ROMA – Il Comitato permanente sugli italiani nel mondo, presieduto da Simone Billi (Lega), ha ascoltato alcuni rappresentanti di Comites di vari Paesi europei: scopo dell’incontro è stato quello di raccogliere suggerimenti in merito all’istituzione della Commissione bicamerale per gli italiani all’estero:

un progetto proposto dai sei parlamentari eletti all’estero Longo, Caré, Fitzgerald Nissoli, Ungaro, Schirò e Siragusa. Vincenzo Cirillo, Presidente del Comites di Parigi, è partito dal concetto di italiano all’estero quale vetrina del Paese. “L’emigrato ama l’Italia più di chi ci vive ma spesso ha l’impressione, anche per le ragioni della doppia tassazione, di essere un cittadino di serie B. Molti festival sono frutto della volontà dei nostri connazionali o dei loro figli e tutto questo aiuta l’export producendo ricchezza per l’Italia. Questi cittadini all’estero vanno però valorizzati”, ha esordito Cirillo ricordando la grande opera editoriale presentata pochi mesi fa e intitolata “L’Italia del Père-Lachaise”, dedicata ai grandi nomi di italiani che riposano nello storico cimitero parigino. “Si dovrebbe prevedere una consultazione regolare dei Comites ma questo aspetto non risulta da nessuna delle proposte pervenute. Oggi la nuova emigrazione estera appare troppo individualistica e poco incline al bene comune, forse non stimolata abbastanza dalle istituzioni italiane locali. A Parigi sia il Consolato che l’Ambasciata si sono aperti molto ma avremmo anche bisogno di una Casa Italia sempre aperta e sostenuta dallo Stato italiano, mentre questo è lasciato alle associazioni”, ha aggiunto Cirillo ricordando come sia stato istituito il CAP federando molte associazioni ma questo non basta. “Bisogna rivedere la tassazione dei beni lasciati in Italia e il recupero della nazionalità italiana”, ha sottolineato il presidente del Comites parigino. Il deputato Massimo Ungaro (IV) ha condiviso molte delle considerazioni avanzate e ha valutato il Comites di Parigi come un esempio virtuoso per la collettività. Paolo Formentini (Lega) si è chiesto in che modo possa avvenire l’inserimento dei Comites nel progetto di legge in esame. Cirillo ha quindi replicato partendo dall’idea che i Comites debbano “rimordenizzarsi nel loro essere dei punti di riferimento per i cittadini italiani che spesso sentono di essere come abbandonati dal proprio Paese”. Un altro aspetto analizzato da Cirillo è quello della revisione del funzionamento dei Comites superando diatribe interne: “per esempio l’utilizzo della mancanza del quorum per bloccare le attività”. A tal proposito il Presidente del Comites ha suggerito alla Farnesina l’istituzione della figura dei consiglieri onorari, nel numero di cinque per i grandi Comites, scelti tra i consiglieri con almeno un mandato: “ciò consentirebbe di avere un quorum più ampio nelle assemblee”, ha aggiunto Cirillo auspicando anche un chiarimento per l’utilizzo dei mezzi telematici finalizzati a tali attività. “Infine occorrerebbe una figura professionale nei Comites, una sorta di manager, che possa prendere parte a tutte le iniziative a fronte dell’attività lavorativa quotidiana di ognuno di noi”, ha concluso Cirillo. Per Pietro Molle, Presidente del Comites di Londra, “solo in parte i Comites riescono a svolgere il ruolo di portatori d’italianità e non possono colmare quindi interamente lo spazio che c’è nel rapporto tra Stato e italiani all’estero”. Alla luce di questi limiti, non imputabili certamente ai Comites, l’istituzione di una Commissione bicamerale appare come uno strumento essenziale. Anche i numeri dei connazionali all’estero impongono un intervento in tal senso. “Il Consolato generale di Londra conta 370 mila iscritti all’Aire e altrettanti sono presenti in Inghilterra seppure non iscritti: molti sono soprattutto i professionisti che hanno lasciato l’Italia ma c’è anche una collettività di emigrati che è passata prima per l’Italia, ottenendone la cittadinanza, come accaduto per esempio per tanti cittdini del Bangladesh”, ha spiegato Molle sottolineando come il numero ideale sarebbe di una Commissione formata da diciotto deputati e da diciotto senatori. “Si dovrà porre l’enfasi sulle questioni riguardanti integrazione e discriminazione, poi anche sull’insegnamento di lingua e cultura italiana all’estero. Gli italiani sono preoccupati, soprattutto i più anziani, specialmente dopo che sono stati proposti metodi di registrazione cui non possono accedere facilmente: con la Brexit, ci saranno problemi per l’assistenza sanitaria pubblica e per le prestazioni anagrafiche”, ha precisato Molle. Ungaro ha espresso solidarietà agli italiani nel Regno Unito: “una comunità che, dopo quella del Venezuela, risulta la più colpita in quanto a cancellazione di diritti acquisiti e di tranquillità per il futuro”, ha commentato il deputato di Italia Viva. Formentini si è chiesto quale sia il grado di assimilazione tra connazionali e organismi come Comites e Cgie e quale la soglia di partecipazione elettorale. “Quasi metà dei consiglieri del Comites sono di nuova emigrazione. Bisogna trovare un sistema per coinvolgere la nuova emigrazione senza però tralasciare la vecchia”, ha aggiunto il Presidente del Comites londinese. Tommaso Conte, coordinatore dell’Intercomites Germania, ha ricordato i propri trascorsi: dagli anni ’90 è membro del Comites di Stoccarda ed è stato consigliere del Cgie nonché membro del Comitato di Presidenza. E’ partito da una riflessione riguardante la distinzione tra vera emigrazione e semplice mobilità: nel primo caso si hanno persone che si trasferiscono stabilmente in una località, portando con sé anche la famiglia, mentre nel secondo caso si tratta per lo più di connazionali dediti allo spostamento frequente. “Tra i connazionali presenti in Germania circa un 20-30% non è iscritto all’Aire, quindi possiamo dire che il totale degli italiani che vivono in Germania superi il milione – è stata la premessa di Conte che ha poi fortemente sottolineato le difficoltà incontrate dai nostri connazionali in Germania, rispetto alla ridotta attività dei nostri consolati in questi due ultimi mesi e mezzo: problemi rilevati per quanto riguarda l’attività dei centralini. In proposito Conte ha anche evidenziato la necessità di rendere la prenotazione telematica più semplice. Rilavata anche l’importanza di avere procedure burocratiche comuni con una Giuda che valga per tutti i consolati. A seguire è nuovo intervenuto il deputato Ungaro cha parlato di una comunità variegata tra operai, ristoratori e professionisti da dover rappresentare con questa Commissione che dovrà farsi carico delle vertenze per il rafforzamento dei servizi consolari, “con Consolati ridotti di mille unità mentre nel frattempo è raddoppiata la presenza di cittadini italiani all’estero”, ha evidenziato Ungaro anche se quest’anno c’è stata una piccola inversione di tendenza con l’apertura del Consolato di Manchester e di quello alle Canarie. Conte è poi intervenuto sulla questione delle prossime elezioni dei Comites “Abbiamo sempre meno liste, per esempio a Stoccarda, ed è difficile che i giovani si candidino”. Grazia Tredanari, coordinatrice dell’Intercomites Svizzera, ha auspicato un’interlocuzione costante perché i Comites sono più vicini al territorio e conoscono la realtà, che è notevolmente variata e variegata e le esigenze dei connazionali sono cambiate. “Chiedo carte di identità a vita per gli ultra ottantenni e di migliorare la parte informatica dei Consolati, rendendo più moderni i servizi. In Italia servirebbe uno sportello per l’emigrazione nei Comuni più grandi per monitorare i flussi in uscita e in entrata. Servirebbe anche un’armonizzazione europea anche per il riconoscimento dei titoli di studio. Manca anche un formulario specifico per i rimborsi Irpef sulle pensioni già pagate in Svizzera”, ha spiegato Tredanari che ha chiesto che i Comites vengano riempiti di senso e di potere, dove il senso viene dalla reciprocità del rispetto istituzionale. “Sarebbe utile avere questi fondi stanziati per l’aiuto ai connazionali”, ha aggiunto Tredanari. Ungaro ha parlato di una collettività storica in Svizzera dove, mentre i nostri studenti ottengono il riconoscimento dei titoli studio in pochi giorni, ciò non è altrettanto vero per chi viene in Italia. “Gli svizzeri oggi hanno la facoltà di mandare via per ragioni economiche chi prima aveva permessi di soggiorno di tipo C ossia stabili; essi possono essere trasformati in permessi di tipo B ossia temporanei e queste persone rischiano addirittura di essere rimpatriate”, ha concluso la coordinatrice dell’Intercomites Svizzera parlando di un problema che riguarda anche i nostri connazionali. Luciano Alban, Presidente del Comites di Zurigo, ha lamentato la mancanza di una segreteria operativa per i Comites, senza la quale è impossibile operare. Alban , dopo lodato l’attività del consolato di Zurigo ma anche espresso una certa preoccupazione per le prenotazioni telematiche, si è soffermato sugli aspetti positivi derivanti dall’associazionismo: su tutte l’Associazione degli studenti del Politecnico di Zurigo e l’organizzazione dei Giochi invernali. Il Presidente del Comites ha poi parlato delle problematiche legate ai corsi di lingua e cultura italiana: “qui dobbiamo chiedere il contributo alle famiglie”. Alban ha anche criticato i cosiddetti “negazionisti dell’importanza dei Comites” in merito alla bassa affluenza alle elezioni del 2015. “E’ necessaria un’anagrafe elettorale”, ha commentato Alban che ha trovato supporto nelle parole di Ungaro. “La bassa partecipazione alle elezioni del 2015 dei Comites è stata determinata da difficoltà logistiche e dalla loro gestione, e non dalla lontananza degli italiani all’estero dallo strumento dei Comites”, ha dichiarato il deputato di Italia Viva. Seguono approfondimenti. (Simone Sperduto/Inform)