ReteDonne e. V. al nono convegno nazionale ha scelto Colonia come nuova tappa per entrare in contatto con italiane attive in Germania. Il tema scelto lo suggerisce questa città.

Proprio a Colonia nel 1961 è nata la prima trasmissione per gli italiani arrivati come forza lavoro in Germania in seguito ai patti bilaterali del 1955 tra l’Italia e la Repubblica Federale. Colonia è anche sede del DOMiD (https://domid.org/), il centro di documentazione sulla migrazione nato su iniziativa di dissidenti turchi circa 30 anni fa, un luogo che colleziona oggetti più disparati, ognuno dei quali racconta una storia di vita in migrazione. Tema dell’incontro dunque l’evoluzione della comunicazione e del narrativo tra il paese di provenienza e quello di adozione, tra analfabetismo, mancanza di competenze linguistiche, bisogno di orientamento, estraneità e nostalgia, ovviamente con una particolare attenzione alle donne. Si è voluto analizzare come lo sviluppo della tecnologia abbia influenzato il modo e potenziato le modalità del comunicare, dal cartaceo alle radio libere, dalle radio istituzionali all'informazione autogestista della rete, dai social media ai vlog, cioè video che non solo fanno un ritratto dinamico dei luoghi da dove veniamo e dove andiamo a vivere, ma spiegano a volte in modo molto immediato come risolvere problemi concreti. Il convegno è stato aperto con i saluti istituzionali della Direttrice dell’Istituto italiano di cultura Dr.ssa. Maria Mazza e della Senatrice Laura Garavini che segue fedelmente i nostri incontri annuali ed è stata promotrice di quelli antecedenti alla fondazione di ReteDonne. Ha poi preso la parola la presidente di ReteDonne e.V. Eleonora Cucina illustrando la scelta delle tematiche di questo convegno e sottolineando ancora la grande evoluzione che è stata capace di fare l’Associazione in questi ultimi anni. Per la prima volta presente anche Angela Schirò, neo eletta deputata al Parlamento italiano per gli italiani all’estero. Al convegno hanno preso parte anche rappresentanti di associazioni di Colonia e degli organi di rappresentanza degli Italiani all’estero ComItEs, tra cui anche il presidente Giuseppe Bartolotta. Una particolare parola di benvenuto viene rivolta a lui ed altri uomini in sala venut all’incontro per condividere questi spazi di riflessione: le pari opportunità e il femminismo non sono cose per donne, sono cose per democratici e democratiche. Del significato e dei contenuti di queste prime trasmissioni radiofoniche, che per circa una mezz’ora al giorno facevano respirare ai migranti “aria di casa” attraverso brani musicali, rubriche di auguri, ricordando ricorrenze, anniversari e feste del Santo patrono, ha parlato Lisa Mazzi sottolineando che il loro ruolo andava però ben oltre l’intrattenimento, perché i redattori fungevano anche da assistenti sociali, esperti legali, insomma cercavano, grazie alle loro competenze, di mettersi al servizio degli ascoltatori per aiutarli a risolvere i loro problemi. Questi, come del resto anche oggi, potevano essere di varia natura, da quelli con il padrone della casa in affitto, da situazioni conflittuali sul lavoro, alla scolarizzazione dei figli e alla ricerca di soluzione in caso di crisi famigliari. Oltre a tracciare un breve ritratto di redattrici e redattori, tra cui senz’altro spicca il nome di Lilia Bevilacqua, prima corrispondente da Berlino, poi caporedattrice a Colonia, il pubblico ha potuto ascoltare testimonianze dirette grazie alla raccolta fatta da Roberto Sala nel suo bel volume su Radio Colonia. L’evoluzione della radio dagli anni ’80 fino ai giorni nostri è stata poi illustrata da Luciana Mella, giornalista freelance, collaboratrice di Radio Colonia (Cosmo -WDR). Sottolinea la Mella che questa in origine era nata su iniziativa del governo per contrastare l’influsso delle radio libere, che già offrivano trasmissioni in lingua ed erano temute perché diffondevano ideali comunisti. Se nel tempo essa aveva avuto per i/le „Gastarbeiter_innen” per lo più una paternalistica funzione consolatoria, con l’assunzione di un caporedattore italiano (Zambonini), il ruolo dei collaboratori e delle collaboratrici si evolve da quello di mero speaker a giornalisti/e che scelgono in autonomia i temi da trattare, contribuendo al superamento di tanti luoghi comuni e rafforzando la comunità italiana. La Radio, voce amica della sera, “zolla di terra nel proprio salotto” entra poi in crisi con la diffusione dei satelliti e dell’antenna parabolica. La perdita di ascoltatori ne è la conseguenza. Un recupero si registra con i social grazie alla condivisione dei suoi contenuti, di grande interesse soprattutto per la nuova mobilità: Radio Colonia risulta oggi essere fra i podcast più scaricati nel 2017-18. Luciana Mella ha studiato in generale il ruolo dei social come nuovo tipo ci comunicazione autogestita e ha contato circa 300 pagine e gruppi facebook in lingua italiana in Germania, alcuni dei quali declinati al femminile. Allontanandosi da mondo digitale ha voluto ricordare fra gli importanti contributi giornalistici tradizionali il mensile “Click Donne 2000” fondato da Marcella Continanza, scritto da donne per donne. La terza referente, Lucia Conti, Direttore della testata online in lingua italiana "Il Mitte", ha parlato del suo giornale nato nel 2012, che rappresenta ormai da alcuni anni un contenitore denso di notizie sia su Berlino che internazionali, e viene seguito non solo in Germania ma anche dall’Italia. Il Mitte dedica a temi di genere una sua rubrica “Berlino è femmina”. Precisa che qui “il concetto di femminismo è intersezionale e si batte per i diritti di tutti, per un mondo più giusto” https://www.ilmitte.com/category/rubriche/berlino-e-femmina/. Lucia Conti, riprendendo le parole di Maria Mazza, sottolinea l’importanza di “fare cose”, di superare antiche distinzioni, di creare connessioni, senza rivalità, e di fare delle differenze un valore. Il Mitte sostiene molte iniziative italiane come il progetto di inclusione per persone diversamente abili all’interno della società tedesca, di cui si è fatta promotrice inizialmente ReteDonne Berlino e poi resosi indipendente con la fondazione di “Artemisia” da parte di Amelia Massetti. Lucia Conti ha moderato anche una serie di incontri su temi come sanità, inclusione, lavoro nero presso l’Ambasciata Italiana a Berlino. Dopo una breve pausa pranzo Eleonora Lambo, videomaker, videoartista e videoblogger, ha proiettato il suo lavoro “Da Barcellona ad Amburgo”, vincitore del primo premio al concorso "La mia Europa" (https://www.youtube.com/watch?v=LHBalwZ-CWg) dedicato a Fabrizia di Lorenzo, volendo come sempre ricordare la ragazza italiana vittima dell’attentato a Berlino del 2016. Eleonora Lambo ha spiegato nel suo intervento “Veni, vidi, video: raccontarsi in movimento” come i vlog siano solo una forma moderna dei diari di viaggio, per lei però anche un modo per riraccontare la propria terra da una prospettiva esterna. I vlog sono per la sua generazione una forma di comunicazione dinamica e incisiva, a rischio però di dopamina. Eleonora Lambo ha insistito infatti sull’importanza di non guardare troppo al numero di likes, ma di dare al proprio lavoro un’etica, di creare una relazione con i/le followers e curare con responsabilità i contenuti che si diffondono. La parte finale della giornata è stata di natura artistica e interattiva. ReteDonne ha infatti come importante obiettivo quello di favorire sinergie e contatti personali fra le partecipanti anche attraverso formati più dinamici e esperenziali. Due artiste — Marina Siena e Marlis Brinkmann — con la loro installazione “Cum radices vidulus” e il workshop "La mia valigia ha profonde radici" - hanno puntato all'indagine introspettiva sulle radici nella mobilità, raccogliendo voci e testimonianze, e favorendone la condivisione. Perché lungo la linea tracciata dalle possibilità tecnologiche della comunicazione, si innesta sempre il narrativo personale, intimo, fatto di speranze, delusioni, disagio e nostalgia, sguardi da rimettere sempre a fuoco e dove radici silenziose e invisibili sembrano sempre trattenerci quando ci muoviamo nello spazio. Le riflessioni di tutte, registrate in audio o scritte sono andate ad arricchire le installazioni proposte fissando i contenuti della giornata in un’opera d’arte spontanea e collettiva. L’incontro si è protratto al giorno seguente 8.12. con la visita del centro di documentazione sulla migrazione DOMiD, che ci ha aperto i battenti per una visita esclusiva fatta per noi da Bengü Kokatürk-Schuster. Ecco il commento di Veronica Scortecci una nostra socia di Amburgo: ”Oggetti quotidiani, cassette registrate che raccontano le storie di emigranti turchi, italiani, vietnamiti in Germania, diventano pezzi da museo classificati e archiviati da ricercatori in guanti bianchi per non ledere la loro superficie. La borraccia della Deutsche Bahn contro la sete nei viaggi che duravano anche tre giorni, la vasca da bagno di plastica che passava di baracca in baracca per il battesimo dei bambini, il portabagagli in ferro, uguale a quello che usava mio padre quando si partiva per le vacanze estive. Oggetti di una storia collettiva o di mille tutte diverse.” Il DOMiD ha recentemente avuto i finanziamenti per trasformarsi in un vero e proprio museo che sarà installato negli spazi di uno stabilimento industriale in disuso a Köln-Kalk Per la realizzazione di questo incontro le organizzatrici ringraziano il DaMigra per il sostegno economico, la dr.ssa Mazza dell’Isituto Italiano di Cultura di Colonia e i suoi collaboratori Ciro Pascale e Giuseppe De Marco per la squisita ospitalità, Francalma Nieddu che ha curato la bellissima grafica, tutte le bravissime referenti, le nostre socie e le/i simpatizzanti intervenute/i, nonché le organizzatrici, le nostre tesore-tesoriere Beatrice Virendi e Alessandra Pantani, e tutte coloro che hanno contribuito a rendere speciale la nostra giornata insieme. L’appuntamento - infine - sottolinea la Presidente Eleonora Cucina - è al 2020, anno nel quale festeggeremo i 10 anni dalla fondazione della nostra rete. "(13/12/2019-ITL/ITNET)