L’ordine del giorno è stato approvato con 219 voti contro 204. Hanno votato a favore i gruppi del PD e della Lega, contro il Pdl,l’Italia dei Valori, l’UDC e il MAIE L’assemblea della Camera ha approvato, nonostante il parere contrario del Governo su un punto qualificante, l’ordine del giorno presentato dagli eletti del Pd eletti all’estero, primo firmatario Fabio Porta, in (foto accanto)

occasione delle votazioni legate alla legge di stabilità per il 2013. Poiché la richiesta di voto di fiducia ha precluso la strada della riproposizione degli emendamenti presentati dagli stessi eletti in Commissione, si è affidata ad un ordine del giorno la sollecitazione su alcuni aspetti nodali delle politiche degli italiani all’estero. Si è chiesto al Governo, infatti, di integrare, in occasione dei prossimi provvedimenti sulla crescita e dell’assestamento del bilancio, le risorse da destinare alla promozione della lingua e della cultura italiana all’estero, agli interventi di solidarietà a favore dei connazionali in condizioni di bisogno e al ripristino nel bilancio triennale delle voci per il rinnovo di COMITES e CGIE, inspiegabilmente soppresse. Il Governo si è dichiarato disponibile ad accogliere le prime due indicazioni, mentre ha espresso la sua contrarietà su COMITES e CGIE chiedendo di eliminare il punto specifico. Poiché l’on. Porta, a nome di tutti gli eletti all’estero ha insistito sulla richiesta, si è proceduto al voto che ha dato questo risultato: 219 afavore, 204 contrari, 6 astenuti. A favore hanno votato il gruppo del Pd e quello della Lega; contro i gruppi del PDL, dell’Italia dei Valori, dell’UDC, compreso il rappresentante del MAIE che ne fa parte. Trattandosi di interventi che coprono organicamente l’universo delle politiche emigratorie, il segnale che la Camera ha dato approvando l’ordine del giorno contro il parere del Governo è importante e inequivocabile. La richiesta di integrazione dei fondi è motivata con un richiamo al valore sostanziale che la presenza degli italiani all’estero riveste in questo momento di grave difficoltà per l’internazionalizzazione dell’Italia. A questo aspetto si aggiunge anche la necessità di affrontare finalmente i problemi che ogni giorno si manifestano con la ripresa di una nuova emigrazione, che è sospinta dalle attuali difficoltà economiche e sociali. La decisione della Camera, in sostanza, pur assunta sul declinare della legislatura, serve a ricordare che le politiche verso gli italiani all’estero devono rappresentare una scelta strategica per chi governa oggi e per chi governerà domani. Dispiace che in un passaggio così importante il PD abbia dovuto fare da solo, senza il supporto delle forze che a parole dicono di avere un’attenzione speciale per questo mondo e che nei fatti non sempre sono coerenti con le parole e con la propaganda. (Porta, Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci)