Obiettivo: rafforzare ilegami tra i due paesi. (di Fabio Porta, da Musibrasil.net)

La crisi economico-finanziaria che si è abbattuta con violenza su i mercati internazionali negli ultimi mesi ha messo in discussione il mondo che sembrava ai più incrollabile: il capitalismo che ruotava intorno alla borsa di New York. Anche gli ultimi assertori dell'unilateralismo capitalista basato sui banchieri di Washington e sugli yuppies di Wall Street hanno dovuto prendere atto del nuovo sistema economico multilaterale,

 all'interno del quale le nuove economie emergenti sembrano meglio reggere il colpo della crisi confermando il loro ruolo sempre più centrale e decisivo. I Paesi del "Bric" (Brasile, Russia, India e Cina) sono, in questo scenario mondiale, la più evidente dimostrazione di questo nuovo modello economico multipolare; le quattro grandi nazioni rappresentano quattro grandi continenti, quasi la metà della popolazione mondiale e - soprattutto - quattro enormi bacini di sviluppo economico in grado di spingere la crescita internazionale dei prossimi decenni. L'Italia, una delle grandi economie mondiali e Paese leader nel G8, vive da alcuni anni una seria crisi economica che la congiuntura internazionale di questi ultimi mesi ha acuito In questo contesto diventa per noi italiani sempre più importante l'apertura al mondo, tanto in termini di nuovi mercati per i nostri prodotti che di partnership e alleanze strategiche per lo crescita effettiva delle nostre imprese attraverso «il processo di internazionalizzazione»: vera risposta alla globalizzazione del modo attuale. Per l'attuale assetto economico internazionale è fondamentale relazionarsi ai Paesi del Bric come prioritari «mercati» e allo stesso tempo «partner» e innescare efficacemente quel circuito economico virtuoso necessario alla ripresa del PIL. Le quattro grandi nazioni del Bric non sono tutte uguali, né tra loro tantomeno in relazione all'Italia. Rispetto a Russia, Cina e India il nostro Paese compete con gli altri e, per ragioni di carattere geo-politico e geo-economico oltre che per le intrinseche caratteristiche dell'economia italiana, non esercita in questi Paesi un'influenza economica pari a quella di altre grandi economie, strutturalmente e finanziariamente più attrezzate di noi alla penetrazione in quei mercati. Caso diverso è il Brasile. Nel rapporto con il Brasile l'Italia può infatti contare sul valore aggiunto dei trentasei milioni di italo-discendenti presenti nel grande Paese sudamericano, che da oltre un secolo hanno contribuito a permeare in maniera significativa tutti i settori della vita sociale, culturale ed economica della nazione. Una presenza che diventa quasi egemonica (culturalmente ed economicamente parlando) in alcune aree geografiche, come lo Stato di San Paolo e il Sud del Brasile. Questa presenza, unitamente ad evidenti affinità di carattere culturale, linguistico e religioso, fanno del Brasile il partner ideale per una nuova grande espansione internazionale della stretta collaborazione commerciale ed industriale italiana. La realtà è inconfutabilmente confermata dalle molte profonde complementarietà esistenti in diversi settori produttivi, dalla comparazione socio-economica dei due Paesi e dal bisogno vitale - per noi italiani - di un rapporto prioritario e strategico con i principali produttori di energia. Fabio Porta, deputato italiano e presidente della nuova associazione Italia-Brasile In questo campo il Brasile può vantare un indiscutibile primato anche se comparato con le altre grandi economie emergenti: autosufficiente in materia petrolifera con in più la recente scoperta dell'ancora vergine bacino del pre-sal; con un enorme potenziale, anch'esso in fase di ulteriore sfruttamento, in campo idroelettrico; e, infine, con una affermata leadership mondiale in campo di biocombustibili (alcool ed etanolo). Tutti elementi nevralgici per lo sviluppo economico del pianeta, ai quali si aggiunge la presenza - sul territorio brasiliano - del maggiore patrimonio di acqua dolce esistente al mondo, l'Amazzonia. Un paese continentale, il Brasile, al quale l'Italia si rivolge solitamente con uno sguardo stereotipato e condizionato da fattori culturalmente e soprattutto mediaticamente rilevanti (la musica, il calcio, il carnevale) ma non con altrettanta attenzione e concentrazione quando si tratta di definire le proprie scelte e conseguenti strategie in campo politico ed economico. Fortunatamente in questi anni il partito di chi considera centrale ed essenziale il rapporto dell'Italia con il Brasile e - attraverso di esso - con il Sudamerica, è cresciuto in qualità oltre che in quantità. Per dare continuità e supporto allo sviluppo - in una solida prospettiva - a questa strategia di presenza, o meglio, di stretta collaborazione reciproca abbiamo deciso di dare vita all'Associazione "Italia-Brasil", associazione che al pari delle omologhe entità di carattere bilaterale che uniscono l'Italia a tante grandi e meno grandi nazioni sparse in tutto il mondo, rafforzerà i legami ai vari livelli esistenti tra i due Paesi rendendoli sempre più efficaci. "Italia-Brasil" sarà presieduta dall'on. Fabio Porta, unico parlamentare italiano residente in Brasile e protagonista, negli ultimi dieci anni, di tanti progetti e iniziative che hanno contribuito a divulgare l'immagine del Brasile in Italia e dell'Italia in Brasile. Scopo dell'associazione è dare forza e stabilità ai rapporti istituzionali, economici, sociali e culturali tra Italia e Brasile, rafforzando quanto già esiste, in maniera coordinata con le istituzioni e la società civile dei due Paesi. Una sfida entusiasmante che abbiamo raccolto e che abbiamo già avuto l'onore di presentare, a Roma e Brasilia, ai capi delle rispettive missioni diplomatiche di Italia e Brasile (che, per una fortuita coincidenza, erano da poco arrivati nelle rispettive capitali). A Gherardo La Francesca, nuovo ambasciatore d'Italia in Brasile, e a Josè Viegas Filho, nuovo ambasciatore del Brasile in Italia, abbiamo illustrato le potenzialità e gli ambiziosi obiettivi dell'associazione, certi che anche loro sapranno cogliere con noi e insieme a tutti i sostenitori dell'auspicabile «destino comune» delle due nazioni la grande opportunità costituita dallo sviluppo delle relazioni bilaterali italo-brasiliane. L'autore è segretario generale dell'associazione "Italia-Brasil"