La Spagna è uno dei paesi di elezione degli italiani che vanno all’estero. Sono ormai 275.000 i connazionali ufficialmente censiti che vi risiedono e addirittura 340.000 quelli che hanno dichiarato di esservi domiciliati.

L’afflusso non si è fermato nemmeno durante la pandemia, tant’è che nel corso del 2020 vi sono arrivati altri 7000 connazionali, il 2,5% in più rispetto all’anno precedente. Eppure, agli italiani che vi risiedono non è data la possibilità di acquisire la cittadinanza spagnola conservando quella italiana, in quanto l’ordinamento di quel paese, in cambio della concessione della cittadinanza, al compimento del diciottesimo anno di età richiede la rinuncia a quella originaria. Il contrario di ciò che accade in Italia alle coppie italo-spagnole e ai loro figli, che possono avere permanentemente la doppia cittadinanza. Di recente, un incontro tra il primo ministro spagnolo e quello francese ha sbloccato la questione della doppia cittadinanza per i cittadini dei due paesi, accogliendo un orientamento abbastanza diffuso e consolidato a livello europeo. A questo punto, diventa ancora più stridente l’esclusione degli italiani da questa possibilità, tanto più che i rapporti tra i due paesi sono ottimi, le affinità culturali profonde, gli interessi reciproci del tutto evidenti essendo l’Italia il secondo partner commerciale della Spagna e la Spagna il sesto mercato di riferimento dei prodotti italiani. Per queste ragioni, raccogliendo una sollecitazione del COMITES di Madrid, mi sono fatta interprete a livello istituzionale di questa esigenza, chiedendo con un’interrogazione al Ministro degli affari esteri di avviare al più presto i contatti con le autorità spagnole al fine di stipulare un accordo bilaterale volto al reciproco riconoscimento della doppia cittadinanza sia per i cittadini spagnoli che per quelli italiani.