“Accedere ai servizi consolari è un diritto per tutti, anche per chi non può permettersi di spendere soldi con i call center telefonici”. L’On. Marco Fedi, parlamentare del PD eletto all’estero, denuncia così il fatto che in molti Paesi richiedere un visto o un altro servizio al Consolato italiano tramite il call center è troppo esoso in rapporto al reddito medio.

Inoltre, afferma l’On. Fedi in un’interrogazione rivolta al Sottosegretario agli Esteri Sen. Mantica, “sopraggiungono innumerevoli segnalazioni, da consolati generali, consolati e cancellerie consolari, relativamente a problemi di organizzazione, efficienza e costi”. Nello specifico, nel testo dell’interrogazione si evidenzia il livello elevato dei costi di chiamata verso il call center della nostra sede consolare del Cairo, in Egitto, soprattutto in rapporto a un servizio spesso inadeguato per ritardi e inefficienze. L’On. Fedi segnala come di fatto esista l’obbligo per i nostri connazionali di utilizzare il call center per prendere appuntamenti per il rilascio del visto, tenendo conto che “spesso il ricorso obbligato al call center non è risolutivo ed è necessario ricorrere a tale servizio più di una volta per espletare una pratica di visto d’ingresso in Italia”. Dal canto suo, il Sottosegretario assicura che “nella maggioranza dei casi, il ricorso ai ‘call center’ riguarda solo la prenotazione dell’appuntamento dei richiedenti presso gli Uffici dell’Ambasciata o del Consolato”. Secondo il Sen. Mantica “tale procedura consente alle Sedi di dedicarsi con maggiore speditezza ed efficacia all’esame delle pratiche e alla vera e propria concessione dei visti”, restando comunque la possibilità di rivolgersi agli Uffici direttamente. Il Sottosegretario si trincera dietro il fatto che “testi normativi comunitari” “prevedono esplicitamente la possibilità di far ricorso ad agenzie esterne per la gestione di parte delle procedure connesse al rilascio di visti”. Nello specifico, venendo al caso del Consolato de Il Cairo, i costi non supererebbero mai le 20 Lire egiziane (2,1 euro), secondo quanto garantito dalla società Vodafone che gestisce il call center. Tuttavia, ciò è vero solo per le chiamate da telefono fisso – come riconosciuto implicitamente dal Sottosegretario – e va considerato, inoltre, che lo stipendio medio in Egitto è di soli 200 euro. Infine, il Sen. Mantica riconosce che, a causa dei lavori di ristrutturazione dell’Ambasciata de Il Cairo, che dovrebbero terminare entro maggio, i tempi di attesa per avere un appuntamento si sono dilazionati, condizionato anche le capacità di prenotazione del call center. “La risposta del Sottosegretario è poco soddisfacente – osserva l’On. Fedi – perché ritengo che il Ministero debba adoperarsi concretamente affinché i servizi consolari siano accessibili da tutti, senza limiti di reddito, e in tempi ragionevoli. Non basta avvertire della non obbligatorietà delle chiamate tramite call center soltanto sul sito internet ufficiale – conclude il parlamentare eletto all’estero – se poi, nei fatti, non esiste altra strada realisticamente praticabile per prendere appuntamenti o avere informazioni, dati i carichi di lavoro e i problemi logistici attuali in cui versano alcuni uffici, riconosciuti anche dal Sottosegretario”.