BRUXELLES - Oggi, 7 novembre, i rappresentanti dei Patronati Acli, Enasco, Epasa, Inas, Inca, Ital e Sias del Belgio sono stati ricevuti all’Ambasciatore italiano a Bruxelles, Alfredo Bastianelli. Al diplomatico, Anna Manunta (Acli), Sonia Guaragna (Enasco), Michele Alaimo (Epasa), Gianpaolo Laginestra (Inas), Eleonora Medda (Inca), Santina Murru (Ital) e Francesco Simone (Sias) hanno chiesto di “farsi portavoce” presso il Presidente della Repubblica delle inquietudini nate a seguito della proposta governativa di ridurre il “Fondo Patronati”. Nel ricordare l’attenzione che l'Ambasciata d'Italia ha già dimostrato per l’attività dei Patronati in Belgio e per le esigenze dei connazionali, riferiscono i rappresentanti di patronato, l'incontro è stato anche l'occasione per sottolineare come la comunità italiana in Belgio abbia già sofferto per la progressiva chiusura dei Consolati. "Laddove il Consolato è stato chiuso - hanno evidenziato i rappresentanti dei Patronati - la presenza delle Acli, l' Enasco, l'Epasa, l'Inas, l'Inca, l'Ital e la Sias è diventata l’unico soggetto di riferimento per la comunità italiana, in grado di fornire assistenza e servizi. Questa è la realtà oggi a Namur, Anversa, La Louvière, Mons, Liegi e Genk". Durante l’incontro è stata consegnata all’Ambasciatore una lettera che, tra l'altro, ricorda come il Belgio, e in particolare Bruxelles, sia anche una terra di nuova migrazione italiana, che trova nei Patronati e nella loro rete, sostegno, informazione e assistenza. "Anche i loro diritti - scrivono i Patronati - sono minacciati da questa proposta governativa". L’Ambasciatore, riferiscono in conclusione i patronati, impegnandosi a farsi promotore del messaggio presso le istanze competenti, ha fatto presente che il Ministero degli Esteri è ben cosciente dell’utilità dell’attività svolta dai Patronati all’estero ed ha riconosciuto il ruolo di facilitazione del lavoro che essi svolgono nei confronti dei Consolati. Il testo della lettera. “Gentile ambasciatore, ci permettiamo di sottoporre alla sua attenzione l’attuale proposta governativa di ridurre il “Fondo patronati”. L’approvazione dell’articolo 26 comma 10 della Legge di Stabilità è un vero e proprio attacco diretto contro i cittadini. Se venisse confermata, gli istituti di patronato, che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi finora offerti. Tale scelta metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei patronati, che rimangono l’unico welfare gratuito a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani all’estero. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto. L’uguaglianza di accesso ai diritti sarà cancellata. Ci preme segnalarle che il sistema dei patronati, con la sua azione, contribuisce significativamente alla politica di razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse pubbliche, dal momento che permetto per lo Stato un risparmio annuo di oltre 657 milioni di euro, cioè di 564 milioni di euro per l’Inps (secondo quanto affermato nella presentazione del Bilancio Sociale dell’INPS del 2013) , 63 milioni di euro per l’Inail e 30,7 milioni di euro per il Ministero dell’Interno. In passato Lei ha già dimostrato un’attenzione per l’attività dei patronati in Belgio e per le esigenze dei nostri connazionali. Ci sembra opportuno ricordare che la comunità italiani in Belgio ha già sofferto per la progressiva chiusura dei Consolati. Laddove il Consolato è stato chiuso la presenza delle Acli, l' Enasco, l'Epasa, l'Inas, l'Inca, l'Ital e la Sias è diventata l’unico soggetto di riferimento per la comunità italiana, in grado di fornire assistenza e servizi. Il Belgio, e in particolare Bruxelles, è anche una terra di nuova migrazione italiana. Tutti i giorni incontriamo ai nostri sportelli dei “nuovi arrivati”, che trovano, nei patronati e nella loro rete, sostegno, informazione e assistenza. Anche i loro diritti sono minacciati da questa proposta governativa. Noi rivendichiamo il diritto dei cittadini, in Italia e all’estero, ad una tutela previdenziale e assistenziale gratuita. Signor Ambasciatore, Le chiediamo di essere portavoce della nostra richiesta presso il Presidente della Repubblica. Nel ringraziarla per l’attenzione, le inviamo i nostri più cordiali saluti”. (aise)