Un grandioso affresco corale sulla diaspora italiana del Novecento in Sud America, ispirato al romanzo Sull’oceano di Edmondo De Amicis. Musica e regia di Girolamo Deraco su libretto di Giuseppe Nicolò È bastato appena un anno di gestazione.

L’idea è nata nel 2018 durante un incontro tra Girolamo Deraco, compositore e regista di fama internazionale, e l’ambasciatore d’Italia in Paraguay, Gabriele Annis. Poi il tocco del genio, quello di Deraco, e quest’anno è andata in scena, al Gran Teatro del Banco Central del Paraguay, l’opera lirica Oceano: la docu-opera multimediale sull’emigrazione italiana del Novecento in Sud America. Alla realizzazione del progetto hanno concorso anche il Centro Cultural de la República El Cabildo con la sua direttrice generale Margarita Morselli, l’Orchestra Sinfonica del Congresso Nazionale del Paraguay, il Coro Asunción Lírica, il Gran Teatro Lirico «José Asunción Flores» del Banco Central del Paraguay, la Scuola Italiana Dante Alighieri, e molti altri. Deraco era stato invitato ad Asunción, capitale del Paraguay, dal maestro Diego Sánchez Haase (Direttore titolare dell’Orchestra Sinfonica del Congresso Nazionale del Paraguay) per tenere un corso di scrittura operistica per compositori: il «Puccini International Composition Opera Course», nato originariamente a Lucca, in Italia. Oceano è un’opera che si tinge anche di vicende personali. Lo stesso Deraco ammette di aver conosciuto l’esperienza e il sacrificio dell’emigrazione: «Sono partito in treno dalla Calabria per andare a vivere in Toscana dove ho compiuto gli studi di composizione al Conservatorio. Tra le due regioni ci sono differenze culturali che io, fortunatamente, ho vissuto in modo positivo. Tutto ciò ha inciso molto sulle mie scelte di vita personali, professionali e familiari. Non nascondo che stare lontano da casa, dagli affetti, ti tempra per affrontare la vita, ma ci sono “prezzi” da pagare se si vuole “vedere” il mondo». Il dramma di un’epoca L’opera di Deraco ha preso spunto dal romanzo Sull’oceano incentrato sui poveri emigrati italiani, scritto da Edmondo De Amicis, autore anche del celeberrimo romanzo Cuore. Ma c’è un altro aspetto che rivela la modernità, anche in termini narrativi, di Oceano il cui sottotitolo non a caso è quello di docu-opera, «concepito dopo una lunga e felice discussione tra me e il librettista Giuseppe Nicolò – rivela Deraco –. Nei fatti, l’idea narrativa della docu-opera nasce proprio grazie a De Amicis che, salendo a bordo di un piroscafo vero (che nel suo romanzo sarà ribattezzato “Galileo”), in viaggio verso il Sud America, da Genova a Buenos Aires, diventa testimone – lui scrittore e documentarista veritiero – di ventidue giorni di viaggio» che non possiamo non immaginare come una peregrinazione sull’Atlantico in cui si mescolano il dramma dello sradicamento, l’incertezza del futuro e il timore di una patria perduta per sempre e, in molti casi, di affetti effettivamente mai più riannodati. «I momenti di grande intensità che si trovano nel romanzo – rivela Deraco – sono stati trasformati poeticamente dal librettista Giuseppe Nicolò per costruire arie e grandi momenti drammaturgici». Le parti descrittive del romanzo, con un grande impatto emotivo, sono state evocate nell’opera lirica con l’utilizzo di una voce narrante. Ma quali sono i contatti tra il romanzo di De Amicis e l’attualità di un’opera come Oceano? Deraco non ha dubbi, e cita Italo Calvino «per il quale “Non esiste né un prima né un dopo né un altrove da cui immigrare”. Non è questione né di tempo, né di mezzi, né di cultura. L’uomo è stato sempre un migrante; è nella sua natura umana che nasce la ricerca di un posto migliore in cui vivere». Perciò «l’opera Oceano va letta con piglio storico e documentaristico – suggerisce Deraco –. Con un soggetto storico così ben connotato, la messa in scena è ispirata all’opera lirica tradizionale, sia dal punto di vista teatrale che musicale. Infatti, musicalmente, lo stile si rifà a una sorta di verismo, rivisto con gli occhi di oggi». Le difficoltà non sono mancate per questa spettacolare messa in scena. Ma Deraco riconosce, con orgoglio, di avere avuto una squadra sempre unita e pronta, dai vertici dell’organizzazione ai collaboratori, per cercare di rendere tutto molto fluido e arrivare a un risultato incredibile. Quasi d’obbligo, dunque, chiedersi se gli italiani di oggi, anche alla luce dell’esperienza di Oceano siano a conoscenza del grande movimento migratorio che interessò, in passato, milioni di italiani tra Ottocento e Novecento. «Onestamente, non credo – afferma Deraco –. In primis perché sono passati più di cento anni ed è facile che le notizie si diluiscano nel tempo. Poi perché manca un’adeguata informazione che possa renderci consapevoli e attenti a quello che siamo stati come popolo. Non nascondo che io stesso ho scoperto molte cose studiando e informandomi per lo sviluppo di Oceano. Cose che, purtroppo, non ricordo di aver studiato su nessun libro di storia». Valori senza tempo Deraco non ha dubbi sul fatto che la testimonianza di chi ha vissuto, in prima persona o indirettamente attraverso un nonno o un lontano parente, il fenomeno dell’emigrazione, possa dare un importante contributo affinché i valori della solidarietà, dell’aiuto verso il prossimo, dell’incontro di culture possano essere compresi e condivisi. «C’è sicuramente bisogno di raccontare il passato per inventarsi un nuovo futuro – conclude Deraco in modo lapidario –. L’arte può aiutare in tutto questo, e noi italiani dobbiamo essere fieri di aver dato i natali ad una delle forme d’arte più nobili e complesse mai inventate dall’essere umano: l’opera lirica. Il palcoscenico usato come metafora emotiva e catartica per trasmettere emozioni può, senza ombra di dubbio, aiutare nell’educazione. Infatti, credo che il problema della crisi di valori non sia solo dell’Italia. Penso ci sia una grande crisi globale di valori umani e non solo. Il mio sogno è pensare che la gente torni a riempire i teatri del mondo e si emozioni di fronte alla bellezza. Credo profondamente nelle parole di Dostoevskij: ”La bellezza salverà il mondo”». La docu-opera Oceano proseguirà la sua tournée in Sud America, e presto anche in Italia, portando così in tutto il mondo il messaggio e i valori di un’epoca drammatica ma intensa della nostra storia. (Alessandro Bettero, Il Messaggero di sant’Antonio, edizione italiana per l’estero /Inform)