Un articolo del quotidiano La Repubblica sulla ricerca e i premi ERC parla della Waterloo Italiana. Scendiamo al quarto posto in Europa come "borse di studio" ottenute per nazionalità (23 i ricercatori di origine italiana premiati)

e crolliamo al dodicesimo per i progetti realizzati direttamente nel nostro Paese (solo 7 ricercatori che operano in Italia). "I miei complimenti ai ricercatori che hanno vinto i premi ma sono molto rammaricato nel leggere questo articolo" - spiega il Senatore eletto all'estero - "oltre al rammarico c'è in me un senso di rabbia e frustrazione in quanto ad oggi non riusciamo a far entrare la ricerca tra le priorità dello sviluppo del Paese". Il Bando Consolidator dell'European Research Council ha visto 2.453 proposte totali e 301 premi assegnati per 600 milioni di euro. Solo il 2,3 per cento è arrivato in Italia. Si sente l'assenza di una macchina centrale in Italia che finanzia la scienza nazionale a crescere con puntualità e poi controlla, valorizza e spinge il lavoro dei suoi ricercatori. "Tra i dati dell'articolo però voglio mettere in evidenza che 16 dei 23 ricercatori italiani che hanno ricevuto i premi ERC sono residenti in Paesi stranieri" - continua Francesco Giacobbe - "questo è un vero peccato per l’Italia che oltre a perdere l'intelligenza del ricercatore questo porta con sé anche la borsa di studio con un ulteriore evidente perdita di risorse per il nostro Paese". "In tutto questo ci tengo a sottolineare che anche i ricercatori all’estero fanno parte del grande network di italiani nel mondo, e questi, come per le vecchie generazioni di italiani, non possono che contribuire alla promozione del nostro Paese. Bisogna valorizzare questa grande risorsa creando una rete effettiva per l'Italia”. In conclusione, il Senatore spiega che "un segnale ad oggi c'è, il progetto dell'Agenzia Nazionale per la Ricerca è in Senato, in Legge di bilancio, con 300 milioni di euro incubati e in attesa di essere approvato. Mi auguro che a questo segnale concreto segua un cambiamento culturale, un cambiamento di politica che metta al primo posto il talento. Dobbiamo inoltre promuovere un programma di collegamento con le migliaia di ricercatori italiani nel mondo ed incoraggiare al massimo la loro collaborazione con le Università ed i centri di ricerca in Italia. In altre parole valorizzare il network dei talenti degli italiani nel mondo".