“Sono contenta di potere constatare che nel Decreto Rilancio, adottato dal Governo per contrastare le conseguenze sociali ed economiche più gravi della pandemia in Italia, un’attenzione particolare e nuova sia dedicata al Mezzogiorno.

Lo dico con la soddisfazione di un’italiana di seconda generazione di origine meridionale e come parlamentare che nel suo lavoro ha sempre messo in prima linea l’impegno per la ripresa del Sud, come sta a dimostrare la mia mozione sul contributo degli emigrati meridionali allo sviluppo della loro terra, già calendarizzata e poi rinviata per la crisi di governo. Ma credo di poterlo dire anche a nome dei tanti emigrati meridionali – milioni a partire dal Secondo dopoguerra – che non hanno mai smesso la speranza di vedere ridurre il ritardo e le contraddizioni dei luoghi dove sono nati e dove conservano affetti e interessi. Nel Decreto, infatti, si afferma che i fondi per la coesione territoriale e quelli strutturali europei, già assegnati alle regioni meridionali e oggi usati per fronteggiare l’emergenza, saranno riassegnati agli stessi beneficiari, che non perderanno dunque nulla di sostanziale. Vengono inoltre incrementate le dotazioni per il sostegno alle aree interne, alle attività di ricerca in ambito meridionale e ai soggetti del terzo settore che agiscono per dare sollievo alle fasce più deboli. Sono ristorate, infine, le iniziative che in passato hanno utilizzato le misure ‘Resto al Sud’ e rafforzati gli incentivi per chi, anche provenendo dall’estero, voglia beneficiarne. Senza contare le provvidenze di sostegno sociale, ad iniziare dal Reddito di emergenza, destinate soprattutto alle persone più esposte, che andranno in misura certamente non marginale a gente del Sud. Sappiamo tutti che la prova sarà comunque dura, per la maggiore fragilità strutturale dell’economia e della società meridionali. Ma in un momento così difficile, ciò che si può chiedere a chi governa, in questo campo all’ottimo ministro Provenzano, è di fare in modo che i colpi siano attutiti e si faccia tutto il possibile non solo per non regredire ma per ripartire. E questo mi sembra sia ciò che si è cercato di fare”.