgimento di tutte le generazioni di italiani è alla base anche del successivo annuncio ufficiale del “Concorso di poesia Italiani per il futuro”, che si rivolgerà a tre fasce di età: la prima fino ai 12 anni, la seconda dai 13 ai 19; la terza dai 20 in su, e accetterà elaborati in 3 lingue, italiano, inglese e dialetto. Il Comitato scientifico del Concorso sarà presieduto dal Direttore dell’IIC, Fabio Finotti. L’idea nasce dall’iniziativa del poeta vernacolare Nino Provenzano, portata avanti dal Circolo newyorchese di Castel del Golfo e dal suo Presidente Damiano Palazzolo, che da molti anni organizzano una serata di lettura di poesie in dialetto/lingua siciliana. Il progetto è appoggiato dall’IIC e dall’Istituto Calandra. Il Comitato Organizzatore, in via di composizione, vede la presenza di Finotti, di Tamburri, di Silvana Mangione e del Presidente Palazzolo. Storicamente la letteratura italiana in USA nasce nel nordest degli Stati Uniti, con la prima Novella scritta in italiano da Luigi Ventura nel 1885. Ogni dialetto è, di fatto, una lingua a sé stante, ma non è riconosciuto come tale, anche perché la letteratura fuori d’Italia in Italiano o in dialetto o in lingue straniere continua a non essere considerata parte della letteratura italiana ufficiale, circoscritta alla produzione entro i confini del Bel Paese. Il Concorso di poesia ITALIANI PER IL FUTURO potrebbe dare il via a un nuovo riconoscimento del valore degli scritti pubblicati all’estero e in lingue e dialetti diversi. Il bando e il regolamento del Concorso saranno emanati ufficialmente a gennaio 2022, mentre la premiazione si terrà il 2 giugno, Festa della Repubblica. (aise 10/12/2021)
*foto presa da internet