Lasciamo Aidone con tutte le ricchezze che abbiamo avuto modo di descrivere e ci addentriamo sulla SP 4  fino ad intercettare l’autostrada A19 che percorriamo fino al bivio di Centurie, dove attraverso la SS 192 arriviamo a Canturipe. La cittadina situata in provincia di Enna,

al momento dell’unificazione dell’Italia contava appena 7112 abitanti. La scoperta e lo sfruttamento dello zolfo presente nelle miniere del territorio circostante, fecero si che al censimento del 1921, Centuripe arrivasse ad avere una popolazione di 15222 abitanti, più del doppio di quella con la quale si presentò all’unificazione nazionale. La crisi dello zolfo, la chiusura delle miniere, l’incrementare dell’emigrazione, fecero si che la popolazione si riducesse notevolmente, fino ad arrivare a poco più di 5000 abitanti.

Oggi l’economia di Centurie è prettamente agricola dove spicca la coltivazione degli agrumi nel territorio che si trova fino a circa 400 mt s.l.m., al di sopra di tale quota, troviamo ulivi e mandorli che danno vita ad una ottima produzione di olio e di mandorle utilizzate in pasticceria.

Per il resto, primeggia l’uso seminativo del territorio oltre a quello adibito a pascolo per gli allevamenti che sono un ulteriore cespite di guadagno per quella popolazione.

Sul territorio è possibile ancora rintracciare testimonianze del periodo d’oro di Centurie legato alla produzione dello zolfo. Fino al 1920 infatti le miniere di Muglia, Salina, Marmora Chieffo e Torricchia furono fonte di lavoro e di ricchezza. Oggi esistono solo resti abbandonati che ricordano solo la storia di quelle terre e di quel popolo, che oggi non dispone nemmeno più di una stazione ferroviaria.

Lunga è la storia di questa cittadina, che esisteva già nella lontana epoca preistorica. Da allora visse in successione periodi di libertà e periodi di tirannia, occupazioni di vari popoli, dai siracusani ai siculi, dai romani ai greci, dai mussulmani ai normanni. Sotto i Borboni divenne capoluogo di circondario. Nel 1860 i cittadini parteciparono alle battaglie per l’unificazione d’Italia, unendoci alle truppe di Garibaldi che definì Centuripe “Balcone della Sicilia”, come ricorda una lapide che ricorda quei momenti storici.

Nel 1862, il consiglio comunale decise di cambiare il nome della cittadina da Centorbi (vecchio nome), per riprendere l’antico nome di Centuripe, cosa che venne sancita da un regio decreto.

Tutti questi passaggi storici, hanno lasciato tracce indelebili sia sul territorio della cittadina ennese che sul suo impianto urbano. Testimonianze e reperti storici, che qui di seguito vogliamo riportare, così come sono elencati in vikipedia.(SA)

 Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

  • Chiesa madre
  • Chiesa di San Giuseppe
  • Chiesa di San Gioacchino
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate
  • Chiesa dell'Annunziata
  • Chiesa di San Nicolò di Bari
  • Chiesa di Sant'Agostino
  • Chiesa del Crocifisso
  • Chiesa del Purgatorio
  • Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
  • Tempio degli Augustali

Architetture civili

  • Museo archeologico regionale di Centuripe: esistente sin dagli anni venti del XX secolo ma collocato precariamente in locali comunali è stato trasferito in una nuova sede nel 2000. Il Museo rappresenta una delle più importanti esposizioni di reperti romani della Sicilia; conserva numerosi esempi di vasellameria e pregiate opere scultoree d'età imperiale, con statue ben conservate e reperti del vicino bacino archeologico, tra cui le Terme Romane.

Siti archeologici

Il territorio circostante Centuripe è oggetto di ricerca da parte dell'IBAM CNR di Catania. Tra 2009 e 2012 sono stati eseguiti sondaggi con escavazione nei dintorni e in prossimità dell'abitato moderno, diretti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e ambientali di Enna, in collaborazione con il Comune, il Museo Regionale Archeologico, l'Associazione SiciliAntica. Uno degli scopi prefissi è quello di approntare una carta archeologica dell'antica città. Sono state trovate interessanti testimonianze del periodo tra la preistoria e l'età moderna. Rilevanti pitture rupestri neolitiche sono state trovate nel "Riparo Cassataro", al momento uniche nella Sicilia orientale. A sud del fiume Dittaino sono state individuate le aree di approvvigionamento di selce e di diaspro, materiali importanti nella preistoria].

Il passato importante di Centuripe è testimoniato dai numerosi siti di interesse archeologico un po' dappertutto sia nel centro urbano che nelle aree circostanti:

  • Zona Acqua Amara: Resti termali di età ellenistico-romana
  • Sorgiva Bagni: Resti termali di età romana
  • Contrada Agliastrello: resti di abitato
  • Contrada Bagni: (a nord) Necropoli ellenistica.
  • Contrada Casino: Necropoli dall'età del ferro, con tombe a circolo di pietre, con inumazioni plurime; utilizzata fino ad età ellenistica.
  • Contrada Cuba a Muglia: Insediamento e necropoli di età preistorica dall'età neolitica al Bronzo antico
  • Contrada Difesa: Ampie fornaci per ceramica.
  • Contrada Piano Pozzi: Resti di abitato, (a Sud-Est) necropoli ellenistica.
  • Contrada Biliuzzo: necropoli ellenistica.
  • Frazione Carcaci : Necropoli rupestre; resti dell'età del bronzo; strutture di età romana
  • Castellaccio: fornace ellenistica; resti di castello medioevale
  • Castello di Corradino: Mausoleo romano
  • Monte Calvario - Resti di abitato
  • Fondo Castiglione Muro d'argine
  • Fondo Testai: cisterna antica
  • Vallone Gelso: resti di abitato, necropoli dall'VIII secolo a.C. al periodo ellenistico[30].
  • Monte Porcello: Resti di abitato greco-ellenistico
  • Mulino Barbagallo: Complesso monumentale (antica sede degli "Augustali") con statue marmoree di Augusto, Druso, ecc.
  • Panneria: casa romana
  • Piano Capitano: Vasta necropoli dall'VIII secolo a.C. al periodo ellenistico; comuni gli επιτυμβια, a fossa con sovrastruttura a gradoni; reperti ceramici
  • Strada provinciale Catenanuova - Centuripe: antica fornace
  • Strada Comunale Panaria - Casa delle maschere e resti di abitato
  • Vallone Difesa: localizzazione dell'antico ginnasio

Nel centro urbano

  • Centro ellenistico-romano con mura, abitato e fornaci.
  • Chiesa del Crocifisso: strutture ellenistico-romane con mosaico "stanze antiche"
  • La Dogana: Fontana-cisterna di età romano-imperiale

Ruderi, muri e resti di costruzioni nei pressi delle chiese

  • Chiesa del Crocifisso: muro d'argine nei pressi della chiesa
  • Chiesa della Maddalena: muro antico
  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie: muro antico
  • Chiesa Madre: ruderi
  • Chiesa Addolorata: resti antichi
  • Colle dell'Annunziata
  • Convento di Sant'Agostino: Ruderi
  • Fondo Calcerano: Antica costruzione
  • Le Stalle Antiche
  • Via Fragalà: stanze antiche
  •  

     

    Via Scipione: resti di abitato

Ponte romano

La Centuripe romana era uno dei punti importanti degli "Itinerari romani della Sicilia"; si trovava sulla strada (via frumentaria) che collegava Catania con la costa tirrenica risalendo il corso del fiume Simeto; attraversava Aetna (Paternò), Centuripe, Agyrium (Agira), Assorum (Assoro), Henna (Enna) e proseguiva fino a Terme Imeree. La posizione strategica della città consentiva il controllo, sia di tale via sia di quella che provenendo da Nord proseguiva verso i campi di Leontini.

Il ritrovamento di un tratto di strada lastricata lungo il fiume Simeto e alcune sezioni in rovina del ponte distrutto, per secoli dimenticato e fuori asse a causa di una deviazione del fiume, hanno fatto avanzare ad alcuni studiosi l'ipotesi del ritrovamento della via frumentaria. Il ponte, genericamente indicato come Ponte romano di Centuripe è situato nei pressi del Ponte Barca di Biancavilla ed è costituito da quattro grossi segmenti allineati in senso ONO/ESE, della larghezza di circa 3 metri e della lunghezza di 6-8 metri ciascuno, non più perfettamente in asse e spostati rispetto al corso del fiume. Il monumento è databile del II secolo, probabilmente è legato all'importante personaggio legato a Centuripe, Quinto Pompeius Falco, che fu curator viae Traianae tra il 108 e il 112. Dell'esistenza di tale ponte parla Ignazio Paternò Castello che ne indica anche la distanza, sei miglia, dalla Città di Centoripi considerando l'itinerario come facente parte dell'antica strada romana.

L'askos di Centuripe

Nei primi anni sessanta, a Centuripe, è stato ritrovato un askos (vaso schiacciato) risalente al V secolo a.C., oggi conservato al museo archeologico di Karlsruhe, in (Germania), che riporta la più lunga iscrizione esistente in Siculo che risulta essere una lingua di origine indo-europea, molto imparentata con il latino.

Siculi e Latini: un "origine troiana" comune nell'epigrafe dell'antico gemellaggio

La leggenda dell'origine troiana di Segesta ci è nota attraverso Tucidide, e attraverso la cultura ateniese apprendiamo che Enea è giunto a Roma. Tuttavia poco si conosceva circa una leggenda sull'origine comune dei Siculi e dei Latini fino al 1962 quando il ritrovamento casuale di una lastra di pietra calcarea tra i ruderi della contrada Crocefisso su cui era incisa un'iscrizione greca in dialetto dorico ha permesso di venire a conoscenza del più antico trattato di gemellaggio finora conosciuto tra la città ellenizzata di Centuripe e la città latina di Lanuvio. La lastra, frammentata, della misura di 41 cm di larghezza e 30 di altezza e dello spessore di 10 cm, faceva parte di una stele di almeno un metro di altezza[44].

L'antica iscrizione riporta un trattato tra Centuripe e Lanuvio nel Lazio, che mette in risalto la cognatio[20] delle due città raccontando di una missione diplomatica che gli ambasciatori centuripini Filarkos, Lampon e Zoarkos, intorno al II secolo a.C., avrebbero svolto recandosi a Lanuvio e a Roma per rinnovare la loro parentela. Una seconda iscrizione pertinente al ginnasio di Tauromenium sita sulle nicchie ove trovavano luogo i libri della biblioteca conferma la leggenda della parentela indicando nell'eroe centuripino Lanoios il fondatore della città di Lanuvio[45] [46].

Monetazione di Centuripe

La città si dotò di una propria moneta, segno di prosperità economica e di prestigio. La zecca centuripina iniziò a coniare moneta nel 346 a.C.

Un bell'esempio di coniazione centuripina è la moneta, in bronzo del 240 a.C. che raffigura la testa di Giove (patrono della città siculo-ellenistica) coronata di lauro e sull'altra faccia un fulmine, al centro, con la scritta Κεντοριπινον (centuripino).

Tradizioni e folclore

  • Settimana Santa: la domenica delle palme inizia con la solenne processione delle palme che, partita dalla Chiesa di sant'Agostino, giunge in Chiesa Madre. La stessa sera i confrati dell'arciconfraternita del Santissimo Sacramento iniziano quarantore di adorazione che si concluderanno mercoledì mattina.

Giovedì santo, dopo la messa in coena domini, vengono portati in processione il settecentesco simulacro ligneo del Cristo alla colonna e quello dell'Addolorata. La mattina del venerdì santo la statua del Cristo morto viene traslata dalla chiesa del ss. Crocifisso alla chiesa Madre dove al tramonto i presenti assistono alla ascisa a cruci (deposizione dalla croce). Durante la veglia di Pasqua, sempre in chiesa Madre, un grande drappo, detto "Tiledda", che durante tutta la quaresima ha nascosto l'abside, viene lasciato cadere scoprendo la statua del Cristo risorto.

  • Festa dei patroni Santa Rosalia e san Prospero da Centuripe: dal 15 al 19 settembre. Funzioni religiose, manifestazioni ricreative e culturali, concerti di musica classica, moderna e rock. Il 20 il mercato con bancarelle.
  • Rappresentazione della Pasqua di Gesù: il sabato precedente la domenica delle palme una suggestiva rappresentazione della passione, morte e risurrezione di Gesù.

 Musei

Il Museo archeologico di Centuripe è regionale ed è ospitato in un edificio la cui costruzione ebbe inizio negli anni cinquanta poi venne sospesa e rimase abbandonata per vari decenni. Venne infine completato e infine inaugurato nel dicembre del 2000[50]. La sua posizione permette una vista panoramica verso l'Etna e la valle del Simeto.

Le collezioni, che fin dagli anni venti erano custodite nella vecchia sede del palazzo comunale, sono state riordinate e integrate con i reperti degli scavi condotti sin dal 1968 dalla Sovrintendenza per i Beni Culturali. Gli spazi utilizzati sono su livelli diversi[50]. Il museo presenta la storia e la topografia della città, i siti abitativi, le attività economiche, i ritrovamenti con significative sculture di età romana. Inoltre le terrecotte locali del periodo ellenistico con maschere e statue che esprimono l'alto livello tecnico raggiunto e l'originale tipologia di forme e soggetti che sono alla base della diffusione dei manufatti nei mercati più esigenti. Alcuni reperti:

  • Una raffinata statua ellenistica di Musa
  • Una colossale testa dell'imperatore Adriano (II secolo)
  • Sculture provenienti dall'edificio degli Augustali, che ritraggono membri della famiglia imperiale e imperatori.
  • Un eccezionale torso marmoreo loricato, probabilmente di Augusto
  • Statua femminile acefala con abbigliamento che avviluppa il corpo con artificiosi panneggi.
  • Preziosa collezione di ceramica preistorica, materiali da necropoli greche e iscrizioni funerarie latine.
  • Vasi di tipo centuripino prodotti da fabbriche locali fra III e II secolo a.C. decorati con motivi a rilievo e scene dipinte con tempere policrome; anche soggetti del culto dionisiaco.
  • Lastra fittile di un monumento funerario, con scena a rilievo.

 A Centuripe è presente anche un Museo Etnostorico in sede propria che amministrativamente è una sezione del Museo Archeologico Regionale di Centuripe

Arte

La produzione ceramica di Centuripe affonda le sue radici nella Preistoria della Sicilia come dimostrano alcuni dei reperti del museo; molto rimane, tuttavia, ancora da studiare e catalogare dato che i reperti del territorio sono disseminati un po' dappertutto a causa del saccheggio, protratto nel tempo, a cui è andato incontro il territorio circostante. Il territorio circostante risulta essere stato intensamente abitato anche prima degli insediamenti greci; insistono infatti nell'area anche varie altre città, delle quasi si sono trovate le tracce come Mendolito ove sorgeva il famoso santuario del dio siculo Adranos e Inessa, con le quali si svilupparono certamente i commerci e gli scambi ma la mancanza di progetti finanziati di ricerca archeologica a vasto raggio non ne ha ancora evidenziato la reale portata.

Centuripe raggiunse presto un primato nell'arte della ceramica. È del VI secolo a.C. un'erma di gusto ionizzante e a fine secolo un'aruletta con un leone che assalta un toro dimostra un motivo decorativo orientaleggiante perfuso di una stilizzazione greco antica.

È comunque in coincidenza con l'ellenizzazione di Centuripe che si evidenzia ancor più l'arte ceramica locale e se ne sviluppa il commercio per tutto il bacino del Mediterraneo centro orientale. Una serie di studi recenti ha permesso di censire un numero consistente di opifici di ceramisti omoepocali che costituivano un vero e proprio agglomerato industriale in area adiacente all'abitato. La consistenza delle attività individuata avvalora la tesi di un commercio su vasta scala e ultralocale.

A partire dal III secolo a.C. la coroplastica espresse una ricchissima produzione di statuette fittili (in terracotta) che prendono il nome tipico di tanagrine perché simili a quelle già conosciute trovate nella necropoli di Tanagra in Beozia e di una qualità artistica tale da meritare alla città l'epiteto di Tanagra di Sicilia. Si tratta di arte a chiara destinazione funeraria che raggiunge elevati livelli di esecuzione con leggiadre figurine femminili danzanti, di divinità di età ellenistica con predominanza di Afrodite, di genere idilliaco, caricature e figure comiche pervase dal gusto locale e ancora Eroti volanti, Psychài e fauni danzanti, vecchi e personaggi esotici o caricature femminili dai volti animaleschi. Le tematiche mostrano un'inesauribile fantasia creativa anche se vengono prodotte in serie. Completano il tutto statuine di animali molto realistiche.

La produzione ceramica di Centuripe risalta e si esprime in tutte le forme di anfore producendone di proprie che vengono dette appunto vasi centuripini. La produzione centuripina sembrerebbe aver influenzato quella di altri centri siciliani.

La caratteristica decorazione è policroma con rilievo floreale e architettonico. Si presenta come un dipinto a tempera ricco di sfumature raffinate le cui scene spesso richiamano il culto dionisiaco; a volte sono grandi teste o busti umani il cui viso è colorato di una tinta rossastra con ombreggiature. Spesso la colorazione veniva fatta a freddo con delicati colori a tempera. Uno studioso, il Libertini, ne cataloga ben 39 modelli differenti. Quattro pregevoli esemplari sono esposti dal 1929 al Metropolitan Museum of Art di New York. Anche la decorazione parietale era molto praticata; nonostante le distruzioni della città nel periodo medioevale ne abbiano quasi disperso le tracce, ne è sopravvissuta una, probabilmente del III secolo a.C., trovata in una casa privata.

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