ROMA - Più di 100 persone si sono collegate online per partecipare alla 44esima assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, la prima in videoconferenza, aperta oggi dal Ministro Luigi Di Maio.

Tanti e vari gli interventi dei consiglieri e degli eletti all’estero che hanno preso parte ai lavori. Della situazione dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, e in Ticino in particolare, anche alla luce del referendum di ieri, ha parlato

Mirko Dolzadelli (Italia), esprimendo “preoccupazione” per i toni xenofobi contro gli italiani in Ticino; la Svizzera “ha chiesto di rivedere l’accordo fiscale del 2015 con l’Italia. Chiedo che la Farnesina senta anche il Cgie nelle audizioni fissate nelle prossime settimane e di riattivare il tavolo sullo statuto dei lavoratori frontalieri”.

Per Norberto Lombardi (Italia) una delle priorità maggiori rimane investire sulla promozione della lingua e della cultura italiana all’estero: “la Farnesina non può pensare di assistere gli italiani all’estero con strumenti ordinari quando la situazione è straordinaria”. Su tanti fronti, dal turismo alla cultura appunto, “mancano le indicazioni di interventi specifici”. La prossima legge di bilancio “sarà una coperta abbastanza corta, viste le risorse messe in campo con i decreti dell’emergenza” ma tutti dovrebbero lavorare perché ci siano i fondi per i corsi di lingua e cultura degli enti gestori, visto che “la Dante Alighieri ha già pensato per sé”. Nuova consigliera al posto della dimissionaria Anna Ginanneschi,

Maria Imburgia (Italia) ha parlato dei lavori svolti dalla seconda commissione, dai diritti alla previdenza, sostenendo che la necessità di “essere determinati, per essere determinanti”. I risultati del referendum hanno dato spunto a Luigi Billè (Uk) per ribadire la necessità di avere un Ministero per gli italiani nel mondo, mentre Francesco Papandrea (Australia) ha criticato i consolati australiani che non hanno chiesto i fondi a disposizione della Farnesina per aiutare i connazionali, che invece hanno trovato assistenza presso la collettività. Quanto alla rappresentanza, per il consigliere occorre “rivedere la legge 459 per garantirne una adeguata a tutte e quattro le ripartizioni”. Rimanendo in tema-referendum,

Rodolfo Ricci (Italia) ha sostenuto che occorre “riflettere su risultati” ma ricordando che “le comunità hanno diritto di essere rappresentante ad un livello massimo”. Accennando ai lavori della Commissione di nomina governativa, Ricci ha sostenuto che “c’è bisogno di nuova politica integrale per l’emigrazione: il nostro interlocutore privilegiato è sempre stato il Maeci ma non significa che debba essere l’unico o che non serva un coordinamento ai massimi livelli con gli altri Ministeri. O lo fa il Maeci o si trovi una soluzione”.

Manfredi Nulli (Uk) ha annunciato ai colleghi che la conferenza stato – regioni – pa – cgie che, programmata in primavera dopo una gestazione lunghissima è stata rinviata a causa del covid, dovrebbe tenersi online entro la fine dell’anno.

Mariano Gazzola (Argentina) ha parlato delle difficoltà in America Latina dove l’emergenza covid è “ancora molto critica” visto che “in alcuni paesi ancora non è stato raggiunto il picco”, dunque può anche peggiorare. Serve più personale nei consolati, ha aggiunto prima di plaudire all’intervento di Di Maio.

Un telegrafico Riccardo Pinna ha preso la parola per denunciare “uno dei momenti più bassi del Cgie” senza voler chiarire quale, mentre la senatrice

Laura Garavini (IV) da un lato ha annunciato che “presto potrebbero essere approvate misure speciali per gli enti gestori” e dall’altro si è detta contraria alla sperimentazione del voto elettronico per le elezioni politiche degli italiani all’estero.

Dal Belgio Fernando Marzo ha chiesto “video conferenze con la Dgit su temi centrali, come quello della circolare degli enti gestori uscita ad agosto, su cui nessuno ci ha consultato”, spiegando che gli effetti di queste politiche schizofreniche cominciano a vedersi: “al dipartimento di italianistica a Bruxelles quest’anno si sono iscritti in 8”. Criticità nell’informazione durante il referendum: di questo ha parlato

Franco Dotolo (Italia) riassumendo i lavori della Commissione informazione: “anche alla luce dell’emergenza, nonostante le nostre richieste, i consolati non hanno coinvolto i rappresentanti sul territorio per definire strategie di comunicazione; si è preferita una comoda e inefficiente discrezionalità”. Quanto alle informazioni divulgate dalla rete diplomatica “hanno raggiunto un’utenza limitata”; idem per le associazioni, ha detto Dotolo, spiegando che, per la Commissione, occorre seguire “ tre piste: rimodulare il sito del Cgie così che diventi collettore di informazioni, collegato ai social; puntare anche sui programmi radio sul web; rivitalizzare la rete delle testate italiane all’estero”. La commissione, poi, ha chiesto “chiarimenti sui contributi ai periodici e sui criteri seguiti per la diminuzione delle quote spettanti a quelli editi in Italia e all’estero”. Tra le proposte anche una rivolta ai Comites affinchè ciascuno avvii una “indagine per intercettare tutte le pubblicazioni nella propria circoscrizione”.

Da Nello Collevecchio (Venezuela) è arrivato un nuovo, accorato appello a “non abbandonare i connazionali residenti in un Paese che già era in emergenza prima del covid”;

dal Brasile, Silvia Alciati ha invitato il Governo a non dimenticarsi degli italiani iscritti all’Aire che non possono tornare in Italia per le restrizioni decise dal Governo.

Secondo Tony Mazzaro (Germania) è ora che il Cgie contatti “i tanti italiani o politici di origine italiana che siedono nei consigli comunali, nei parlamenti regionali e nazionali” che potrebbero essere “alleati sul posto per le politiche di integrazione e i corsi di lingua”.

Secondo Fucsia Nissoli (FI) con il referendum “i connazionali ci hanno detto che vogliono riforme, sia delle istituzioni che dei meccanismi di rappresentanza”. Ora occorre “trovare la strada per un sistema composto da organismi efficienti ed efficaci, anche nel nuovo quadro istituzionali”. Serve “l’impegno di tutti per riformare il voto all’estero” così come l’importante “rinnovo di Comites e Cgie: per questo – ha ricordato – ho presentato una interpellanza per chiedere una data certa per le elezioni”. Concludendo, la deputata ha auspicato un iter veloce per la Bicamerale che però, ha spiegato, “pare che in Senato stia incontrando ostacolo, spero non insormontabili”. Un Cgie “riformato” è negli auspici anche di

Isabella Parisi (Germania) perché “dopo 29 anni, dobbiamo dare ai giovani strumenti nuovi”, senza dimenticare le politiche scolastiche, come infine evidenziato da

Daniela Magotti, che dentro il Cgie rappresenta il sindacato Confsal. (m.c.\aise)