“Vivo da cittadina europea l’attesa di un intervento immediato ed efficace dell’Unione per fronteggiare in modo adeguato l’emergenza sanitaria e le conseguenze sociali ed economiche che essa sta provocando.

Vivo da italo-tedesca, con qualche amarezza che non voglio nascondere, la diversità di orientamento dei due Paesi, quello in cui sono nata e l’altro di cui sono parlamentare, in merito alle soluzioni che ognuno di essi ha avanzato nel Consiglio europeo che si è svolto da poche ore. Anche io penso che è arrivato il momento che l’Europa si metta finalmente in gioco in prima persona e che sia in grado di superare tentazioni isolazionistiche e remore nazionalistiche per ragionare con una sola testa e operare con un solo corpo. Se non lo fa con scelte ed atteggiamenti inequivoci di fronte a necessità tanto drammatiche, l’Europa, rischia di mettere seriamente in discussione il suo futuro comune. Spero, dunque, che i governi dei Paesi europei si rendano conto che le due settimane di tempo che si sono date servano non per diplomatizzare un dissenso, ma per costruire una soluzione condivisa nel più breve tempo possibile. Come cittadina europea auspico che allo sforzo per contrastare la diffusione del virus, si accompagni già da oggi, prioritariamente, lo sforzo a sostenere coloro che hanno perso o perderanno il lavoro e il reddito, le piccole imprese, spesso di natura familiare, che hanno una capacità di resistenza molto ridotta, e in particolare, i precari e i tanti che non hanno avuto il tempo o la possibilità di regolarizzare la loro posizione e che rischiano di ritrovarsi senza alcuna forma di tutela”.