Da troppo tempo qualcuno si era convinto che l’Argentina e forse tutta l’America Latina fosse appannaggio del MAIE che starebbe per Movimento Associativo Italiani All’Estero. E’ bastato che ci siamo attivati per risolvere un problema come quello delle molte richieste di cittadinanza

che a Rosario che a Rosario stentano a trovare soluzione e non certo per responsabilità del Console, per mettere in moto i luogotenenti del MAIE che sembrerebbe ritengano Rosario proprietà propria. L’attacco, come accade quando si è sprovvisti di argomenti, si muove su fronti che dicono e non dicono, che demonizzano l’avversario e che non si peritano di usare il metodo dell’offesa e dell’ironia di basso livello. Due a nostro avviso sono gli obiettivi di questi luogotenenti:

1. Cercare di mettere il consolato contro l’USEF facendo apparire l’intervento dell’associazione come un attacco al consolato. Nulla di più errato considerando che la posizione era di aperto sostegno al consolato poiché mirava a fare aumentare il personale;

2. Cercare di oscurare in maniera tanto rude quanto maldestra la portata dell’intervento delle deputate La Marca e Schirò, colpevoli solo di avere fatto il loro dovere di rappresentanti degli Italiani all’estero, sollecitando chi di dovere a porre rimedio alla mancanza di personale del Consolato che inevitabilmente portava ad un ritardo anche nel trattare le pratiche di cittadinanza.

A questo punto nascono spontaneamente alcune osservazioni:

1. I due luogotenenti ignorano che un deputato in Parlamento rappresenta il popolo ovunque esso si trovi residente, a Palermo o a San Paolo del Brasile, a Berlino come a Rosario ecc. Una cosa questa, che i due dovrebbero ricordare agli eletti del MAIE che molto di raro fanno sentire la propria voce, tranne quando c’è da elogiare il capo occupato a nominare coordinatori in tutte le parti del mondo. Forse che al MAIE è concesso tutto, mentre gli altri debbono operare nel ristretto recinto del proprio territorio e del proprio elettorato?

2. C’è voluto che qualcuno si occupasse di risolvere un problema, perché altri si sentissero feriti nell’orgoglio sfoderando un ingiustificato nervosismo, un senso palese di fastidio come se si fosse infranto il muro di una pax mai dichiarata ma da loro presunta.

Ma guarda l’assurdo, si rimprovera, l’intervento delle Onorevoli La Marca e Schirò, che ligie al mandato ricevuto dall’elettorato si interessano delle problematiche degli emigrati senza guardare confini geografici, mentre non si spende una parola sul silenzio dei parlamentari eletti in America Meridionale, che avrebbero forse dovuto intervenire in difesa di quell’elettorato che abita la circoscrizione che li ha eletti. C’è anche un’altra stranezza che mi piace sottolineare. Nel corso della videoconferenza promossa dall’USEF e tenuta con la presenza del Console ed alla quale per rispetto alla democrazia anche i due sono stati invitati per rispetto della carica che ricoprono, loro che sono intervenuti per ultimi, non hanno minimamente fatto trapelare la loro inquietudine. Forse perché dovevano prima riunire il consiglio di guerra per fare partire l’attacco? Sprovvedute? Impreparate? Si direbbe che altri siano del tutto impreparati ed inadeguati, considerato che non hanno capito qual è il loro ruolo in parlamento oltre a quello di dire Si o NO a seconda dell’input che arriva. (Salvatore Augello 04 dicembre 2020)