Riforma codice visti: costo sale a 80 €, agevolazioni e restrizioni in base alla cooperazione contro flussi irregolari Tariffe più alte per i visti d’ingresso per soggiorni brevi (short-stay visas) nell'Ue, ma anche procedure più semplici e veloci e un collegamento più stretto con la cooperazione nel contrasto alle migrazioni irregolari.

Lo prevede la riforma del Codice Visti, in vigore dal 2 febbraio 2020. Tra le novità principali: -il costo del visto d’ingresso per soggiorno breve è salito a 80 euro (prima era 60 euro), le risorse aggiuntive dovrebbero migliorare l’informatizzazione e l’efficienza dei consolati. Sono possibili riduzioni per i minori di 18 anni, mentre bambini sotto i 6 anni, studenti e ricercatori continueranno a essere esentati dal pagamento; -i viaggiatori potranno presentare le domande da 6 mesi (prima erano 3) a 15 giorni prima del viaggio. Quando possibile, le domande si presenteranno via internet e comunque, nella maggior parte dei casi, direttamente nel Paese di residenza, anche rivolgendosi a provider esterni dove non esistono rappresentanze diplomatiche del Paese Ue; -i viaggiatori frequenti con una “storia positiva”, cioè quelli che in passato hanno rispettato le scadenze dei loro visti d’ingresso, potranno avere visti per ingressi multipli con validità gradualmente crescente con uno a cinque anni; -le procedure per l’esame delle domande di visto saranno più restrittive o più generose su aspetti come tempo massimo di esame, validità del visto, costi e esenzioni dal pagamento, anche in base alla cooperazione del Paese d’Origine del viaggiatore con l’Ue per quanto riguarda rimpatri e riammissioni degli irregolari. Ad oggi, i cittadini di 105 Paesi del mondo sono tenuti a chiedere un visto per passare brevi periodi (massimo 90 giorni per ogni periodo di 180 giorni), ad esempio per turismo o affari, nei 26 paesi dell’area Schengen. Solo nel 2018, sono stati rilasciati oltre 14 milioni di visti questi tipo. Dell’area Schengen fanno parte 22 Paesi Ue (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia) e 4 Paesi associati (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).