Intervenendo ad una manifestazione promossa dal PD di San Paolo, in risposta alle domande sul funzionamento dei servizi consolari in Brasile, Luciano Neri (Coordinamento Nazionale Circoscrizione Estero PD) ha affermato che “non si tratta di carenze amministrative ma di una precisa strategia finalizzata a comprimere la realtà della comunità italiana in Brasile per impedirne la crescita e il protagonismo.

 Nel momento stesso in cui in Brasile le pratiche di cittadinanza sono sostanzialmente bloccate, in Argentina si rilasciano migliaia di cittadinanze”. “La verità – prosegue Neri - è che in Argentina ci sono personaggi e comportamenti che costituiscono un’offesa per i nostri connazionali di quel paese e per tutto il sistema della rappresentanza degli italiani nel mondo. Non sono più rinviabili risposte alla vera e propria questione “legalità” che caratterizza le vicende argentine. In quel paese l’attività e la presenza della ‘ndrangheta, ad esempio, è stata diffusa e collegata ai più alti livelli della politica, dell’economia e della finanza, collegamenti che hanno coinvolto anche il Banco Nación e che si sono sviluppati soprattutto nel periodo di Menem. Non è possibile continuare a sottovalutare, neppure per il PD dell’Argentina – ha affermato Neri – i permanenti livelli di illegalità diffusa che caratterizzano la realtà argentina e che sono stati denunciati anche in entrambe le tornate elettorali nella Circoscrizione estero. Fatti che devono trovare le opportune e giuste verifiche da parte delle autorità diplomatico-consolari e se questo, come prevedibile, non dovesse avvenire, da parte delle autorità giudiziarie competenti. Né deve essere sottovalutato il ruolo di personaggi legati al peggio della storia argentina, come il sen. Caselli, che ha l’obbligo di chiarire al parlamento e all’opinione pubblica italiana i suoi rapporti passati con ambienti della dittatura e le pesantissime accuse dell’ex ministro Domingo Cavallo che è arrivato ad ipotizzare rapporti con ambienti criminali. Notizie, queste, ampiamente riportate sia nella stampa argentina che in quella italiana. In questo scenario si inseriscono anche le denunce sulla presenza di plichi elettorali di colore diverso da quelli ufficiali. In Argentina – ha affermato Luciano Neri – tacciono in troppi, specialmente quelli che hanno il dovere di intervenire e i tanti che in privato sono prolifici di aggettivazioni negative su questi comportamenti. Tacciono i parlamentari argentini della Circoscrizione estero, i partiti, il Comites, le autorità diplomatico-consolari. Tace la Farnesina. In una situazione così importante e inquinata, al limite della compromissione, la prima cosa che salta agli occhi è la macroscopica incompatibilità ambientale e istituzionale del console generale Giancarlo Maria Curcio, la cui gestione del rapporto con il sen. Caselli e con rappresentanti di alcuni partiti italiani in Argentina ha irrimediabilmente compromesso l’immagine e la sostanza di un ruolo istituzionale che deve essere praticato come ruolo di garanzia, in rappresentanza delle istituzioni dello Stato italiano e in nessun modo assimilabile a quello di sponsor di politici o di partiti. Proprio perché un rappresentante diplomatico non è un funzionario di partito non è accettabile, come ha fatto Curcio, la nomina, senza sentire né le associazioni né la collettività, di Valeria Sangregorio, figlia di Eugenio Sangregorio, vice di Caselli e presidente del Popolo della Libertà in Argentina, a console onorario di San Isidro. Se consideriamo poi che la nomina è stata fatta “in diretta”, nel corso dell’intervento di Curcio all’inaugurazione dell’hotel a cinque stelle dello stesso Sangregorio e per un contesto territoriale nel quale non era neppure previsto un consolato onorario, si comprende ancora di più la volgarità dell’operazione”. “Conosco il Ministero degli Esteri – ha affermato Luciano Neri - e conosco bene l’opportuna cautela che la Farnesina utilizza nell’assegnazione di ruoli e sedi, per garantire autorevolezza ed efficacia di azioni dei propri rappresentanti. Questo obiettivo per quanto riguarda il console Curcio è definitivamente compromesso e il recupero di autorevolezza, di stili adeguati e comportamenti coerenti, può essere garantito solo con la destinazione ad altra sede. E’ peraltro certamente inopportuna una presenza così continuativa dei Curcio a Buenos Aires, il padre prima e il figlio poi, ricoprendo, di fatto o formalmente, funzioni e ruoli che normalmente la Farnesina attribuisce per un solo mandato nella stessa sede e per un tempo determinato. Questa lunga presenza dei Curcio nella struttura diplomatico-consolare di Buenos Aires – afferma Neri - può ingenerare sospetti nella comunità che, anche in questo caso, possono essere fugati solo con la destinazione ad altra sede. Mercoledì sarò in Argentina e negli incontri che avrò ripeterò le stesse cose, a tutti, con pacatezza ma in forma inequivoca. La questione argentina per l’emigrazione italiana, per il suo sistema di rappresentanza e per la nostra diplomazia – ha concluso Neri - costituisce una vera e propria emergenza morale che va affrontata con coraggio, con discontinuità, con onestà intellettuale, con rigore morale e partendo dal pieno rispetto dei nostri connazionali e delle normative”.