LE ORIGINI DEI RITI DELLA SETTIMANA SANTA AD ENNA, DI SALVATORE PRESTI

I riti della Settimana Santa che si celebrano ad Enna affondano le radici nel lontano passato. Cicerone nelle “Verrine” scriveva: “più che una città sembra un santuario…i suoi abitanti danno l’impressione non di cittadini,

ma di tanti sacerdoti, di tanti ministri di Cerere”. Enna era il centro religioso più importante dell’isola, la sede del tempio di Cerere, la dea delle messi e della civiltà, presso cui la stessa Roma, in occasione di eventi clamorosi (calamità naturali, epidemie, ecc.) inviava ambascerie per offrire sacrifici propiziatori. Col passare dei secoli, il Cristianesimo, introdotto nelle nostre comunità da San Pancrazio, con lenta e continua azione erosiva, soppiantò l’antico culto, di cui però rimangono alcune tracce nelle cerimonie religiose cristiane non intaccandone l’essenza. Furono gli spagnoli ad introdurre, nel XVI secolo, i riti della passione e morte di Cristo. Le Confraternite, inizialmente nate come corporazioni, si trasformarono in seguito in associazioni religiose. Esse partecipavano alla vita della città con compiti ben precisi: la Congregazione dei Bianchi, organo del Santo Uffizio, amministrava la giustizia religiosa; la Compagnia della Passione si occupava dei poveri e al mesto dovere della loro sepoltura dopo averli assistiti caritatevolmente; la Confraternita di Maria SS. La Donna Nuova si dedicava alla cura degli ammalati di peste, mentre l’Arciconfraternita delle Anime Sante del Purgatorio assisteva i condannati a morte. Cadute le antiche attribuzioni, oggi le confraternite che partecipano alla Settimana Santa curano gli interessi ecclesiali e spirituali, regolamentati da propri statuti e fanno capo ad un organo superiore, il Collegio dei Rettori, e dipendono dalla Diocesi. Sfilano nelle processioni ed il loro numero si è ridotto da 34 a 15. Con le recenti formazioni delle SS. Crocifisso di Pergusa e di Sant’anna, sono diventate diciassette. Nel 1740, infatti, ad Enna, allora Castrogiovanni, c’erano 8 collegi, 8 compagnie, 17 confraternite e un’arciconfraternita. A capo delle singole confraternite, veniva eletto il più anziano che presiedeva le assemblee, occupava la carica di Rettore, otteneva i titoli di governatore e procuratore e faceva parte del Civico Senato. Inizialmente erano formate da contadini e minatori, ai giorni nostri sono composte da operai, artigiani, professionisti, impiegati e studenti. Mistica ed insieme suggestiva è l’atmosfera che caratterizza la processione del Venerdì Santo, per secoli rimasta immutata tranne per il tragitto che nel tempo è stato cambiato per varie esigenze e urbanistiche. Si svolge a partire dalle ore 18 alla luce delle fiaccole ed è accompagnata dal cupo e lento rullio dei tamburi e dal suono delle marce funebri che contribuisco a trasmettere quel particolare clima che in essa si respira. Da qualche tempo si è registrata un’altra interessante novità: il coro polifonico “Passio Hennensis” accompagna, con i loro suggestivi canti, la processione per tutto il tragitto. E’ recente l’annuncio che quest’anno al passaggio del Cristo e dell’Addolorata in via V. Emanuele, ai piedi della chiesa di Santa Maria del Popolo, dopo oltre un secolo, verrà riproposto, dallo stesso Coro polifonico, il “Canto degli Zolfatai”, riscoperto recentemente. Le “Vare” sono precedute da tutte le confraternite, che si dispongono secondo un ordine prestabilito. Prima dell’Urna del Cristo, un baldacchino, sfarzosamente decorato, portato dai Confrati dello Spirito Santo, protegge il reliquario della Spina Santa che il parroco della Matrice conduce fino alla chiesa di San Paolino dei Cappuccini al cimitero, con il quale fino a qualche tempo fa veniva impartita la benedizione ai Fercoli e ai fedeli. Da qui il ritorno al Duomo dove, a tarda ora, si conclude la processione. http://www.lagazzettaennese.it

PACHINO, CONTINUA IL TOUR SIRACUSANO DEL PREMIER USCENTE PAOLO GENTILONI: OGGI TAPPA A MARZAMEMI

DA SIRACUSA NEWS - Continua il tour siracusano del premier uscente Paolo Gentiloni. A Siracusa da qualche giorno per le vacanze di Pasqua, oggi è stato a Marzamemi per trascorrere una domenica di relax con la famiglia. Non sono mancate foto che lo hanno immortalato a passeggio per il borgo marinaro o in posa con quanti chiedevano uno scatto con lo stesso parlamentare Pd e dimissionario presidente del Consiglio dei Ministri.

SIRACUSA, CASTAGNINO NON SI CANDIDA A SINDACO: “SONO LEALE, SOSTERRÒ VINCIULLO E NESSUN ALTRO”

DA SIRACUSA NEWS - Non si candida a sindaco solo perché il suo leader ha deciso di spendersi in prima persona mettendoci nome e faccia. Così Salvo Castagnino potrebbe andare per la quarta legislatura e – con l’annunciato ritiro degli storici (Sorbello e Di Mauro su tutti) – di essere il consigliere più esperto. Adesso che tutti si aspettavano il salto di qualità, Castagnino ha confermato la fedeltà al “professore”, così lo chiama ancora lui stesso, Vincenzo Vinciullo. “Non c’è altro leader al di fuori del prof – scherza, ma non troppo, Castagnino – ed è per questo che quando mi ha detto di volersi candidare ho deciso di non provare una nuova esperienza ma di confermarmi al suo servizio, se così si può dire”. Non nega quindi di aver avuto voglia di provare, magari con una propria lista, a correre per la poltrona da primo cittadino. Lui, che di esperienza politica ne ha fatta in abbondanza sia assessore sia da consigliere comunale, non avrebbe disdegnato una campagna elettorale. “Ma sono leale e quindi eccomi qua – chiosa – ma sia chiaro, io voglio Vinciullo sindaco. Non appoggerò altri”.di Luca Signorelli

PASQUA NEGLI IBLEI CON SOLE: MARONNA VASA VASA, A PACI E U GIOIA A MODICA, COMISO E SCICLI

Il solito pienone di fedeli e turisti per la tradizionale domenica di Pasqua negli Iblei che si impernia da tempo immemore sulle feste della Maronna Vasa Vasa a Modica, A Paci a Comiso e U Gioia a Scicli, tra fede e folklore. A Modica una piccola curiosità è stata data dal tradizionale bacio di mezzogiorno in piazza Monumento tra la Madonna e il Cristo Risorto avvenuto con un minuto di ritardo. Per il resto tutto come da copione in una impressionate cornice di pubblico. Come da previsioni meteo, il beltempo l´ha fatta da padrone, a parte qualche nuvola passeggera e un po´ di vento che comunque non hanno guastato la festa, che continua sulle tavole imbandite con i prodotti tipici iblei, rigorosamente fatti in casa, e con le versioni "by night" degli appuntamenti pasquali. (da corrierediragusa.it - Duccio Gennaro)

BIANCO SINDACO, A SINISTRA MOLTO RUMORE PER NULLA

Riunioni, nomi mai smentiti, avvicinamenti, poi smarcamenti. Se nel centro-destra la partita sulle candidature si è chiusa con una riproposizione della situazione romana - in cui la Lega vuole smarcarsi dagli alleati, con Angelo Attaguile che sfiderà Salvo Pogliese - nel centro-sinistra, dopo mesi di tentativi, alla fine le diverse anime del Partito Democratico sembra che 'chiuderanno' sull'attuale sindaco Enzo Bianco. Uno scenario preannunciato da questa testata già a dicembre, basato su di una ormai inevitabile necessità. Che, a quanto pare, si fara virtù anche se i diversi protagonisti avrebbero più volte cercato altre soluzioni: pensando prima ad un appoggio al candidato civico Emiliano Abramo e poi ad una candidatura dell'avvocato autonomista Carmelo Galati.

IL DATO NORMATIVO Un ragionamento che sembrerebbe basato più sui numeri che su ragioni di sincera convinzione. Con la nuova legge elettorale per i Comuni, infatti, i candidati al Consiglio questa volta avranno un peso determinante rispetto al passato. Perchè? Il nuovo dettato normativo, oltre a fissare lo sbarramento del 5% alle liste, ha ripristinato il cosiddetto "effetto trascinamento", secondo il quale il voto dato ai candidati consiglieri confluisce automaticamente anche al candidato sindaco, e il premio di maggioranza. In tal modo, qualsiasi candidato sindaco avrà la tentazione di fare più liste possibili con il suo nome, cercando di canalizzare l'attenzione elettorale su sé stesso. Sì spiegherebbero in questo modo le famose, e ancora sconosciute, otto liste che il sindaco Bianco avrebbe pensato a suo sostegno. Oltre a questo, l'altro effetto automatico sarà quello di creare nei candidati consiglieri un'incertezza tale per la quale, in sostanza, chi non sceglie in modo netto il candidato forte rischia seriamente di restare fuori dal civico consesso. Una situazione che, recentemente, è venuta a verificarsi a Misterbianco dove nonostante le differenti posizioni politiche, anche membri dell'ex opposizione alla vecchia giunta, hanno supportato la candidatura di Antonio Di Guardo, riconfermando, mentre chi non lo appoggiava è rimasto fuori. A rendere più agguerrita la corsa, infine, vi è la nuova composizione del Consiglio che, da quest'anno, vedrà ridotto di 10 unità il numero dei consiglieri, passando da 45 a 35.

IL DATO POLITICO Ad avvalorare quest'ipotesi, dall'altra parte, c'è un secondo dato. Tutto politico. In questi cinque anni di opposizione, di fatto, tutti i protagonisti di quella che è stata chiamata l'opposizione interna ad Enzo Bianco, da Niccolò Notarbartolo a Sebastiano Arcidiacono, di fatto, non sono riusciti a creare un percorso che abbia portato a presentare un nome forte da contrapporre a quello di Bianco. Il segretario della Comunità di Sant'Egidio, Emiliano Abramo - supportato inizialmente da entrambe le aree dei consiglieri comunali - sembrerebbe oggi sempre meno 'attraente' e, dopo un iniziale corteggiamento, potrebbe essere supportato ad oggi soltanto da una lista di Niccolò Nortarbartolo e, forse, da realtà di associazionismo locale. L'appoggio di Arcidiacono e di Maurizio Caserta sembrerebbe infatti sempre meno certo. Alla fine, insomma, per citare Shakespeare, sembrerebbe che in questi mesi si sia fatto "molto rumore per nulla", e che senza una proposta civica autorevole, il Partito democratico etneo - in cui compare anche l'area di Nicola D'Agostino - supporterà gioco forza 'l'usato sicuro', rappresentato dalla 'nuova' ricetta di Enzo Bianco. Che, però, come annunciato dallo stesso primo cittadino, si presenterà in modo 'civico', ovvero senza il simbolo del Pd. (da cataniatoday.it)

ALLA SCOPERTA DEI FARI: TORRE DELLA LANTERNA, CAPO PELORO, S. SALVATORE

Organizzata dell'associazione il Mondo dei Fari l'iniziativa ha visto la partecipazione di oltre 40 Quando l’uomo iniziò a navigare anche di notte, inventò il faro. S’iniziò accendendo grandi cataste di legname sui promontori, poi si arrivò a costruire edifici protesi verso il cielo la cui sommità con la propria luce dava ai naviganti l’aiuto per raggiungere il porto. I fari nella storia hanno avuto anche il pregio d’essere monumentali. L’associazione culturale Il Mondo dei Fari ha dedicato l’iniziativa Primavera nei fari della Sicilia nelle giornate di 24 e 25 Marzo alla visita dei nostri fari, con la partecipazione di più di quaranta soci provenienti da varie regioni italiane e trenta aderenti reclutati in loco. Il desiderio animante: condividere questo patrimonio che non è soltanto tecnico ma anche artistico. Guidato dal C.F. Stefano Gilli del Monte, Vicepresidente del Mondo dei Fari, il gruppo è stato accolto dalla Marina Militare (che custodisce i fari) nelle persone del C.F. Maurizio Romano, Comandante della Zona Fari della Sicilia, e del C.V. Santo Giacomo Legrottaglie, Comandante del Supporto Logistico della Marina Militare di Messina, e accompagnato 1°M.llo Giovanni Bonfiglio, coordinatore regionale per i fari siciliani; a organizzare l’evento lo staff del sito culturale InsideMessina, dedicato all’arte e alla storia peloritana, con gl’interventi del Prof. Franz Riccobono, Presidente dell’Associazione Amici del Museo di Messina, che ha narrato agli ospiti le storie e le leggende dello Stretto. Prima a essere stata visitata la Torre della Lanterna, anticamente Torre del Garofalo, costruita nel Cinquecento dal Montorsoli, al tempo stesso faro del porto e torre fortificata; per secondo è venuto il Faro di Capo Peloro, ottocentesco ma ultimo di vari fari che in quel punto si sono succeduti in almeno duemila anni. Dall’alto dei fari, si è potuto ammirare lo scenario leggendario dello Stretto, dimora di Scilla e Cariddi, luogo di passaggio e d’incontro. Non solamente i fari sono stati oggetto della visita: la comitiva ha visitato il cinquecentesco Forte del Santissimo Salvatore che sorveglia il porto con le sue sale storiche e la Stele della Madonna della Lettera, il Museo Regionale di Messina ammirando i dipinti del nostro Antonello e di Caravaggio, il centro storico di Messina, i laghi di Ganzirri, le spiagge, il Pilone e la fortezza “degli Inglesi”. I soci dell’associazione hanno potuto godere delle nostre strutture alberghiere e di ristorazione e assaporare le nostre pietanze tradizionali a base di pesce, oltre a fare acquisti nel centro storico. Non si è conclusa a Messina la visita: il gruppo ha anche effettuato una visita al faro di Sciara Biscari a Catania. L’evento si è rivelato completo sotto tutti gli aspetti: partendo da un’iniziativa dedicata ai nostri fari sono stati stimolati vari altri settori della nostra economia, dalla gastronomia ai musei, a beneficio della città. Ben vengano iniziative come questa! Messina ne ha bisogno. La visita delle nostre terre ha affascinato profondamente i nostri ospiti, instillando in loro il desiderio di ritornare; questo il pensiero di Luana Gradi, socia del Mondo dei Fari: “Messina accontenta ogni senso… in tutti i sensi… illumina gli occhi con le sue bellezze storiche e i suoi vividi colori; le voci calorose della gente e lo sciabordio del mare incantano; i suoi sapori corposamente accesi e i nettari donati dalla sua terra fertile allietano il palato; la sabbia calda, malgrado il tempo avverso, e il calore delle mani strette in amicizia spontanea ti fanno sentire a casa; il profumo di salmastro, miscelato a quello dei fiori primaverili inebria l’anima di serenità.” (da tempostretto.it - Daniele Ferrara)