3 Febbraio 2023 Il 4 febbraio 2023 compie dodici anni la Carta Mondiale dei Migranti, approvata nel 2011 a Gorée, in Senegal, al termine di un incontro internazionale organizzato a margine del Forum Sociale Mondiale di Dakar. Il progetto prende però avvio già nel 2006, a Marsiglia,

in occasione della lotta che centoventi famiglie senza permesso di soggiorno intraprendono con l’obiettivo di ottenere i documenti necessari. «Fu un migrante in situazione irregolare di nome Crimo – spiega Maria Grazia Sanzi, nel Dizionario enciclopedico delle migrazioni italiane nel mondo – a proporre la redazione di un testo da parte dei migranti basato sul loro vissuto e sulle loro esperienze». Un primo testo dal quale presero il via diversi incontri internazionali, con la suddivisione dei migranti coinvolti in Coordinamenti Continentali: gruppi costituiti allo scopo di organizzare assemblee locali per agevolare un processo di scrittura collettiva. Dalle proposte giunte dalle diverse parti del mondo, un Coordinamento Internationale ha tratto una sintesi, diffusa tra le assemblee locali tra settembre 2010 e gennaio 2011, fino ad arrivare all’approvazione definitiva del 4 febbraio 2011. «La Carta Mondiale dei Migranti – sottolinea ancora Sanzi – non è una semplice dichiarazione o convenzione. La sua reale innovazione consiste nel permettere a tutti coloro che hanno conosciuto forme di migrazione di scrivere attraverso il proprio vissuto e le proprie esperienze una Carta di princìpi legati ai diritti fondamentali: la libertà di restare dove si vive; la libertà di spostarsi sul nostro pianeta e di stabilirsi liberamente dove si desidera allo stesso titolo e con gli stessi diritti che sono accordati alla libera circolazione delle merci e dei capitali; la parità di diritti in tutti i campi della vita fra i migranti e i cittadini dei paesi di residenza o di transito; l’esercizio per tutti di una piena cittadinanza fondata sulla residenza e non sulla nazionalità». L’approvazione del 2011 non ha rappresentato un punto di arrivo per la Carta, bensì un nuovo punto di partenza, dato che – dopo la stesura finale – le assemblee locali hanno avviato un’opera di diffusione e promozione della Carta «in modo – evidenzia sempre Sanzi nel Dizionario – che un numero crescente di migranti se ne potesse appropriare», utilizzandola «per la difesa e la promozione dei propri diritti e della propria libertà». Concluso l’appuntamento di Gorée, la rete che ha dato vita alla Carta si è estesa e strutturata, facendo sorgere un comitato internazionale che agevolasse il raccordo fra le iniziative locali e ne migliorasse la visibilità a livello globale. Informazioni tratte dal Dizionario enciclopedico delle migrazioni italiane nel mondo; Roma: SER, ItaliAteneo, Fondazione Migrantes, 2014.